Euro 4, il blocco per l’inquinamento ferma 10 milioni di auto nel 2022

Il blocco dei veicoli più inquinanti previsto per il prossimo anno coinvolge sei Regioni

Lunedì 20 Dicembre 2021 di Giorgio Ursicino
Euro 4, il blocco per l’inquinamento ferma 10 milioni di auto nel 2022
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Più di dieci milioni di auto in tutta Italia rischiano lo stop. Il Lazio, per migliorare la qualità dell’aria, sta approvando un provvedimento che vieta l’utilizzo delle vetture Euro 4 nella “zona verde” delle grandi città. Roma in testa.

Quando la tendenza si allargherà alle altre regioni, tanti saranno i veicoli che non potranno più essere utilizzati liberamente, creando notevoli problemi ai cittadini in questa fase complessa di elettrificazione. Molti governatori, soprattutto del Nord, si sono già portati avanti. L’Unione europea è determinata a mandare definitivamente in pensione i veicoli con motore termico la cui vendita sarà vietata dal 2035. È di qualche settimana fa la decisione del Cite, il Comitato Interministeriale per la Programmazione Economica, di allineare anche il nostro paese a questa scadenza.

Nell’organo sono presenti chiaramente i ministri competenti. Cingolani, Giorgetti e Giovannini, responsabili della Transizione, dello Sviluppo e dei Trasporti, hanno però più volte dichiarato di andarci piano con i tempi poiché l’industria, il mercato e tutta la comunità rischiano di andare in tilt se non si adegua la velocità del cambiamento alle reali possibilità di realizzarlo. Qui sta il problema. Ma il processo ormai è avviato e non sarà facile imbrigliarlo.

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Il vento del Nord

A caduta riguarda tutte le realtà locali come gli Stati, le Regioni e le amministrazioni delle città. Una gran confusione che aumenterà se i tempi restano così stretti. È recentissimo l’allarme lanciato dalla Capitale, la cui guida da questo punto di vista ha una linea meno oltranzista della precedente, alla Regione Lazio che sta varando il nuovo piano sulla “qualità dell’aria” che potrebbe diventare operativo all’inizio del prossimo anno allargando notevolmente il numero delle vetture da fermare. Modelli venduti fino a tutto il 2010 che forse sono poco numerosi in Germania.

In Italia, invece, che ha uno dei parco circolanti più vecchi del continente, rappresentano certamente la maggioranza. Di fronte ad un’eventualità del genere, nessuno si prende la responsabilità e lo scaricabarile arriva fino a Bruxelles. Gli assessori capitolini hanno già chiesto alla Pisana di usare cautela. I tecnici della Regione argomentano che lavorano sul piano di quasi 700 pagine dal 2018 e bisogna necessariamente ridurre il PM10 e gli ossidi di azoto per non prendere altre sanzioni comunitarie. Loro sarebbero anche d’accordo su una maggior gradualità ed a testimoniarlo c’è il fatto che hanno chiesto aiuto al Ministero della Transizione Ecologica per avere una proroga dall’Unione. Anche al dicastero non fanno barricate, ma c’è l’input di Draghi che non vuole attriti con l’Ue. Un bel pasticcio, come al solito.

In realtà, lo tsunami è già più avanzato di quanto si possa immaginare perché in gran parte del Nord Italia le limitazioni sarebbero già in vigore se non fosse arrivato il virus. Sono colpiti maggiormente i veicoli a gasolio, ma vale la pena di ricordare che fino a quando è esplosa la transizione energetica nella Penisola erano i più venduti. Stop alla circolazione che coinvolge quasi un terzo dei 40 milioni di esemplari del parco tricolore. Lo “stato di emergenza”, ora prorogato fino al 31 marzo, ha sospeso i blocchi, pronti a scattare da aprile se non ci saranno altre difficoltà.

La Regione Piemonte, dove la qualità dell’aria ha raggiunto limiti allarmanti, ha bloccato la circolazione delle diesel Euro 4 fino al 15 aprile nei gioni feriali dalle 8,30 alle 18,30 (Torino e i comuni della “città metropolitana” dalle 8 alla 19). Blocco che si estende anche al sabato e ai giorni festivi se l’allerta sale al primo livello arancione. In questa situazione vengono fermati nei giorni feriali anche le diesel Euro 5.
Al livello 2 stop anche per i veicoli merci. Il provvedimento riguarda quasi 100 città con oltre 10.000 abitanti. In Lombardia lo stop “annuale” dal 1 ottobre al 31 marzo è momentaneamente sospeso per lo stato di emergenza. Riguarda le diesel Euro 4 in oltre duecento città.

Stato d'emegenza

In Veneto il blocco è saltato per l’intervento governativo, ma si riattiva immediatamente in caso di livello arancione e riguarda anche le vetture Euro 5 a gasolio. Anche in Emilia Romagna c’è la tregua per la pandemia, ma i blocchi sono pronti a riattivarsi in caso di allerta ecologica. Così nel Meridione: in Campania, i diesel Euro 4 si fermano nei giorni feriali dal 1 gennaio al 31 marzo, ma a Napoli la data è stata anticipata al 6 ottobre.
Bisogna ricordare che la città più grande, Roma, nei giorni di traffico limitato bloccava la circolazione di tutti i diesel, anche i tecnologici e poco inquinanti dal punto di vista della CO2 e dei “veleni” Euro 6 appena usciti dallo showroom del concessionario. Finita l’emergenza, bisognerà vedere come si regolerà Gualtieri.
 

Ultimo aggiornamento: 22 Dicembre, 10:37 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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