Senato, Calderoli: «Bene così, la maggioranza è più ampia del previsto»

L'ex ministro: "Io deluso perché non sono stato eletto? Sono un soldato e obbedisco"

Venerdì 14 Ottobre 2022 di Francesco Bechis
Senato, Calderoli: «Bene così, la maggioranza è più ampia del previsto»

Su quello scranno, in cima a Palazzo Madama, poteva esserci lui. Roberto Calderoli ci aveva fatto un pensiero, davvero. Poi, all'ultimo minuto, il passo di lato chiesto da Matteo Salvini per fare largo al colonnello di FdI Ignazio La Russa, eletto presidente del Senato senza i voti di Forza Italia, con i voti dell'opposizione. «Io sono un soldato, obbedisco», sospira il veterano leghista, ex ministro delle Riforme, mentre tira grandi boccate di fumo da una sigaretta elettronica. «E poi nella giornata di ieri c'è una bella notizia per il prossimo governo. Che può contare su un sostegno più ampio del previsto, bene così».
Che bilancio fa Calderoli di questa giornata al cardiopalma al Senato?
«Sono ottimista. Per il governo e per la maggioranza. La Lega ne esce fuori molto bene: ha dimostrato un enorme senso di responsabilità».
Come?
«Se non si fosse trovata una soluzione per questa elezione, il governo non sarebbe partito».
E non è ancora detto che parta..
«Deve, per causa di forza maggiore.

Il Paese reale non si interessa di presidenti e vicepresidenti, ha ben altro a cui pensare: alle bollette, a quanto spende per fare la spesa».

La Russa eletto al Senato senza i voti di Forza Italia. E Berlusconi valuta se andare da solo al Colle

Meloni: «I ministri ora li decido io». I paletti della leader: a FI solo Esteri e qualche casella “minore”


Sarà, ma se il buongiorno si vede dal mattino, non è una grande partenza.
«Pensi che io do una lettura diametralmente opposta. È un'ottima notizia, c'è una maggioranza più ampia di quella uscita dalle urne. I politologi dovranno studiare a lungo questa giornata. Il banco dell'offerta politica si è allargato».
Parla del Terzo polo?
«Non ci sono solo loro, i numeri non tornano. Lei sta parlando con un veterano del Parlamento. Si fidi: ogni volta che c'è il rischio di tornare alle elezioni, tutti vogliono allungare la vita alla legislatura. Oggi neanche era iniziato il primo giorno di scuola, e sono spuntati fuori diversi scolaretti che vogliono continuare a studiare».
Ed è un bene per voi?
«Certo. Ampliamo il nostro raggio di azione. E il prossimo governo potrà lavorare senza contare sui soli numeri della coalizione».
Tutto parte dal suo passo di lato. Le è spiaciuto?
«Senta, io sono un uomo di partito da più di trent'anni. Quando la Lega mi chiede un passo di lato nell'interesse del Paese, obbedisco, punto».
Un passo indietro ieri, un passo avanti oggi. Ora in tanti la considerano come probabile ministro.
«Figuriamoci, posso fare il ministro delle piante grasse, visto il peso adiposo (ride, ndr)».
Torniamo all'incidente d'aula. Nei giorni scorsi su La Russa c'è stato un braccio di ferro.
«Nessun braccio di ferro, io e Ignazio siamo entrati in Parlamento insieme, gli faccio i miei più sentiti auguri».
Nessun rimpianto?
«Sulla scelta ha pesato un rapporto di amicizia e fedeltà con la Meloni. Così come la decisione di scommettere entrambi, anni fa, su un nuovo soggetto politico. Non posso certo condannarla per questo».
Nella coalizione il clima resta teso. Si aspetta incidenti alla Camera?
«No, anzi. Mi auguro che oggi fermo restando l'impianto di un governo politico di centrodestra si ritrovi una maggioranza ancora più ampia. Per noi sarebbe un bel segnale. E si aprirebbe un percorso molto più semplice.
Berlusconi è furibondo. Ci ha parlato?
«Certo, l'ho salutato e gli ho espresso tutto il mio affetto, gli voglio bene. Sulle dinamiche interne a Forza Italia non voglio entrare. Io sono un uomo della Lega e a questo mi dedico. Mi sono girato in lungo e largo i collegi uninominali e con una certa soddisfazione».
La vostra base non è così soddisfatta del voto, dicono che al Nord ribolla.
«Queste sono scemenze, glielo garantisco. Parlo di continuo con la base e adesso è giusto darle voce. Siamo già partiti con i congressi cittadini e provinciali, poi sarà il turno di quelli regionali».
Prima o poi toccherà al Congresso nazionale. E si voterà sulla leadership di Salvini, o no?
«Certo, non vedo il problema. Crede davvero che qualcuno metta in dubbio Salvini? Ci sarà il congresso e vincerà il migliore. Sul nome ho pochi dubbi».

 

Ultimo aggiornamento: 08:36 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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