Trentanove caselle, tante quante erano quelle del governo Draghi.
Mediazione
Del resto si tratta di un compromesso dettato dai rapporti di forza. Una «mediazione», la definisce Giorgia Meloni, meno complicata di come è stata descritta: «Non ho incontrato particolari problemi: il criterio – spiega la premier ai giornalisti – era individuare le persone migliori per determinati incarichi». E se a volte «ho avuto dei dubbi» (e il riferimento pare indirizzato proprio a Mangialavori, che una parte di Forza Italia reclamava per le Infrastrutture), «li ho fatti presenti. E ho avuto risposte positive», taglia corto il presidente del Consiglio. Che fino all’ultimo ha chiesto ai partner della maggioranza uno sforzo in più sulla rappresentanza femminile, oltre che territoriale. Un tema, quest’ultimo, particolarmente caro ai forzisti, che puntavano a compensare l’anima sudista del partito, «sottorappresentata» nella compagine ministeriale. Obiettivo centrato, nonostante il «dispiacere» per il no a Mangialavori (in “quota” Sud oltre a Tripodi entrano Matilde Siracusano ai Rapporti col Parlamento e Tullio Ferrante alle Infrastrutture).
In ogni caso, una punta di amarezza in FI resta anche per la rinuncia obbligata al terzo posto da viceministro. Alla fine gli azzurri devono “accontentarsi” di Francesco Paolo Sisto alla Giustizia e Valentino Valentini a Imprese e Made in Italy. Due “vice” anche per il Carroccio: Edoardo Rixi alle Infrastrutture, Vannia Gava (sottosegretaria uscente alla Transizione ecologica) all’Ambiente. Per FdI invece sono quattro: Edmondo Cirielli (Esteri), Maurizio Leo (Economia), Galeazzo Bignami alle Infrastrutture (e non al Mise come inizialmente ipotizzato) e Maria Teresa Bellucci (Lavoro).
Le caselle
Ai meloniani vanno poi due delle quattro deleghe attribuite ai sottosegretari alla presidenza del Consiglio: quella dell’Innovazione (per Alessio Butti) e dell’attuazione del programma (per Giovanbattista Fazzolari), mentre Alberto Barachini di FI incassa l’Editoria e l’ex direttore della Padania Alessandro Morelli si occuperà del Comitato interministeriale per la programmazione economica.
FdI si tiene poi due sottosegretari agli Interni (Emanuele Prisco e Wanda Ferro, affiancati dal leghista Nicola Molteni), uno alla Difesa (Isabella Rauti, in compagnia di Matteo Perego di FI). E poi Ambiente (Claudio Barbaro), Istruzione (Paola Frassinetti), Università (Augusta Montaruli) e Salute (Marcello Gemmato). Alla Lega vanno invece il lavoro (Claudio Durigon), la Cultura (Lucia Borgonzoni, in tandem con il meloniano Gianmarco Mazzi, oltre a Sgarbi), Economia (Federico Freni, con Sandra Savino di FI e Lucia Albano di FdI ), Sviluppo (Massimo Bitonci), Giustizia (Andrea Ostellari, insieme ad Andrea Delmastro di FdI) e Agricoltura (Luigi D’Eramo con Patrizio La Pietra di FdI). In attesa che per eventuali “scontenti”, tra una settimana, si apra la partita delle presidenze di Commissione.