Salvini pronto a volare a Mosca: la mossa a sorpresa. E i ministri: «Il solito show»

Sabato 28 Maggio 2022 di Mario Ajello
Salvini pronto a volare a Mosca: la mossa a sorpresa. E i ministri: «Il solito show»

dal nostro inviato 
MANDURIA (Taranto) - Chi se la cava con una smorfia, o un sorriso, di stupore (non benevolente).

Chi apre le braccia: «Il solito Salvini, tutto show». Chi non vuole commentare e chi, come il ministro Roberto Speranza, andando via non trattiene il sarcasmo: «Spero per Salvini che non ci sia un sindaco ad accoglierlo». E il collega grillino Patuanelli, ridendo: «Salvini a Mosca»? La penso come Speranza!». I due si riferiscono a quel sindaco polacco che, sul confine con l’Ucraina, sventolò sotto il naso di Salvini la t-shirt con il capo leghista inneggiante a Putin, e la brutta figura di Matteo è diventata proverbiale. Ma Salvini ci riprova. Puntando direttamente su Mosca. Quaggiù in Puglia ci sono ministri - oltre a Speranza e Patuanelli, la Carfagna, Giovannini e in arrivo c’è Di Maio - più amministratori locali e qualche deputato e la notizia della missione di pace del capo leghista sotto il Cremlino (o dentro?) per un po’ tiene banco. In questo Forum in Masseria, che si svolge nella tenuta Li Reni di Bruno Vespa ed è dedicato al Pnrr, si compulsano i telefonini, si va a vedere sui pc e si cerca di capire: «Ma Salvini si crede il Papa?».

Il parlamentare azzurro Andrea Ruggieri, nipote di Vespa, acuto e simpatico, osserva a botta calda, un po’ interdetto: «Ma con Putin non c’ha già parlato Draghi?». Non ci ha parlato il ministro degli Esteri, Di Maio, a cui tutti oggi chiederanno del tour pacifista o filo-putinista del leader leghista e nessuno si aspetta applausi per lui dalla Farnesina, ma Salvini che non è ministro fa intendere che ha rapporti importanti in Russia (e pochi ne dubitano) e non si limiterà a una trasferta di piccolo cabotaggio. Tra Roma e Manduria, tra i big che arrivano (ieri sera la Meloni, che interverrà oggi) e quelli che vanno via (ieri la presidente del Senato, Casellati, ha parlato molto di Recovery e di altro), la notizia su Salvini impressiona. E genera anche scenari del tipo: se l’ex ministro verrà ricevuto da qualche pezzo grosso del regime putiniano, e non da semplici dirigenti o peones del partito Russia Unita, significa che Mosca ci considera il ventre molle del fronte occidentale e usa il capo leghista per la propria propaganda e per dividere l’Italia più di quanto già non lo sia sul conflitto in Europa. 


E dunque che intreccio: mentre qui la presidente del Senato in sintonia con i ministri insiste sull’opportunità di un «secondo Pnrr» di guerra, ossia «serve una sorta di Piano Marshall, per fronteggiare dopo quelle del Covid le conseguenze della guerra», Salvini prende armi (si fa per dire) e bagagli (non più di uno zainetto) e si avvia direttamente a Mosca in modalità arcobaleno. «Io in Russia? La pace merita l’impegno e lo sforzo di tutti. Sto lavorando al viaggio». 
E ancora, parlando a Como, il leader del Carroccio: «Draghi ha fatto bene a telefonare a Putin e io ce la sto mettendo tutta ma già sento i ritornelli della sinistra perché se dice di andare o chiamare Mosca qualcuno che va bene al politicamente corretto, allora è una grande operazione di pace, se invece ci vado io chissà che cosa succede. Però abbiamo le spalle larghe e bisogna solo tirare dritto». 
I ministri hanno un approccio diverso sulla guerra rispetto a quello - prendo e parto - annunciato da Salvini. La Carfagna - prima di illustrare nel dettaglio gli investimenti del Pnrr per il nostro Sud: «E’ la prima volta che accade che per il Mezzogiorno vengono stanziate risorse superiori rispetto alla popolazione residente ed Pil prodotto. Ora la vera partita si gioca a livello territoriale attraverso una cooperazione virtuosa tra i diversi livelli di governo» - sottolinea l’importanza di «un debito comune europeo per fronteggiare le conseguenze economiche e sociali derivanti da questa guerra». 

La frenata

E si parla di cose concrete - tra politici, economisti, imprenditori e chef quaggiù nella campagna pugliese - senza svolazzi o show o i soliti detti e contraddetti di tipo politichese. Quanto a Salvini, che già sembrava quasi in volo verso il Cremlino, in serata frena attraverso una nota di partito: «Il viaggio in Russia è soltanto una possibilità. Qualora l’eventualità diventasse più concreta, Salvini informerà il presidente Mario Draghi e ne parlerà con i vertici della Lega». E dalla Farnesina fanno sapere: «Non ci è stata fatta alcuna comunicazione». Ma intanto a Manduria si sorseggia il rosato e si spera di non vedere Matteo sulla Piazza Rossa.

Ultimo aggiornamento: 29 Maggio, 09:30 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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