Vitalizi e legge elettorale, Di Maio tenta Salvini per ottenere la Camera

Sabato 17 Marzo 2018 di Stefania Piras
Vitalizi e legge elettorale, Di Maio tenta Salvini per ottenere la Camera

Se Di Maio vi sembra il Renzi prima maniera, inzuppato di vocazione maggioritaria, non vi sbagliate. Il leader del M5S torna a surfare i territori del Nord in chiave elettorale. Ieri ha convocato la squadra dei suoi possibili ministri presentati prima delle elezioni e con loro ha analizzato la situazione, spiegando tutti i lunghi passaggi che servono ancora per capire cosa succederà. Continuano i contatti serrati con gli sherpa della Lega a cui Di Maio insiste nel dire che al M5S spetti la presidenza della Camera ma il «dialogo non è semplice», ammette. E promette che se si avvereranno gli auspici, il M5S dallo scranno più alto di Montecitorio abolirà i vitalizi e non utilizzerà la ghigliottina che silenzia il dibattito parlamentare. Ottime ragioni per una Lega che non vuole rinunciare a trattare con il M5S, al netto della rissa che si sta consumando all'interno della coalizione. «La storia non si ferma, Berlusconi si rassegni. Il leader del centrodestra ora sono io», sono le ultime parole di Salvini. Fermo restando che le ricette economiche guardano al riformismo di sinistra (vedi il Def versione pentastellata che sta disegnando Laura Castelli), il M5S continua uno scouting serrato. Sui temi, solo e sempre, ribadiscono sognando il grande appeal rassicurante che fu prerogativa originaria della Dc (ieri Di Maio e Fraccaro hanno rivolto un pensiero al tragico rapimento di Aldo Moro).
Da chi va Di Maio oggi? Va a Bologna alla fiera Cosmoprof. E poi a Carugo, nel comasco, dove i tre seggi vinti sono andati solo new entry, compreso Gianluigi Paragone. Va da Giuseppe Caggiano, fondatore del Drappo Bianco, associazione di imprenditori brianzoli, marmista, figlio d immigrati siciliani e lucani. «Ho sempre votato a destra, stavolta M5S», dice attendendo la seconda visita di Di Maio, la prima fu in campagna elettorale. Caggiano è diretto: «Qui hanno votato in massa Lega, prima votavano FI, io l'ho detto a Luigi: ci sono un sacco di leggi da abolire per noi imprenditori e poi bisogna fare una legge elettorale per sapere chi vince e governa».

IL MAGGIORITARIO
Ecco gli echi di ieri del Renzi maggioritario e le parole di oggi di Salvini che parla di premio di maggioranza. E il M5S a cambiare legge elettorale in chiave maggioritaria con la Lega è disponibilissimo. Dopo aver incontrato l'istituzionalissima Confcommercio e Sangalli l'altro giorno, Di Maio ha rimesso in moto il rally elettorale. «Vogliamo che parta dalla società civile la richiesta di accordarci fiducia», racconta un colonnello pentastellato. «Il messaggio è :non faremo un governo 5 stelle ma daremo un governo al e per il paese, che è più giusto», spiega la stessa fonte.
Di Maio non ha la paura delle urne.

L'altro giorno ha pubblicato la foto con il candidato presidente del Molise, unica regione con il Friuli che andrà a elezioni a breve e da cui lui si aspetta un risultato che consolidi la rendita elettorale del 4 marzo.

Ultimo aggiornamento: 17:20 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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