App Immuni al debutto: «Notifiche sbagliate? È possibile (ma raro)»

Martedì 16 Giugno 2020 di Francesco Malfetano
App Immuni al debutto: «Notifiche sbagliate? È possibile (ma raro)»

ROMA Ormai ci siamo. Da ieri l'app Immuni è attiva in tutta Italia. O meglio è attiva sugli smartphone delle circa 2,5 milioni di persone che hanno deciso di scaricarla. In pratica, l'applicazione per tracciare i contatti in ottica anti-contagio da Coronavirus è alla prova del nove. Dopo la sperimentazione condotta la scorsa settimana in Liguria, Abruzzo, Marche e Puglia che ha testato la capacità dell'app di interagire con i sistemi sanitari - senza però riuscire a definire i volumi regionali dei download - ora si punta a comprendere la reale efficacia dello strumento. Efficacia che non dipende solo da quanti italiani sceglieranno di usarla, ma anche dalla precisione dell'algoritmo usato per calcolare il rischio di contagio.

App Immuni attiva in tutta Italia: come funziona e che cosa fare in caso di notifica

LA TECNOLOGIA
Bending Spoons, la società che ha sviluppato Immuni, ieri ha chiarito come il segnale Bluetooth Low Energy usato per determinare la distanza del contatto tra due smartphone sia tutt'altro che infallibile. Questa tecnologia «è molto influenzata da vari fattori di disturbo, per esempio gli ostacoli (in primis i corpi degli utenti) che si frappongono fra i due smartphone. Quindi non è realistico pensare di non avere falsi positivi e falsi negativi». Tenendo presente che affinché «un utente venga notificato, l'esposizione deve essere avvenuta a una distanza inferiore ai 2 metri per un tempo superiore ai 15 minuti», potrebbe cioè accadere che il telefono registri un contatto più a lungo del dovuto o che non lo faccia affatto. Questo perché «gli smartphone non possono misurare la distanza a cui avviene un contatto. Quindi, Immuni usa l'attenuazione del segnale Bluetooth Low Energy per ricavarne una stima», hanno spiegato in una sessione di domande e risposte sulla piattaforma web Reddit.
«I nostri data scientist hanno eseguito svariati test di calibrazione per rendere questa stima il più affidabile possibile». Tant'è che gli sviluppatori in origine avevano previsto diversi gradi di rischio all'interno dei 2 metri (più sei vicino, più sei a rischio) poi, dopo i test, con il ministero per la Salute hanno deciso di fissare un valore unico.

L'ALGORITMO
In pratica «la calibrazione è in continuo divenire» e più si utilizzerà l'algoritmo maggiore sarà la sua accuratezza. Intanto, definita la parte tecnologica si è alzato anche definitivamente il sipario su quella sanitaria. In pratica, nell'eventualità di un contatto e solo se l'utente ha autorizzato Immuni, sullo smartphone comparirebbe una schermata in cui semplicemente si consiglia di contattare il proprio medico. Sarà lui che avviserà il Dipartimento di prevenzione della Asl di riferimento che, a sua volta, avvierà tutte le attività di sorveglianza sanitaria tradizionali. Vale a dire che, con la giusta disponibilità, disporrà tamponi e test per i pazienti. Nel mentre agli utenti è chiesto di restare in isolamento per 14 giorni, limitare al massimo gli spostamenti negli spazi comuni della casa, mantenere la distanza di un metro, lavarsi frequentemente le mani e misurarsi la temperatura valutando eventuali sintomi.

 

Ultimo aggiornamento: 10:20 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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