«Guardate la mia ex su internet». Condannato per i manifesti affissi sui muri della città

Martedì 10 Gennaio 2023 di Walter Berghella
«Guardate la mia ex su internet». Condannato per i manifesti affissi sui muri della città

Diceva di amarla e non voleva arrendersi a un sentimento non corrisposto e così ha pensato di mettere in atto, secondo le accuse, azioni da stalker infarcite di minacce, ricatti e diffamazioni e una presunta violenza sessuale (accusa poi caduta) contro una ventenne di un paese vicino.

Per questo M.G., trentenne di Altino, venne arrestato dai carabinieri della compagnia di Atessa il 23 marzo 2021. Vicenda ieri finita dinanzi al gup Giovanni Nappi che, col rito abbreviato, ha assolto l'uomo dalla grave accusa di stupro e l'ha invece condannato a 2 anni e 20 giorni di reclusione per lo stalking. Il pm Francesco Carusi aveva chiesto una pena a 4 anni e 6 mesi. L'imputato è difeso dagli avvocati Gaetano Pedullà e Lucia Di Battista che preannunciano ricorso in appello. L'uomo, operaio, si era innamorato della ragazza di 20 anni e a tutti i costi voleva che lei fosse disposta ad avere una relazione, ma lei l'ha respinto. Dopo il rifiuto l'uomo aveva iniziato a tempestarla di messaggi su whatsapp chiedendo continui incontri e rapporti sessuali.

La vittima, messa allo stremo anche psicologicamente, ha denunciato i fatti ai carabinieri quando lo spasimante ha pensato di ricattarla, prospettandole la pubblicazione su internet di un falso video a sfondo sessuale, falsamente riconducibile a lei, qualora non avesse acconsentito alle sue richieste. In paese ha pure affisso manifesti diffamatori contro la ragazza, in cui invitava le persone ad andare a guardare su internet e cliccare il nome della ragazza, di cui ha reso noto anche il numero di telefono. Ma il video su internet non c'era perché di fatto era inesistente. Certamente in tanti hanno pure provato a cercarlo in rete. Durante le indagini e a seguito di perquisizione dell'auto dell'indagato, i carabinieri hanno trovato il pennarello utilizzato per scrivere i manifesti e la colla per l'affissione. Quanto l'uomo venne scarcerato, lo scorso giugno, il gip Massimo Canosa rimarcò in merito al presunto stupro l'assenza di costrizione per un fatto non sussistente e senza gravi indizi di colpevolezza. Ma l'accusa restò.

«Sulla violenza - spiega l'avvocato Pedullà - la ragazza ha fornito dichiarazioni contraddittorie e inattendibili». Corposa la memoria difensiva. Tra i due, che ebbero una relazione di due mesi, ci fu comunque un incontro sessuale a casa dell'imputato, senza costrizione, un mese prima dell'arresto. L'uomo ha negato di avere affisso i manifesti e sostenuto che pennarelli e colla trovati in macchina li aveva da tempo. Per impietosire la ragazza le disse di avere un tumore alla gola e di essere in ospedale prossimo a morire.
 

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