Zanda: aumentiamo stipendi parlamentari. Zingaretti: non è proposta Pd

Giovedì 28 Marzo 2019
Pd, il tesoriere Zanda: «Aumentiamo gli stipendi dei parlamentari». Zingaretti: niente polveroni
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Nicola Zingaretti prepara le proposte alle parti sociali alternative alle misure del governo e lavora alle liste per le Europee, ma deve affrontare il fuoco di fila del M5S e di alcuni renziani per la proposta Zanda sugli stipendi dei parlamentari. Il neo tesoriere Pd, senatore ed ex capogruppo a Palazzo Madama, é accusato di volere «aumentare a 19 mila euro» le indennità, dicono i cinquestelle, o di «non rappresentare la posizione del partito», come il collega dem Dario Parrini. «Non c'è nessuna proposta Pd per un aumento - twitta il segretario -. C'è una proposta di legge presentata da Zanda, che ha tutta la mia stima, prima della nomina a tesoriere e addirittura prima delle primarie. Hanno costruito una fake». 

Statali, impronte digitali come badge




Luigi Zanda ha spiegato ieri che la proposta «prevede di parificare il trattamento economico dei parlamentari italiani a quello dei parlamentari europei, leggermente inferiore a quello che oggi senatori e deputati ricevono». Ma non basta a fermare le polemiche su un tema sensibile, i costi della politica, una bandiera del M5S. Ieri l'irridente «falce e cashmere» di Luigi Di Maio, oggi il capogruppo al Senato Stefano Patuanelli chiede a Zingaretti di far ritirare la proposta. «È una cazzata, una proposta a titolo personale già smentita, ufficialmente, dal Pd», afferma netta Alessia Morani, deputata già renzianissima. «I cinquestelle per spostare l'attenzione dal loro stato di difficoltà, per nascondere le costanti umiliazioni inflitte dal loro alleato Salvini - dice il responsabile comunicazione Pd Marco Miccoli -, tentano con affanno di strumentalizzare non notizie, immettendo contenuti falsi e aizzando i loro troll».
 
Intanto Zingaretti torna a definire «la situazione dell'economia gravissima e pericolosa». Ad inizio aprile vedrà sindacati e Confindustria, ora lavora alla lista aperta per le europee. In conference call il segretario parla con Stanislas Guerinì, plenipotenziario di Republique En Marche, il movimento del presidente francese Emmanuel Macron, in vista di un'alleanza tra europeisti dopo le elezioni. Con En Marche si candiderà l'ex sottosegretario Pd Sandro Gozi, non senza polemiche tra i democratici. Altro nodo aperto, la collocazione di Carlo Calenda nell'europarlamento, se eletto. L'ex ministro fa sapere di non pensare ai liberali dell'Alde, ma alla stessa En Marche o ai socialisti Pse («la nostra famiglia», ribadiscono dal Pd).

Per le liste, con Calenda capolista a nordest, Giuliano Pisapia a Nordovest, il Pd pensa a Simona Bonafé al centro e a Caterina Chinnici nelle Isole. Per Mdp-Art.1 - i fuoriusciti che Zingaretti vuole alleati - non tramonta l'ipotesi della giornalista Lucia Annunziata. Al sud dovrebbe esserci il medico di Lampedusa Pietro Bartolo per Demos, rete sociale cattolica alleata di Zingaretti alla Regione Lazio, che indica anche Beatrice Covassi, capo Commissione Ue in Italia. Calenda invece con 'Siamo Europeì vuole lanciare le economiste Irene Tinagli e Alessandra Lanza e la funzionaria della Ue Virginia Puzzolo.


Ultimo aggiornamento: 29 Marzo, 07:54 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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