Totoministri oggi, i paletti della Meloni: il Senato a FdI e per l’Economia spunta Giorgetti

Gelo della Lega sul titolare del Mise: «Non è in quota nostra». FdI: è tecnico

Mercoledì 12 Ottobre 2022 di Alberto Gentili
Totoministri oggi, i paletti della Meloni: il Senato a FdI e per l’Economia spunta Giorgetti

Giancarlo Giorgetti, a metà giornata, risponde con una sonora risata quando gli viene chiesto se sarà il nuovo ministro dell’Economia.

Eppure, a dispetto dei ogni pronostico, il leghista vicino a Mario Draghi e considerato eretico da Matteo Salvini, potrebbe sedersi davvero sulla poltrona che fu di Quintino Sella. «E’ un’ipotesi seria, concreta», dice uno stretto collaboratore di Giorgia Meloni. Di più. Da quanto filtra è stata la premier in pectore a fare il nome di Giorgetti, dopo aver sondato il Quirinale. E, pur di averlo al governo, è disposta a prendere Giorgetti in quota Fratelli d’Italia. «Se Giancarlo andrà all’Economia, sarà in veste di tecnico indicato da noi», spiega un’altra fonte di rango di FdI. Altro nodo della giornata è il caso di Licia Ronzulli: Silvio Berlusconi la vuole a tutti i costi nel governo, ma il braccio di ferro sta bloccando la trattativa. E nel partito del Cavaliere monta il malcontento.

La scelta di Giorgetti, se confermata, sbloccherebbe la casella più complessa. Quella su cui sono puntati i riflettori del Colle, della Commissione europea e dei mercati finanziari, attenti alla tenuta dei conti pubblici. E che offrirebbe a Meloni il vantaggio di avere nel governo, pur indicato come tecnico, un leghista capace di rinsaldare il legame tra il Carroccio e l’esecutivo. Soprattutto, la presenza di Giorgetti potrebbe ammortizzare e stemperare eventuali intemperanze di Matteo Salvini.

Il ruolo di Silvio Berlusconi nel nuovo governo, Forza Italia è ancora indispensabile

«IDENTIKIT DA TECNICO»

«Siamo in una fase embrionale, ma sicuramente Giancarlo si sta avvicinando all’Economia», dice un deputato, amico di vecchia data di Giorgetti, «del resto è più un tecnico che leghista, avendo fatto il presidente della commissione Bilancio per anni e il responsabile dello Sviluppo economico. In più è un europeista convinto, uno fedele al dogma della tenuta dei conti pubblici...».

All’inizio Salvini non la prende bene. «Non mi faccio indicare i nomi dei miei dall’esterno», sbotta. Poi, dopo che gli viene garantito che la scelta di Giorgetti non toglierà poltrone alla Lega e gli è fatta balenare la possibilità di avere il ruolo di vicepremier (assieme al forzista Antonio Tajani) oltre al dicastero delle Infrastrutture e trasporti (controlla la Guardia costiera e dunque ha voce in capitolo sugli sbarchi), il capo leghista riunisce Giorgetti, il vicesegretario Lorenzo Fontana, il capogruppo alla Camera Riccardo Molinari, Edoardo Rixi. E qui apre il dossier-Economia. Per arrivare alla conclusione, secondo alcuni, che non è il caso di mettersi di traverso.
Di certo, c’è che a mezzogiorno Salvini fa uscire una nota: «Per la Lega sarebbe motivo di grande soddisfazione e orgoglio occuparsi con un ruolo rilevante di Economia e Finanze. Donne e uomini del partito di Matteo Salvini hanno già ricoperto prestigiosi incarichi di governo dimostrando il proprio valore in settori strategici. È un onore che in queste ore arrivino nuovi e significativi riconoscimenti che testimoniano la centralità e l’affidabilità della Lega».

La nota mette in subbuglio i protagonisti della trattativa. «E’ un modo per stoppare Giorgetti, Salvini non accetta che passi come tecnico. Non a caso parla di Lega onorata di prendere l’Economia...», osserva qualche minuto dopo un leader centrista che esce dalla sede di FdI di via della Scrofa. «No, quella nota è propedeutica all’indicazione di Giancarlo per l’Economia», dice un parlamentare amico di Giorgetti. «Strano, per noi è un tecnico in quota nostra», osserva un esponente vicino a Meloni. E Ignazio La Russa: «Giorgetti può fare tutto, anche il generale delle Forze armate. E’ un mio amico». A sera, la promessa premier chiude il cerchio: «Nessuno si illuda, metteremo al governo le persone più adatte».

Per molti vedere Giorgetti nel governo con l’etichetta del tecnico, alla fine verrà accettato da Salvini. Anche perché, per sedare il leghista, Meloni è intenzionata a confermare lo schema delle presidenze di Camera e Senato: La Russa a palazzo Madama e il leghista Molinari alla Camera. E questo a dispetto di Forza Italia, corsa a rivendicare la guida di Montecitorio appena si è diffusa l’ipotesi-Giorgetti all’Economia. Non solo, come “compensazione” Salvini prova a rilanciare Roberto Calderoli per il Senato, ma va a sbattere contro il veto di FdI: «Lì ci va La Russa. Non di discute».

LA RIVOLTA IN FI

In tutto questo Berlusconi continua a dare battaglia per piazzare Ronzulli alla Salute, disposto a rinunciare addirittura agli Esteri (promessi a Tajani) pur di soddisfare la sua fedelissima. Ma chi tratta per FdI ritiene la candidatura di Ronzulli «non adeguata». Tant’è, che all’esponente di FI viene proposto il dicastero alla Famiglia. Ma lei rifiuta. E Berlusconi la spalleggia rilanciando con la richiesta del dicastero del Turismo. Più il tempo passa, più monta però l’irritazione dentro FI per l’impasse innescata dal caso-Ronzulli: «Non possiamo restare impantanati su un nome, qui il governo si deve fare», scalpita un alto esponente forzista vicino alla poltrona di ministro.

Ultimo aggiornamento: 13 Ottobre, 08:31 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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