Zingaretti: «Esiste un modello alternativo all'odio». Gentiloni: «Il Pd cambi strada senza abiure. Con M5s-Lega in fumo le fatiche degli italiani»

Domenica 14 Ottobre 2018
Zingaretti e Gentiloni
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Il Pd cerca il rilancio attraverso una nuova unità. Partecipando alla Piazza Grande di Nicola Zingaretti - dove il governatore del Lazio lancia la sua candidatura al congresso - l'ex premier Paolo Gentiloni replica indirettamente al premier, che aveva parlato della frattura tra elite politiche e società civile che le nuove forze politiche stanno cercando di recuperare. «La nuova elite e il nuovo establishment si sono affacciati al balcone di Palazzo Chigi», accusa Gentiloni, con poche decisioni e tanti danni, che hanno «mandato in fumo le fatiche di famiglie ed imprese».

 



«L'Italia ha bisogno di due cose: di crescere e di giustizia. Chi ha vinto il 4 marzo lo ha fatto perché ha promesso, ma chi ha vinto ha tradito le promesse e sta lasciando alle nuove generazioni un Paese più povero e ingiusto. Molti cominciano a sospettare, vedendo l'atteggiamento isterico e fanatico dei loro leader. Quello che manca è qualcuno che lo dica, costruisca un progetto e li mandi presto a casa. Non sarà facile, ma io vi prometto che ce la faremo tutti insieme», ha detto Zingaretti concludendo Piazza Grande. 

«È vergognoso Salvini, un leader che ha rubato 40 milioni di euro, che ha compiuto un atto immondo contro Riace», ha poi attaccato Zingaretti. «È banale dire che l'obiettivo politico è diventato un modello per affrontare questo grande tema, lo smantellamento del modello Riace viene fatto per paura di dimostrare che c'è un modello alternativo all'odio, non è forza ma paura», ha aggiunto.

«Non credo nel tempo delle abiure ma voglio un tempo per una riflessione e un cambiamento con al centro la crescita», ha sostenuto Zingaretti. «Dobbiamo cominciare a riparlare al popolo che ci ha voltato le spalle e ha fatto altre scelte - ha spiegato il governatore -. Dobbiamo aprire una nuova stagione, che non significa rinnegare o cancellare ma discutere della nostra storia». Per Zingaretti, «per essere credibili dobbiamo indagare su questo distacco, che ha un motivo, si è generato in questo decennio nel quale il consenso del centro sinistra e del Pd è passato da 12 a 6 milioni di voti e sono cresciute le disuguagliane».     

«Basta con l'egocrazia», ha poi sostenuto il governatore del lazio. «Basta con l'illusione dell'io, ritroviamo l'ebbrezza e la bellezza del noi. La forza di una comunità, di un partito, non si può rinchiudere nella forza anche straordinaria di un leader. C'è bisogno di altro», ha continuato.

Per le prossime elezioni europee «sì ad una grande alleanza ma o i contenuti sono chiari su una nuova missione dell'Europa o i cittadini non lo capiranno», ha affermato ancora Zingaretti. «Dobbiamo costruire una piattaforma la più unitaria possibile ma su una nuova idea di Europa che deve trovare una missione che non può che essere difendere le persone dalla violenza della globalizzazione», ha detto ancora Zingaretti. 

Gentiloni. «Il Pd non può autoassolversi. La nuova strada non è una strada fatta di abiure, io ci tengo all'onore del Pd e al lavoro dei suoi governi. Abbiamo risanato l'economia e non dobbiamo né vergognarcene né rinnegarlo, abbiamo stroncato il traffico di esseri umani, e ringrazio in particolare il ministro Minniti», ha detto Gentiloni parlando a Piazza Grande. 

