Aumenti per medici e infermieri di pronto soccorso e stretta sulle aggressioni. C’è l’ok anche ai sanitari stranieri

Decreto di Schillaci per incentivare i sanitari a lavorare in prima linea

Martedì 28 Marzo 2023 di Valentina Arcovio e Pietro Piovani
Aumenti per medici e infermieri di pronto soccorso e stretta sulle aggressioni. C’è l’ok anche ai sanitari stranieri

Più soldi a chi lavora nei pronto soccorso, e più flessibilità concessa alle Asl per arruolare medici specializzandi, o stranieri, o per stabilizzare quelli che non hanno una specializzazione ma già hanno un’esperienza sul campo. È un pacchetto di misure che il governo si appresta a varare oggi, con un decreto del ministro Schillaci, per superare la crisi dei reparti d’urgenza, quelli più in sofferenza negli ospedali, quelli dove nessuno vuole andare a lavorare perché si è esposti a pressioni e rischi (anche fisici, viste le violenze e le aggressioni quasi quotidiane) inimmaginabili negli altri settori della sanità.

Una serie di provvedimenti che dovrebbero consentire anche di ridurre il ricorso ai cosiddetti “gettonisti”, i medici esterni pagati a turno. Anzi spesso superpagati, con compensi che possono arrivare a 1.500 euro al giorno, con evidenti conseguenze sui bilanci della sanità.

Il decreto sarà presentato nel Consiglio dei ministri di oggi. Fino a ieri sera i tecnici hanno lavorato per definire i dettagli del testo e per superare lo scoglio (non da poco) delle coperture. Ecco quali dovrebbero essere le misure principali, che però - va precisato - potrebbero uscire dal Consiglio dei ministri con correzioni e modifiche anche di rilievo.

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INCENTIVI E STRAORDINARI

Chi presta servizio nei pronto soccorso guadagnerà di più. Verrà incrementato il compenso per gli straordinari: un’ora di lavoro aggiuntivo potrebbe essere pagata (ministero dell’Economia permettendo) 100 euro, invece degli attuali 60. Sarà inoltre anticipato l’aumento dell’indennità specifica prevista per medici e infermieri in prima linea: doveva scattare dal 2024, invece partirà già dal prossimo giugno.

AGGRESSIONI

Le cronache raccontano ogni giorno di aggressioni ai medici e agli infermieri che lavorano nei reparti d’urgenza. A loro difesa, viene introdotta un’aggravante specifica nel codice penale, a carico di chi commette violenze o minacce ai danni del personale sanitario. Saranno anche creati presidi di polizia: secondo quanto ha annunciato il ministro dell’Interno Piantedosi, gli agenti arriveranno in quasi 200 ospedali italiani.

SPECIALIZZANDI

Si mette a regime il ricorso - già sperimentato per l’emergenza della pandemia - ai giovani laureati in medicina che stanno affrontando il loro periodo di formazione specialistica. Potranno essere inseriti nei pronto soccorso prestando servizio per 8 ore a settimana.

NON SPECIALIZZATI

Le aziende sanitarie potranno stabilizzare quei medici che non hanno una specializzazione, ma che già hanno lavorato nei reparti d’emergenza.

STRANIERI

In deroga alle regole sul riconoscimento delle qualifiche professionali ottenute all’estero, nelle strutture sanitarie pubbliche saranno ammessi anche i medici stranieri, sia comunitari che provenienti da Paesi extra Unione europea.

INFERMIERI

Viene abolito il vincolo di esclusività previsto dalla legge Bindi

REPARTI DISAGIATI

Oltre che per i pronto soccorso, il decreto dovrebbe introdurre incentiviper chi presta servizio in altri reparti considerati disagiati e usuranti.

MEDICI A GETTONE

Sono l’espediente con cui negli ultimi anni le strutture sanitarie di tutta Italia sono riuscite ad aggirare la carenza di personale. Trovare un medico specializzato spesso è impossibile, anche quando viene offerta l’assunzione a tempo indeterminato. E allora il rimedio è ingaggiare un medico esterno, pagato a giornata anzi a turno, offrendo cifre nettamente superiori a quelle di un normale stipendio della sanità pubblica. Mettendo insieme due turni, che significa lavorare 12 ore consecutive, un medico arriva a incassare anche 1.500 euro in un giorno solo. Una distorsione che Schillaci vuole correggere agendo in due direzioni: da una parte gli incentivi economici per il personale di ruolo, di cui si è detto finora; dall’altra, i limiti stringenti per le aziende sanitarie, che dunque dovranno ridurre drasticamente il ricorso ai gettonisti. Con un decreto del ministro della Salute, si fisseranno tetti al numero di esterni e alla durata del loro servizio. Inoltre ci sarà un tetto di età («non è possibile far lavorare chi ha anche 70 e più anni» ha detto Schillaci) e una regolamentazione delle loro qualifiche professionali (non si può mettere un dermatologo in pronto soccorso, o un ortopedico in cardiologia).
 

Ultimo aggiornamento: 08:57 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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