Amatrice, multa-beffa: «C’era il terremoto, non pagarono l’Inps e l'Irpef»

Richiesti 90 mila euro di mora anche per l’Irpef. Il sindaco: «Qui non avevamo neanche le penne»

Domenica 18 Dicembre 2022 di Mario Bergamini e Marzio Mozzetti
Amatrice multa-beffa: «C era il terremoto, non pagarono l Inps e l'Irpef»
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Il pacco è arrivato puntuale. Un amaro regalo di Natale per Amatrice. L’Agenzia delle Entrate, con tanto di raccomandata, ha chiesto al Comune della cittadina laziale di versare in poco tempo ben quarantatremila euro per sanzioni e interessi. Somme legate al ritardato pagamento delle ritenute Irpef del 2016, che l’amministrazione aveva versato solo nel settembre del 2018. «È una vergogna e una persecuzione», tuona il sindaco Giorgio Cortellesi, che già a febbraio scorso aveva ricevuto un’analoga ingiunzione. L’amministrazione, dieci mesi fa, aveva protestato anche contro l’Inps.

Il motivo più o meno lo stesso: l’arrivo di sanzioni e interessi (per circa quarantamila euro) per un’inadempienza contributiva che risale al periodo del sisma che aveva colpito la cittadina il 24 agosto 2016. Eppure, la protesta era servita a poco. E per un’amministrazione e un paese che si sforzano di vivere una normalità che di fatto è ancora lontana, non c’è niente di peggio di una burocrazia che si fa nemica imbattibile e che non riusce a comprendere le difficoltà di una comunità ancora profondamente ferita e quelle di una cittadina che ha un centro storico ancora tutto da ricostruire. Un grande guaio a cui si aggiungono le difficoltà degli anni della pandemia e l’aumento dei prezzi delle materie prime in aggiunta.

La reazione

«L’amministrazione allora in carica - racconta con grande amarezza il sindaco Cortellesi - pur avendo provveduto a erogare gli stipendi, non era riuscita a pagare i contributi Cpdel e Inadel dei propri dipendenti, riguardanti i mesi di agosto e settembre 2016. Voglio ricordarlo a chiare lettere a chi lo ha dimenticato: il Comune aveva perso ogni cosa, non aveva neanche carta e penna, figuriamoci il collegamento telematico per controllare tali pagamenti. E nonostante tutto, i contributi, seppur in ritardo, sono stati tutti pagati. Restavano in piedi solo le relative sanzioni». 
Su quei quarantamila euro da pagare era poi partita una lunga trafila burocratica fatta di scambi epistolari e vari chiarimenti sugli aspetti interpretativi delle norme. Che a poco sono servite, vista l’ultima cartella recapitata in municipio. «Il 15 novembre - prosegue Giorgio Cortellesi - l’Agenzia delle Enetrate ci ha mandato un’ingiunzione chiedendoci di pagare altri quarantatremila euro per sanzioni e interessi, dovuti proprio al ritardato pagamento delle ritenute Irpef del 2016, versate a settembre 2018, con l’obbligo di affrettarci, altrimenti le sanzioni rischiano di essere persino più alte di un terzo. Tra Agenzia delle Entrate e Inps siamo ora arrivati a 83 mila euro». 

Il braccio di ferro

Le cifre si sommano perché proprio qualche mese fa c’è stato un altro episodio. «Sì, anche l’Inps è andato all’attacco sul pagamento ritardato dei contributi previdenziali dei dipendenti - racconta ancora il primo cittadino di Amatrice - Dimenticando che siamo una comunità in grave difficoltà economica e strutturale, ha continuato a pretendere anche gli interessi. Nell’ultima lettera dell’istituto previdenziale si ribadiva il diktat, col ricatto della concessione del Durc, quella che vincola le attività amministrative alla regolarità dei versamenti, pena il blocco delle attività. Richiamandosi al decreto legislativo numero 165 del 2001 e soprattutto al decreto Mef del 2016, quello che prevede l’esenzione degli interessi unicamente ai privati». Questi ultimi, «a differenza delle amministrazioni pubbliche, non dispongono di sufficienti risorse per fronteggiare le emergenze originate dall’evento sismico». 

La solitudine

In attesa di risolvere il contenzioso con l’Inps la cittadina del terremoto si ritrova a fronteggiare anche la nuova ingiunzione. E la motivazione anche qui è sempre la stessa e che il sindaco di Amatrice definisce «paradossale» perché «discrimina amministrazioni locali come Amatrice che oltre ai danni del terremoto deve fronteggiare problematiche quotidiane per rialzarsi e ripartire. Morale della favola: un incubo per tutti noi». Le ingiunzioni arrivate al Comune di Amatrice pesano come macigni soprattutto morali, in una situazione che per quanto normale sembri non lo è davvero ancora. «Abbiamo gridato alla politica, alla stampa e alle istituzioni competenti che eravamo stati condannati per il terremoto - conclude amaramente Cortellesi - Ebbene, questa condanna continua e ormai è diventata definitiva».

Ultimo aggiornamento: 19 Dicembre, 09:41 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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