Tangenti in Lombardia, respinta la sfiducia a Maroni. Lui: nel 2018 mi ricandido

Martedì 1 Marzo 2016
Roberto Maroni
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Il Consiglio regionale della Lombardia ha respinto, con 45 no e 31 sì, la mozione di sfiducia al governatore Roberto Maroni, presentata delle opposizioni (Pd, M5S, Patto civico) dopo il caso Rizzi. E Maroni ha annunciato che si ricandiderà nel 2018.

La maggioranza di centrodestra ha votato compatta contro; a favore, invece, le minoranze. Dopo il voto in Aula i consiglieri del M5S hanno tolto le giacche e mostrato una felpa con la scritta 'Fuori dai Maroni' e suonato dei fischietti. Dopo essere stati già censurati, i cinquestelle sono stati espulsi dal presidente dell'Aula Raffaele Cattaneo, tra le urla dei consiglieri di maggioranza che gridavano «pagliacci».

Durante i tre minuti di sospensione decisi da Cattaneo immediatamente dopo l'espulsione dei 5S, il presidente della Regione Maroni ha preso con fare scherzoso una delle felpe con la scritta e l'ha tenuta sul banco della Giunta.
La seduta è poi ripresa per discutere l'urgenza del pdl per la creazione dell'Arac, tra le proteste dell'assemblea per l' ulteriore prolungamento dei lavori prima della pausa pranzo. Intanto i cinquestelle sono rimasti in piedi in Aula, nonostante fosse stato chiesto loro di abbandonare l'emiciclo. 


«Non solo non mi dimetto, ma oggi ho deciso di ricandidarmi nel 2018 per far rivincere il centrodestra in Lombardia», ha annunciato Maroni, sottolineando «la compattezza» della sua maggioranza. «Forse noi come Lega avremmo fatto molto di peggio. L'ho fatto anch'io in Parlamento», ha detto in merito alla protesta dei consiglieri M5S al termine del dibattito sulla mozione di sfiducia nei suoi confronti. Parlando coi giornalisti al termine della seduta del Consiglio regionale, Maroni ha mostrato il suo 'trofeo', una delle felpe bianche con la scritta 'Fuori dai Maroni' sfoggiata dai 5 Stelle. «Devo solo decidere chi deve andare fuori dai Maroni...un'idea ce l'ho», ha concluso. 
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