dal nostro inviato
BOLOGNA Il tuffo al Papeete per chiudere la campagna elettorale, una passeggiata in una Bologna deserta la notte delle elezioni. Cala il sipario sulle Sardine e ora, per non dissolversi nel mare della politica, tentano il grande salto. «Da domenica le Sardine sono entrate in una nuova fase. Si lavorerà per creare, a partire da Napoli, una struttura capillare, coordinata e coesa verso una direzione chiara e condivisa», annunciano i fondatori in una nota-manifesto che circola all'interno del movimento.
L'intenzione è «abbassare i riflettori», per «avere più tempo per parlare tra noi e coordinarci, non avere fretta e potersi concentrare sulle iniziative, sul consolidamento dei gruppi locali e sul coinvolgimento delle persone che vedono nelle Sardine un possibile approdo». L'obiettivo è arrivare preparati all'incontro nazionale di Scampia del 14 e 15 marzo, perciò bisogna elaborare l'esperienza lanciata con il voto in Emilia Romagna. Dove le Sardine hanno smosso le acque, ma non spostato una quantità di voti significativa: il Pd è il primo partito con il 34,69%, poco distante dal 31,24% delle europee del 2019, e a colmare quei tre punti e mezzo ci hanno pensato gli ex elettori Cinquestelle che hanno votato Stefano Bonaccini. «Il merito della vittoria è suo - riflette il vicedirettore della rivista Il Mulino, Bruno Simili - La regione è ben amministrata e grazie a questo il governatore ha mobilitato un elettorato che non si muoveva più per votare questo centrosinistra». Ieri sera Giulia Sarcone, rappresentante delle Sardine emiliane, era sul palco di Modena a festeggiare il successo di Bonaccini, ultimo atto pubblico prima della fase di riflessione.
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LINEA COMUNE
«Insieme a tutti i referenti dei territori si farà il punto sulla strategia da intraprendere: ci sono altre sei regioni che andranno al voto - si ragiona nel movimento - e occorre una linea comune.