Burioni: «Asintomatico non vuol dire non essere malato»

Domenica 8 Novembre 2020 di Simone Pierini
Burioni: «Asintomatico non vuol dire non essere malato»
1

«Asintomatico non vuol dire non essere malato». Il virologo Roberto Burioni decide di fare chiarezza una volta su tutte sulla ormai infinita diatriba sul concetto di "positivo non vuol dire malato" che ormai affolla i social network scatenando anche il lato oscuro dei negazionisti. Burioni ha affidato il suo pensiero in un lungo articolo su Medical Facts, il suo magazine online di informazione scientifica e debunking delle fake news. «Asintomatico significa senza sintomi, il che in numerose condizioni cliniche non significa per niente non essere malati. I tumori – anche i più mortali – nelle fasi iniziali non danno sintomi, lo stesso vale per l’Aids per molti anni».

Covid, il bollettino di oggi 8 novembre 2020: 32.616 contagi e 331 morti. Stabile il rapporto tamponi/positivi e le terapie intensive

Covid, Burioni: «Basta blaterare di immunità di gregge, stop bugie pericolose: serve il vaccino»

Come altre malattie

Per il virologo quindi se una persona risulta positivo al coronavirus è effettivamente malato, anche se asintomatico.

Per spiegarlo ai lettori ha scelto di paragonare il virus a malattie come tumori o Aids che vengono scoperto anche su persone apparentemente senza sintomi. «Queste persone, pur essendo asintomatiche, se si sottopongono a esami clinici possono scoprire di essere gravemente malate, cosa importante da sapere perché se non si cureranno andranno incontro a una morte certa (o quasi), e il fatto di non avere sintomi è parte del problema - spiega Burioni - Lo stesso vale per il diabete, per l’ipertensione arteriosa, per il glaucoma (la pressione eccessiva dei liquidi all’interno degli occhi): chi è malato non ha spesso nessun sintomo, ma se non cura la malattia andrà incontro a guai notevoli. Per questo i controlli sono indispensabili». 

Non avere sintomi non vul dire non essere malati

 

Tornando al coronavirus Burioni ammette che «molte persone infettate dal coronavirus non hanno effettivamente sintomi, ma questo non vuole dire che siano sane. È oramai chiaro che in un numero non indifferente di queste persone, nonostante la completa mancanza di sintomi, i danni ci sono e non sono da poco. Citando Eric Topol, uno dei medici più autorevoli del pianeta ha dichiarato: "Una porzione molto grande di persone, sebbene colpite da un’infezione silente e senza sintomi, internamente stanno subendo colpi all’interno del loro corpo di cui neanche sono a conoscenza"».

«Qualcuno penserà che sia terrorismo - aggiunge Burioni - ma le cose stanno esattamente così e chi vi racconta qualcosa di diverso non vi dice la verità, che io ritengo debba essere sempre detta, in modo da informarvi correttamente. Chi è diffidente, o anche solo desidera approfondire può leggere l’articolo citato qui sotto (questo, ndr.), ma vi anticipo che la realtà oggetiva è che molte infezioni asintomatiche sono effettivamente senza sintomi, ma non senza danni per l’organismo. Ovvio, qui parliamo di danni a breve termine, che magari guariranno completamente o daranno conseguenze a lungo termine. Ma è bene precisare che le conseguenze a lungo termine di quest’infezione le sapremo solo ed esclusivamente a lungo termine, per cui è inutile parlarne». 

L'asintomatico è contagioso 

Un altro tema assai discusso nei meandri del web è la contagiosità degli asintomatici. «Chi è asintomatico, vogliate chiamarlo malato o no, può essere indubbiamente in grado di contagiare gli altri - sottolinea Burioni - Su questo non solo non c’è più alcun dubbio, ma è certo che una percentuale altissima di infezioni è provocata da persone asintomatiche. A questo punto, se questi asintomatici siano sani o meno diventa una discussione secondaria: questi asintomatici possono essere contagiosi e questo è il vero problema, visto il ruolo che possono avere nella diffusione della malattia, che non merita di essere commentata tanto è evidente».

Rischio saturazione ospedali

Negli ospedali la situazione in Italia sta peggiorando con alcune strutture che si avvicinano al collasso, sulla scia di quanto avvenuto a marzo e aprile. Su questo Burioni ha voluto evidenziare i rischi "secondari" del Covid, non solo su chi viene contagiato. «Ora qualcuno potrebbe giustamente chiedere: ma su 1.000 infettati, quanti sono quelli che vanno incontro a conseguenze gravi, ovvero si ammalano sul serio e finiscono in ospedale? Permettetemi di rispondere che questo dato è ininfluente - dice il virologo - Nel momento in cui i reparti ospedalieri e le terapie infettive stanno riempiendosi a ritmo vertiginoso di malati la percentuale di quanti finiscono in ospedale o in terapia intensiva è irrilevante. I numeri assoluti generati dalla grande contagiosità di questo virus sono in grado di mettere in crisi gravissima il nostro sistema sanitario, pregiudicando non solo la possibilità di offrire cure adeguate a tutti gli ammalati di COVID-19, ma anche la possibilità di curare molte altre malattie». 

Basta fake news

«Per questo è meglio smetterla di giocare con le parole - conclude Burioni su Medical Facts  - diffondendo pericolose bugie che portano i cittadini a comportamenti scriteriati pericolosi per loro stessi e per la salute di tutta la comunità. Sta circolando un virus molto pericoloso, dobbiamo fare di tutto per diminuirne la trasmissione. Punto e basta».

Covid, il bollettino di oggi 8 novembre 2020: 32.616 contagi e 331 morti. Stabile il rapporto tamponi/positivi e le terapie intensive

Sono 32.616 i nuovi casi di Covid in Italia secondo il bollettino del ministero della Salute di oggi 8 novembre 2020. I morti sono 331. Le terapie intensive toccano quota 2.749. Tamponi invece in calo rispetto a ieri: sono 191.144 a fronte degli oltre 233mila del 7 novembre.


Ultimo aggiornamento: 9 Novembre, 13:28 © RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci