Salvini e Di Maio, è gelo: sfida per intestarsi il rilancio

Lunedì 18 Marzo 2019 di Marco Conti
Salvini e Di Maio, è gelo: sfida per intestarsi il rilancio
Il varo del decreto sblocca-cantieri, i voti al Senato su Salvini e Toninelli, la firma del memorandum cinese con l'arrivo a Roma di Xi Jinping, il passaggio di domani in aula di Conte sulla Cina, le elezioni in Basilicata. Settimana sulle montagne russe per Giuseppe Conte e il suo governo. Giornate molto intense per la maggioranza giallo-verde che continua a divaricarsi, con i due partiti che ormai viaggiano su binari paralleli destinati, forse, a non incontrarsi mai più, malgrado Matteo Salvini continui a sostenere che «va d'amore e d'accordo» con il M5S.

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IL GIOCO
La realtà però racconta tutt'altro. I due vicepremier, oltre ad aver smesso di mandarsi decine di whatsapp al giorno, ormai non si sentono quasi più. L'unico ponte tra i due è il presidente del Consiglio che ha infatti avocato tutti i dossier più controversi. Da giorni Conte sta cercando la quadra sul decreto sblocca-cantieri mentre dal Carroccio arrivano bordate più o meno soft sul testo che i tecnici stanno mettendo a punto. Per Salvini c'è il capodigabinetto Paolo Visca, ma il leader leghista non molla preoccupato forse di concedere al M5S il merito di aver fatto ripartire i cantieri. Mentre i grillini si interrogano sul «continuo gioco al rialzo» del ministro dell'Interno, Conte tira dritto ed è convinto di varare il decreto nel cdm di dopodomani quando Salvini non potrà tirare troppo la corda visto sempre lo stesso giorno, a palazzo Madama, si voterà per decidere se mandarlo o meno a processo sulla nave Diciotti.
Nella Lega il clima nei confronti dell'alleato continua ad essere teso. I leghisti al governo sostengono di non aver ancora visto il testo dello sblocca cantieri e non escludono rinvii. Per scongiurare slittamenti, dopo la mattinata sulla Asti-Cuneo e il nuovo incontro al Mit, Conte dovrà lavorare ancora sul testo. Magari chiamando a palazzo Chigi i due vicepremier e decidere se occorra o meno un commissario e quale perimetro dare al decreto.
Di sicuro non andrà mercoledì in consiglio dei ministri il pacchetto-crescita, messo a punto dal ministro dell'Economia Giovanni Tria, che dovrebbe ammortizzare il contenuto del documento di economia e finanza (Def) previsto per i primi di aprile. Le misure, che Tria ha portato venerdì scorso a palazzo Chigi, languono sul tavolo del premier dentro una cartellina con su scritto proposte per un ddl crescita.
Nel gioco della campagna elettorale permanente, ieri è entrato un nuovo argomento: la flat-tax. Nel tentativo di restare incollato al centrodestra e svuotare il più possibile Forza Italia, Salvini ieri ha rilanciato un tema contenuto nel programma di governo. Flat-tax familiare nella prossima legge di Bilancio, assicura Salvini poco interessato alle conseguenze che un tale annuncio rischia di produrre sulle finanze pubbliche. Immediata la replica del Mef («servono 60 miliardi») e la controreplica della Lega («ne bastano 12»). Un botta e risposta ad alta tensione che - raccontano i Cinquestelle - avrebbe sorpreso persino i sottosegretari del Carroccio Giancarlo Giorgetti e Massimo Garavaglia, mentre Di Maio accusa Salvini di fare «promesse alle Berlusconi».

L'ECO
Nello sfilacciamento continuo dei rapporti M5S-Lega ogni giorno si aggiungono nuovi fronti di polemica mentre non si archivia nulla del recente passato. La Tav che non piace ai grillini, e il memorandum cinese che non è gradito ai leghisti, restano nel frullatore delle accuse reciproche. Una divaricazione spinge i leader M5S e Lega a recuperare con sempre maggiore forza argomenti identitari. Il primo effetto è che i grillini, evocando il salario minimo, si spostano verso il Pd del neosegretario Nicola Zingaretti, ma soprattutto confermano di voler mettere insieme in Europa un fronte di sette partiti di stampo populista ma lontani dal sovranismo salviniano.
Sul fronte opposto il leader della Lega rilancia la flat-tax che è stato il cavallo di battaglia della campagna elettorale del centrodestra dello scorso anno, e che Forza Italia non cessa di annoverare tra le promesse mancate. Un frullatore di polemiche, posizionamenti e colpi bassi, mentre si avvicina la scadenza del Def e l'arrivo da Bruxelles di una nuova lettera di raccomandazioni.
 
Ultimo aggiornamento: 18:32 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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