Aumenta il consumo dei prodotti biologici, un vero fenomeno nazionale che investe il settore della grande distribuzione. In Toscana l'emergenza Covid-19 ha fatto aumentare i consumi di prodotti bio dell'1,7%, con una crescita tendenziale anche per i vini rossi come il Chianti Classico Docg (+1,7%), il Chianti Docg (+3,8%) e il Toscana Igt (+3,1%) e per i bianchi con il Toscana Igp (+0,6%). È quanto afferma la Coldiretti Toscana, in riferimento al Ddl sul biologico approvato dal Senato.
«Crescono le superfici biologiche in Toscana del 4% e anche gli operatori dello 0,7%, un chiaro segnale di quanto sia gli agricoltori che i consumatori credano fortemente nel valore aggiunto delle produzioni biologiche.
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Un contributo importante per raggiungere questi record è dato anche dall'agricoltura biodinamica, un metodo produttivo di elevato valore ambientale ed economico, la cui applicazione consente di ottenere prodotti di eccellenza qualitativa, apprezzati in ogni parte del mondo. «L'attenzione della scienza sui più diversi aspetti della produzione del cibo è sempre auspicata - aggiunge il presidente Filippi - per comprendere e valorizzare le migliori pratiche agricole che possono essere messe a disposizione degli agricoltori, in modo da favorire scelte imprenditoriali sempre più consapevoli». «Le aziende biodinamiche infatti, a prescindere dallo specifico disciplinare di produzione, devono rispettare ed essere conformi ai requisiti europei e nazionali dell'agricoltura biologica - sottolinea Coldiretti - a partire dal regolamento europeo 834 del 2007 cita espressamente i preparati biodinamici e ne consente l'uso nelle norme di produzione regolamentate».
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Tutte le aziende biodinamiche, utilizzando un chiaro riferimento al termine «bio» in etichetta - spiega Coldiretti - termine tutelato dalle norme europee, devono essere certificate prima di tutto ai sensi della normativa comunitaria sul biologico. «Il disciplinare dell'agricoltura biodinamica, anche se richiama alcuni aspetti di chiara derivazione filosofica, prevede delle regole di base di assoluto rigore agronomico - insiste Coldiretti - come la presenza di animali in azienda con l'obiettivo del ciclo chiuso, la cura per la gestione della fertilità del suolo ed una manicale attenzione alle lavorazioni dei terreni, l'applicazione rigorosa di rotazioni colturali, la gestione dei patogeni e delle malattie senza ricorso ad input chimici di sintesi. Si tratta di regole che, prendendo come base il disciplinare europeo per il biologico - conclude Coldiretti - ne valorizzano i principi attraverso prescrizioni specifiche e vincolanti».