Manutenzioni a zero e lavori bloccati
Sindaci forzati della spending review

Sabato 26 Settembre 2015 di Alberto Terasso
Manutenzioni a zero e lavori bloccati Sindaci forzati della spending review
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Sono stati costretti a tagliare il servizio di trasporto scolastico, non riescono a far tappare le buche sulle strade, si sono ridotti le indennità. Sono probabilmnete gli unici che sanno sul serio cosa significa "spending review".



«I sindaci veneti hanno tutti rispettato il patto di stabilità - dice Vigilio Pavan che presiede l’Associazione dei Comuni della Marca - ma sono i peggio trattati d’Italia: chi ha sforato è stato trattato meglio».



La misura è davvero colma. Per i Comuni il prossimo anno dovrà rappresentare la svolta nei rapporti con lo Stato. Così Anci Veneto e nazionale hanno stilato una piattaforma in 12 punti che servirà come documento utile ad una trattativa con il Governo, anche se, come ha ricordato il presidente dell’Associazione veneta, Maria Rosa Pavanello, il presidente nazionale Piero Fassino si è già impegnato a chiedere l’abolizione del patto di stabilità



Già il patto di stabilità, che blocca risorse a disposizione, quegli "avanzi di bilancio" che potrebbero rilanciare gli investimenti e dare respiro all’economia.



Quel provvedimento che, per esempio, con i suoi contorsionismi a Mirano ha permesso di utilizzare solo 80mila euro per le asfaltature, quando ne servirebbero 350mila all’anno. O che, come dice la Pavanello, costringe un Comune come Campolongo Maggiore a puntare sul buon cuore delle ditte che accettano ritardi nei pagamenti e lavorano ugualmente. Oppure, come a Chioggia, fa sì che si sospendono alcuni interventi previsti per non violare il patto. «Con il rischio poi, se si sfora davvero - dice Pavanello - di vedersi comminare sanzioni pecuniarie e penalizzazioni nelle assunzioni».

A dire il vero, lo Stato si dimostra davvero patrigno: «Nessuno lo ricorda, ma il premier Renzi chiese di segnalare le scuole che avevano bisogno di interventi: avrebbe finanziato le opere necessarie - dice ancora Pavan - ma quando mai? Non è arrivato nemmeno un soldo. Penso all’"Anna Frank" di Treviso...». Sai la novità: nemmeno il denaro (700 milioni a livello nazionale) che lo Stato deve ai Comuni per le spese relative agli uffici giudiziari si è visto da queste parti. Sono in sofferenza tutti i capoluoghi, Bassano e Dolo. «A Lecce per recuperare il credito - ricorda Pavanello - si sono rivolti ai legali».



Fassino sarà a Borgoricco domani per un convegno/workshop, un’ottima occasione per un confronto approfondito, anche alla luce dell’annunciata presntazione di un’indagine mirata tra i Comuni.



E poi la "piattaforma della svolta" che ha i capisaldi: si va dall’abolizione della Tasi, contestatissima Tassa sui servizi indivisibili, ad allentare di molto, se non proprio spezzare le catene del patto di stabilità, dal far chiarezza sulla finanza locale, in particolare per i piccoli Comuni alle prese anche con soluzioni istituzionali a volte confuse e laboriose gestioni associate (entro il 31 dicembre c’è l’obbligo di associare nove funzioni fondamentali, dalla polizia locale alla ragioneria, alla protezione civile), fino a trovare linee guida chiare rispetto al nodo dei migranti. «La prefettura non ascolta i Comuni, dice al proposito Pavanello. E cita l’esempio di Cona: 150 migranti annunciati, ma ne arrivano 450 in una realtà di 198 abitanti: «Il sindaco finisce per fare il mediatore, tenere il rapporti con l’Asl, confrontarsi con i Comitati. E dovrebbe pensare anche ai suoi cittadini».



«Dire che i sindaci sono in...fastiditi è usare un’eufemismo» chiosa Pavan.
Ultimo aggiornamento: 27 Settembre, 09:04 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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