Detenuti rientrati nelle celle
Sono tutti rientrati nelle loro stanze i detenuti protagonisti della rivolta nel carcere di Avellino. È quanto si apprende da fonti del Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria, secondo cui la protesta avrebbe coinvolto in tutto una ventina di reclusi.
La Cgil parla di reparto in mano ai detenuti
«Una rivolta di circa 50 detenuti è in corso nel carcere di Avellino. Hanno preso il controllo di tutto il Reparto situato al primo piano lato destro. Due agenti della Polizia Penitenziaria sono rimasti feriti ed accompagnati in ospedale. Sul posto stanno intervenendo Carabinieri e Polizia di Stato in tenuta antisommossa provenienti da Napoli. Gli eventi sono ancora in corso». Lo riferisce Orlando Scocca, FP CGIL Campania per la Polizia Penitenziaria. «Sembra - spiega - che la scintilla che abbia scatenato i detenuti sia la contestazione da parte degli Agenti di Polizia Penitenziaria di alcuni provvedimenti disciplinari nei confronti dei detenuti che nei giorni scorsi hanno aggredito il personale penitenziario e danneggiato alcune celle e l'infermeria. L'ultimo evento proprio ieri quando un detenuto ha tenuto in ostaggio il dirigente medico in servizio nel penitenziario mentre un altro feriva due poliziotti in un'altra ala del carcere».
Aggressioni
Ieri si erano verificate nel carcere alcune aggressioni contro agenti e contro il medico del penitenziario e i sindacati avevano rinnovato la richiesta al Dap di inviare ad Avellino un contingente dei reparti speciale del Gom per ristabilire «l'ordine interno da tempo messo in discussione e garantire la sicurezza del personale».
Trattativa tra la direttrice del carcere e i detenuti
Le forze dell'ordine, carabinieri e polizia, hanno circondato in tutto il suo perimetro il carcere di Avellino dove è in corso la rivolta di una cinquantina di detenuti comuni ristretti nella prima sezione al primo piano della casa circondariale che si trova nella frazione di Bellizzi del capoluogo irpino. All'interno del carcere la direttrice dell'istituto, Concetta Felaco, e gli agenti della polizia penitenziaria, hanno avviato trattative con i detenuti per convincerli a desistere dalla protesta che sarebbe stata causata dalla punizione per motivi disciplinari inflitta ad un detenuto.