Matteo Renzi: «Giustizia, sto con Nordio. Sanzioni al pm che sbaglia»

Il leader di Iv: «Interventi disciplinari per chi viola il segreto istruttorio»

Lunedì 12 Dicembre 2022 di Ernesto Menicucci
Matteo Renzi: «Giustizia, sto con Nordio. Sanzioni al pm che sbaglia»
1

Presidente Renzi, avrà letto l’intervista di Nordio al Messaggero. Quanta parte ne condivide?

«Dire tutta può sembrare esagerato.

E allora mi limito a dire che condivido lo spirito del ministro anche nel metodo, non solo nel merito. E quando Nordio dice al vostro giornale che “più i fanatici faranno del loro peggio, più cercherò di fare del mio meglio” mi congratulo con lui. Perché si può essere su fronti diversi ma non si può non apprezzare lo stile e la serietà di un simile approccio».

Nel merito: registro degli indagati reso segretissimo. Sì o no?

«Sì, ma non è questo il punto. Il problema per me è: se c’è un segreto, perché chi lo viola non paga mai? Politico, giornalista, magistrato: nessuno paga mai. Nel mio caso il segreto istruttorio è stato violato in modo reiterato e ripetuto. E non ha pagato nessuno. E in alcune vicende – come quella ormai celebre dell’Autogrill – il segreto calpestato è addirittura il segreto di Stato, la cui divulgazione sarebbe in teoria punita con sanzioni durissime. Allora la vera questione diventa: chi paga per la violazione del segreto?». 

Le intercettazioni: giusto cambiarle? E lei come lo farebbe? Le indagini verrebbero danneggiate da una limitazione sulle intercettazioni?

«Nordio spiega molto bene il punto. Partiamo da due assunti talmente solari da essere ovvi. Il primo è che le intercettazioni servono. Il secondo è che l’abuso delle intercettazioni costituisce un segno di inciviltà giuridica. Quando si procede con quella che i tecnici chiamano “pesca a strascico”, ad esempio, si ledono i diritti fondamentali della persona. La Cassazione, nel caso Open, ha parlato di “inutile sacrificio di diritti”. Però i pm che hanno proceduto in quella direzione non sono stati puniti. Anzi: uno di loro si è permesso di non ottemperare alla sentenza della Cassazione. E i colleghi di Genova, con fare corporativo, hanno assecondato questo atteggiamento. Allora va benissimo cambiare le leggi. Ma nel frattempo, perché non rispettiamo le norme che già ci sono? Perché non si interviene mai, quantomeno a livello disciplinare?». 

Come è possibile snellire i procedimenti giudiziari, sia penali che civili?

«La strada di individuare “dirigenti di grande capacità manageriali”, come dice Nordio, è quella giusta. Ovviamente la palla tocca anche e soprattutto al Csm. Speriamo che il nuovo Csm, la cui entrata in carica è stata vergognosamente posticipata per colpa della politica e non dei magistrati, sia all’altezza del compito. Aggiungo che ci sono molti esempi di grande efficienza in tanti uffici giudiziari del nostro Paese. Guai insomma a buttare via il bambino con l’acqua sporca». 

Sarebbe favorevole alla responsabilità civile e penale dei magistrati per sentenze palesemente sbagliate?

«Mi piacerebbe una responsabilità contabile più che penale: chi paga il conto di indagini infinite e processi inutili? Tuttavia so che non è facile intervenire sulla responsabilità dei magistrati, anche per ragioni comprensibili. E allora mi limito a dire: mi basterebbe avere un sistema in cui si va avanti perché si è bravi, indipendentemente dalla corrente. E se si viola palesemente una norma o una sentenza, nel mio caso è capitato, quantomeno vi sia una responsabilità disciplinare degna di questo nome. Se non si può fare la responsabilità civile o penale o contabile dei magistrati, almeno che ci sia una seria sanzione sulla carriera. Perché la verità è che le prime vittime dell’irresponsabilità di alcuni, pochi pm, insieme agli imputati sono i colleghi, gli altri magistrati. È un intero sistema che viene messo sotto accusa per colpa degli errori di pochi. Io ne parlo a lungo ne “Il Mostro” su casi come quello di Open o per le vergognose indagini sulla tragedia del povero David Rossi a Siena: certe scelte di alcuni pm rischiano di gettare discredito sull’intera magistratura italiana». 

Lei ha detto che “se a Nordio verrà consentito andare avanti, noi siamo con lui”. Si aspetta altre adesioni da parte delle opposizioni?

«Noi del Terzo Polo ci siamo. I grillini ovviamente no. Rimane il nodo del Partito Democratico che un tempo era garantista e per il momento si è posizionato su una linea giustizialista folle. Sono sicuro che dopo il Congresso il Pd cambierà posizione. Ma la verità è che anziché dividersi sulle idee di Renzi, loro al congresso dovrebbe discutere le idee di Nordio, non quelle di Renzi. La frontiera tra garantismo e giustizialismo separa due visioni culturali della società che sono agli antipodi: difficile pensare di essere credibile se anche in questo settore non si ha il coraggio delle idee. Sogno un Pd che in Aula vota a favore della riforma Nordio come farà il Terzo Polo». 

Nordio: «Cambia l’avviso di garanzia e chiedo giudici-manager. Civile, a giugno si accelera»​

Pensa invece che ci saranno resistenze nella maggioranza? E se sì, da parte di chi?

«Vediamo. Utilizzando un’espressione poco giuridica e poco tecnica, mi pare di poter dire che Nordio ha messo il carico sulla riforma. Sentirlo in Commissione così lucido e motivato – pronto a battersi fino alle dimissioni – mette oggettivamente in riga la maggioranza. I giustizialisti, che pure nella destra più estrema non mancano, non potranno far venire meno il loro supporto. E Forza Italia per la prima volta può sostenere una riforma garantista e liberale senza l’accusa di farlo per ragioni “ad personam”. Insomma, io sono molto ottimista sul fatto che Nordio avrà i numeri. La sua scelta è al momento la scelta migliore che Giorgia Meloni ha fatto. Noi siamo contro il Governo su molti temi, dalla politica economica all’abolizione folle della 18app. Ma sulla giustizia ci siamo».

Ultimo aggiornamento: 13 Dicembre, 12:29 © RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci