Salvatore Ferrigno, arrestato candidato di centrodestra in Sicilia: mafia e voti di scambio

Esponente di Popolari Autonomisti, nella coalizione che sostiene Schifani. L'accusa: soldi e favori in cambio voti.

Venerdì 23 Settembre 2022
Salvatore Ferrigno, arrestato candidato di centrodestra in Sicilia: mafia e voti di scambio
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Il candidato alle Elezioni regionale siciliane di centrodestra Salvatore Ferrigno, 62 anni, è stato arrestato nella notte dai Carabinieri con l'accusa di scambio elettorale politico-mafioso. Ferrigno è candidato nella lista dei Popolari Autonomisti di Raffaele Lombardo, lista della coalizione che sostiene l'ex presidente del Senato Renato Schifani nella corsa alla presidenza della Regione siciliana.

In manette anche il boss Giuseppe Lo Duca e Piera Lo Iacono. Quest'ultima, secondo gli inquirenti, avrebbe fatto da intermediaria tra il politico e i boss mafiosi. L'indagine è stata coordinata dal procuratore aggiunto Paolo Guido. Secondo l'accusa, il candidato, di Carini (Palermo), avrebbe promesso favori e denaro all'esponente di Cosa nostra in cambio di voti.

Ad 'incastrarlò ci sarebbero diverse intercettazioni ambientali, anche di pochi giorni fa. 

 

Chi è

Salvatore Ferrigno, 62 anni, il candidato del centrodestra all'Ars arrestato con l'accusa di voto di scambio politico-mafioso, era stato eletto alla Camera dei deputati nel 2006 per Forza Italia nella circoscrizione italiani all'estero «America settentrionale e centrale». Infatti, da oltre 40 anni, l'uomo vive all'estero dove fa il broker assicurativo. Sono tanti i carinesi trasferiti negli anni Cinquanta negli Stati Uniti. In passato, Ferrigno, fece anche parte della commissione Difesa. È stato tra i fondatori dell'associazione 'Azzurri nel mondo of Californià. Nel 2008 l'allora governatore siciliano Raffaele Lombardo lo nominò consulente per i rapporti tra la Regione e i siciliani nel mondo. Da lì si avvicinò agli autonomisti, con cui si è candidato alle Regionali. Ecco lo slogan usato per queste elezioni: 'Il cambiamento è adesso. Coraggio, cominciamò.

Le intercettazioni

Le cimici e telecamere dei Carabinieri hanno registrato in diretta diversi incontri tra i protagonisti dell'inchiesta. La cifra pattuita sarebbe stata di ventimila euro, ma poi ci sarebbe stato uno 'scontò, fino ad arrivare alla cifra di cinquemila euro.

Ultimo aggiornamento: 17:17 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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