Sgarbi: «Sarò sindaco di Urbino,
Pd non cambi regole per escludermi»

Sabato 18 Gennaio 2014 di Giorgio Bernardini
Vittorio Sgarbi
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URBINO - Vittorio Sgarbi vuole correre alle primarie del centrosinistra ducale e mette in guardia il Pd da una eventuale esclusione: Non si cambiano le regole in corsa: se lo fanno peggio per Urbino. Il critico d’arte non risparmia neanche un grammo del suo repertorio fatto anche di ambizione nel dare slancio alla sua candidatura targata “Verdi” e promossa dal leader regionale del partito Gianluca Carrabs e dal vicesindaco urbinate Lorenzo Tempesta.



Raggiunto al telefono ieri poco dopo l’ora di pranzo, si scusa con il suo ospite – il presidente del Pd Gianni Cuperlo – e attacca subito: «Chi vince quelle primarie a Urbino è già sindaco, io non credo che avrò problemi dato che ho già sconfitto le clientele una volta in Sicilia e visto che sono di fronte alla prova vivente (Cuperlo, ndr) che sconfiggere la Nomenclatura è possibile».

Il noto critico d'arte, che da queste parti è già stato sindaco di San Severino Marche e in passato a livello nazionale sottosegretario del ministero per i Beni culturali con un governo Berlusconi, arriva dall’esperienza di sindaco in Sicilia a Salemi (che si è conclusa con molte polemiche e non altrettante strette di mano).



In questi giorni ha già dato fuoco alle polveri per partecipare ad un’altra gara, quella per la direzione del museo per l’arte contemporanea “Luigi Pecci” di Prato.



«Ma – precisa – ora come ora non ho impegni fissi e posso mettermi a disposizione di questo progetto cercando una totale adesione della cittadinanza».



Cosa significa “totale adesione”?

«I cittadini voteranno il sindaco migliore, l’adesione sta nel fatto che se la sinistra avesse riserve nel votare uno che non è di sinistra sbaglierebbe, dovrebbe affidarsi alla personalità».



Ma non ha paura che dire che lei “non è di sinistra” possa ledere alla sua popolarità in quell’elettorato?

«Assolutamente no. E’ una sfumatura, non sono né grillino né berlusconiano. Dovrebbe bastare questo».



E se non partecipasse alle primarie farebbe una lista autonoma?

«Non fare le primarie vuol dire non essere eletto, a Urbino ha sempre vinto la sinistra…».



E’ questo il motivo per cui partecipa alle primarie?

«E’ evidente: bisogna consentire a chi non è di sinistra di votarmi e a chi lo è di apprezzare questa candidatura. Se hanno votato Renzi, che non è di sinistra, possono votare anche me».



Sembra che il Pd stia valutando se farla partecipare, mettendo dei paletti, ad esempio inserendo nelle regole la preclusione della partecipazione a chi ha fatto parte di partiti di centrodestra…

Non si possono cambiare le regole in corsa».



Quale sarebbe la sua reazione?

«La mia reazione sarebbe il dispiacere per la città di Urbino».



Cosa pensa dei suoi avversari?

«Non li conosco, non mi pare di avere degli avversari».



Conferma che nel suo programma non c’è spazio per l’opera- appena ultimata - di Santa Lucia (parcheggi, centro commerciale)?

«Dinamite, userò davvero la dinamite per eliminarlo».



E poi, altri progetti?

«Farei una grande mostra del Rinascimento italiano che ha la sua capitale a Urbino, mettere insieme università e città nella tradizione inaugurata da Carlo Bo».



Come?

«Bisogna far diventare Urbino un centro internazionale, chiamerei Oscar Farinetti e Brino Cucinelli a fare gli assessori. Bisogna avere la capacità di far capire che l’Italia che mette la bellezza al centro è quellache funziona. Urbino diverrà città di prima fila come Firenze e Roma, vorrei che la dimensione non sia limite nella considerazione del suo primato».



E se perde?

«Perdere per me è impossibile. Non vincono più i potentati, io l’ho già sperimentato altrove. Urbino per questo progetto ha bisogno di un personaggio che lo guida che ne sia all’altezza. Eccomi».
Ultimo aggiornamento: 19 Gennaio, 09:47 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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