«Attenzione all'ebbrezza del potere. Attenzione. In pochi mesi l'Italia è diventata un paese più isolato, meno sicuro dal punto di vista finanziario. Le decisioni del governo sono state poche ma i danni tanti. Mai visto un incrocio tra poche decisioni e tanti danni. In quattro mesi si rischia di mandare in fumo gli sforzi degli italiani di anni. Certo, sono state accompagnate dai governi del Pd, ma le fatiche sono state delle nostre famiglie, delle nostre imprese delle nostre comunità, e in quattro mesi rischia di andare in fumo tutto», ha proseguito l'ex premier.

«A 7 mesi dalla sconfitta parlare di congresso non mi sembra una scelta precipitosa. Però ora ci siamo e ringrazio Nicola senza la cui determinazione la prospettiva del congresso sarebbe meno concreta. Non deve essere una guerra tra correnti, fonte di divisioni. Io mi impegnerò con tutte le mie forze perché il congresso si faccia e che renda più forte e unito il Pd», ha aggiunto Gentiloni.

«Il Pd è stato un argine, ingoiando anche molti rospi. Ma il Pd ha tenuto botta, dobbiamo ringraziare Martina che si è assunto questa responsabilità in un momento difficile. Ora il Pd deve farsi motore per qualcosa che vada oltre il Pd. Non tutto si esaurisce nel Pd, c'è tanta voglia di fare politica e c'è bisogno di una alleanza grande di cui il Pd sia il motore ma non l'esclusiva. I tempi potrebbero essere più rapidi, diamoci da fare perché abbiamo bisogno di un Pd motore di una alleanza per l'Alternativa», ha affeermato ancora l'ex presidente del Consiglio. 

«Non guardiamo indietro, non cerchiamo nell'album dei ricordi. Sia io che Nicola abbiamo entrambi degli album di ricordi. Abbiamo capito tardi e male che la globalizzazione non è il paradiso e che l'illusione nutrita negli anni novanta di un mondo pacificato era una illusione che abbiamo capito tardi rispetto al quale dobbiamo cambiare strada», ha continuato Gentiloni. 

«Non facciamo del web il passatempo delle nostre classi dirigenti. Fuori, nella realtà, c'è un mondo che aspetta il Pd. Per molto tempo non ci ha trovato», ha concluso l'ex premier. 

Piazza Grande. Qualche migliaio di persone hanno partecipato oggi alla kermesse di Zingaretti all'ex Dogana, che si conferma come luogo della sinistra del III millennio. Contro il bianco e azzurro della renziana Stazione Leopolda, sotto le rotaie che passano sopra l'ex Dogana, i colori dominanti sono lo sfondo giallo, la scritta rossa e i simboli blu su tutti i cartelloni, i pannelli, le magliette, le sportine e sui pass di tutti i partecipanti. Tanti gli interventi nella «Piazza Grande» dell'ex Dogana (ovvero il piazzale rettangolare che si trova tra i due palazzi principali della struttura), oltre a Gentiloni, la figlia di Martin Luther King, Bernice King, passando per amministratori locali, giovani italiani figli di immigrati (la cosiddetta di seconda generazione) e lavoratori precari. Ad anticipare l'intervento di chiusura di Zingaretti è stato il giovane 30enne presidente del Municipio III Amedeo Ciaccheri, per sottolineare l'importanza di coinvolgere i giovani nell'iniziativa politica. Poi, prima che Zingaretti parlasse è stato proiettato sul muro dietro al palco il video di Rock in 1.000, quando nel 2015 1.000 musicisti suonarono tutti insieme nella città romagnola «Learn to fly» dei Foo Fighter, per chiedere (ricevendo positiva risposta) al gruppo di tornare a suonare in concerto a Cesena. Come dire «Anche noi tutti insieme, uniti, possiamo farcela». La canzone ha poi chiuso anche la kermesse dopo l'intervento di quasi un'ora di Zingaretti. Tanti i volti noti del Pd presenti Dario Franceschini, Piero Fassino, Matteo Richetti e Giuliano Poletti. Presenti anche moltissimi consigliere regionali, comunali e municipali del partito. 

 

Ultimo aggiornamento: 16:57 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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