Il centrodestra dà il suo placet al sogno di Silvio Berlusconi al Quirinale.
Salvini: «Berlusconi al Quirinale? Ok del centrodestra se decide di candidarsi»
Silvio Berlusconi: «Io prof, Salvini e Meloni allievi»
Il silenzio di Giorgia Meloni
Tace per ora Meloni, ferma però all'impegno all'unità sottoscritto nella nota comune, a fine vertice. E lo ribadisce Francesco Lollobrigida, capogruppo di Fratelli d'Italia alla Camera: sulla partita del Colle «il centrodestra si muoverà come un sol uomo».
Berlusconi assolto
Del resto l'ambizione dell'ex premier può andare avanti anche grazie all'assoluzione del tribunale di Siena. Per i giudici del processo Ruby ter, «il fatto non sussiste» rispetto alle accuse di corruzione in atti giudiziari. In caso di condanna, la sentenza avrebbe potuto ipotecare una candidatura. E non a caso la vicinanza di Salvini e Meloni si fa sentire con una telefonata all'alleato, oltre all'«abbraccio affettuoso», che rimarca la leader di FdI per «un caso che durava da troppi anni». «Sollevato e soddisfatto» per il verdetto e nel giorno del suo ritorno a Bruxelles, al vertice dei Popolari, Berlusconi si smarca dall'eventuale salita al Colle per garbo istituzionale («Per il momento non ho idea al riguardo»). Non perde lo humour: «Berlusconi come lo vedo? Lo vedo in forma dopo un pò di acciacchi dovuti al Covid», risponde offrendosi a flash e telecamere. Ma si svela un po' quando ammette che Mario Draghi «sarebbe certamente un ottimo presidente della Repubblica». Però aggiunge: «Mi domando se il suo ruolo attuale non porterebbe più vantaggi al nostro Paese». In altre parole, meglio che continui a fare il premier. In più il Cav rivendica di aver pensato lui a Draghi come presidente di un governo di coalizione. E ancora prima ricorda che il premier «ha con me un rapporto antico e solidissimo», anche perché «sono stato io che, vincendo le obiezioni forti di Tremonti, l'ho portato a governatore della Banca d'Italia».
Complimenti a parte, di ritorno in Europa la missione di Berlusconi è più ampia: da un lato cercare di salvare la reputazione del centrodestra a Bruxelles, dopo le polemiche interne tra sovranismi e revival fascisti, dall'altro sminare la crepa interna al suo partito. Il giorno dopo l'affondo della sua ministra Mariastella Gelmini su presunte 'manipolazioni' dei sovranisti su FI, il Cav sminuisce: «Macché separazione, tutte cose esagerate, non c'è nulla di cui preoccuparsi». Ma allo stesso tempo bacchetta Gelmini: «Le dichiarazioni di ieri sono assolutamente contrarie alla realtà», aggiungendo: «Non so cosa le sia successo». In realtà lo sfogo della ministra del Sud tradisce una crepa più profonda: quella che divide l'anima governista di FI (sostenuta dai tre ministri azzurri, oltre alla Gelmini, Renato Brunetta e Mara Carfagna, bollati dagli altri come draghiani) da quella 'sovranistà più vicina a Lega e FdI.
Non lo nasconde Carfagna: «Non si è trattato di uno sfogo della ministra Gelmini ma di una denuncia politica sulla gestione del partito che è largamente condivisa», scandisce la ministra per il Sud. E brunetta le fa eco: «Il malcontento c'è ed è diffuso». Tornando in Italia, per ora per il fondatore di Forza Italia la strada per il Quirinale resta libera e possibile, a maggior ragione con l'ok degli altri due alleati. Ma qualcuno teme il bluff. A dirlo apertamente è il Pd che liquida l'ipotesi come «un gioco delle parti» fra i tre leader, per nascondere i problemi dopo la batosta delle amministrative.
Salvini riunisce i suoi parlamentari a Roma
Nel frattempo nella Lega continua la marcia a mostrarsi compatti e al lavoro su manovra, tasse e pensioni. Lo fa Salvini riunendo i suoi parlamentari in un'assemblea a Roma. «È stata una bellissima assemblea», spiega il segretario alla fine. Poco più d un'ora in cui, raccontano alcuni, c'è stato soprattutto un monologo del 'capitanò e anche un accenno polemico a FdI, come rivela un audio diffuso dal Foglio: «C'è modo e modo di stare all'opposizione» e non «come è accaduto negli ultimi mesi, per mettere in difficoltà la Lega e il centrodestra», avrebbe detto. Ma poco dopo chiosa: «Non sarà un audio rubato a farci litigare».