Alfredo Cospito, Procura generale: «Resti al 41 Bis in ospedale»

L'istanza ai giudici: collocazione stabile in reparto del San Paolo

Venerdì 24 Marzo 2023
Alfredo Cospito, Procura generale: «Resti al 41 Bis in ospedale»

Alfredo Cospito rilancia in quella che definisce la sua «battaglia politica». Non solo chiede, prima di tutto, che gli venga tolto di fatto il 41bis, ma lo fa con un'istanza di differimento della pena con detenzione domiciliare per motivi di salute, per tornare «alla vita», ossia a «leggere, studiare, ragionare».

Ma si dice disposto anche a «interrompere il digiuno», che sta portando avanti da oltre cinque mesi, e a rimanere al carcere duro, «purché il Tribunale di Sorveglianza liberi altri detenuti attualmente sottoposti al 41 bis, persone anziane o malate che vogliono soltanto tornare a casa dalle loro mogli».

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Cospito, come sta?

Sono le «condizioni» che ha provato a porre l'anarchico con un serie di dichiarazioni davanti ai giudici della Sorveglianza di Milano, chiamati a decidere sulla richiesta della difesa di bloccare l'esecuzione della pena in carcere e di mandarlo ai domiciliari a casa della sorella, dato il suo stato di salute fiaccato, con seri rischi, da un digiuno che va avanti dal 20 ottobre. Digiuno che il 55enne terminerebbe se l'istanza venisse accolta. L'ha detto lui stesso introducendo, però, come riferito dal suo legale, l'avvocato Flavio Rossi Albertini, un «elemento di novità» e di «grande umanità»: «Lasciate me al 41bis - ha affermato - e smetto lo sciopero, se liberate gli altri detenuti che passano le ore di socialità previste con me».

 

La procuratrice generale Francesca Nanni e il sostituto pg Nicola Balice hanno dato parere negativo all'istanza di domiciliari per un motivo «semplice e logico». La giurisprudenza della Cassazione, infatti, ha già sancito che non si può concedere il differimento pena «in caso la patologia sia autodeterminata», come per uno sciopero della fame. In più, la stessa Procura generale ha messo sul piatto una sua richiesta ai giudici, ossia che il 55enne rimanga collocato «stabilmente» nel reparto di medicina penitenziaria del San Paolo, dove oggi si è tenuta l'udienza. Sempre in stato di detenzione carceraria e in regime di 41bis. Una richiesta che si basa sulle condizioni di salute «invariate ma gravi» dell'ideologo della Federazione anarchica informale, che ora è sì ricoverato nell'ospedale, ma come soluzione temporanea e non stabile. Nell'udienza il presidente del Tribunale di Sorveglianza milanese Giovanna Di Rosa (nel collegio ci sono anche la giudice Ornella Anedda e due esperti) ha fatto varie domande a Cospito sulle sue condizioni e gli ha consigliato più volte di tornare a nutrirsi, dato che ha smesso anche di assumere integratori. Lui è rimasto «lucido e determinato», perché al 41bis, così ha spiegato, «è impossibile vivere, è un battaglia per la vita la mia».

La decisione

Qualche giorno fa in alcune dichiarazioni al Riesame di Perugia aveva detto di non essere «un martire», prima di aggiungere anche: «sono un terrorista, ho sparato a un uomo e ho rivendicato con orgoglio quel gesto». Mentre pure la Procura generale di Torino e la Direzione nazionale antimafia e antiterrorismo, chiamati ad esprimersi, hanno dato parere contrario al differimento pena, il suo difensore ha spiegato che «essere in salute non vuol dire mangiare: non è un somaro per cui se mangia tanta erba vuol dire che sta bene». E ancora: «L'essere umano deve poter crescere intellettualmente e lo fa solo attraverso lo studio e la lettura, altrimenti non è vita». I giudici avranno cinque giorni di tempo per decidere. Il provvedimento motivato potrebbe essere depositato a inizio settimana. Ci sarà da risolvere anche una questione di competenza, perché sempre stamani dall'ospedale c'è stato un videocollegamento di Cospito coi giudici di Sassari su un'istanza analoga. Nel frattempo, una cinquantina di anarchici e antagonisti hanno manifestato stamani davanti al Palazzo di Giustizia milanese. E per domani a Venezia è in programma un corteo anarchico anche a sostegno di Antonio Sorroche Fernandez, spagnolo condannato a 28 anni e al 41 bis per un attentato alla sede della Lega di Treviso.

Ultimo aggiornamento: 27 Marzo, 09:17 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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