Meloni sfida l’Europa su Mes e case green. Salario, lite con Schlein

Le risposte all’opposizione: «La paga minima non convince». I dubbi sul trattato: «Ho il timore che non potrà accedervi nessuno»

Giovedì 16 Marzo 2023 di Francesco Malfetano
Meloni sfida l Europa su Mes e case green. Salario, lite con Schlein

No al Mes e alla direttiva Ue sulle “case green”. Ma anche «coscienza pulita» sul naufragio di Cutro e più d’una perplessità sul salario minimo di matrice dem e cinquestelle. Al termine del primo question time da premier, è la stessa Giorgia Meloni a offrire su Facebook la sintesi di una giornata impostata dall’esecutivo sul “mostrare i muscoli”. «Rivendico le scelte fatte finora, sempre in difesa Italia» si legge infatti in un post che guarda al Consiglio dei ministri di oggi e alla riforma del fisco, ma - spiegano i più vicini al presidente del Consiglio - «chiude» anche la partita a Montecitorio.

Tant’è che, a risposte terminate e a scranni semi-vuoti, tra i (pochi) ministri che si riversano in Transatlantico c’è chi quasi tira un sospiro di sollievo. La prima linea schierata a Montecitorio (con tanto di messaggio “amichevole” sulla «presenza molto gradita in Aula») è stata quasi un esercizio di stile. In maggioranza, non senza sorrisi, si parla di «occasione sprecata» da parte delle opposizioni. Con le attenuanti però: «Il question time non è un format che aiuta - sottolineano - e poi se la Schlein è sempre così...».

Eppure i toni burocratici che abitualmente caratterizzano questo tipo di sedute ieri sono diventati piuttosto roventi, piegati alla consueta dialettica “d’attacco” della premier e alla voglia delle opposizioni. Specie quando a prendere la parola è proprio Elly Schlein. La neo-segretaria dem chiede un intervento su «precarietà» e «lavoro povero», incassando non solo un “non ci convince” sull’idea di un salario minimo e una controproposta governativa sull’estensione della contrattazione collettiva, ma anche un’accusa: «Chi ha governato sino ad ora ha reso più poveri gli italiani e noi dobbiamo invertire la rotta». «Le ricordo che ora sono io all’opposizione e lei al governo e non è più tempo di prendersela con gli altri» è la contro replica schleiniana, con tanto di dito puntato. Ma il confronto si è acceso anche sui temi del cambiamento climatico, dell’emergenza idrica e del nucleare, col partito più sensibile al tema, i Verdi, che tramite Angelo Bonelli hanno chiesto direttamente alla presidente del Consiglio se il governo intenda perseguire la strada del ritorno all’energia nucleare. La premier ha messo in guardia: «L’esecutivo non è guidato da pericolosi negazionisti climatici». Un approccio - quello ambientale - avocato anche quando il confronto si sposta sulla direttiva Ue sulle “case green”. Questa visione, spiega Meloni, «non ci impedisce fare di fare valutazioni critiche su iniziative legislative comunitarie che a nostro avviso, se non vengono opportunamente rimodulate, rischiano di danneggiare il nostro tessuto economico».

E del resto l’opposizione ad un’iniziativa europea non è un episodio sparuto per l’esecutivo. Quando Luigi Marattin (Azione-IV) ha invece chiesto alla premier quando il governo intenda ratificare il Trattato istitutivo del Meccanismo europeo di stabilità (Mes), Meloni è stata più schietta di altre occasioni: «Fino a quando guiderò il governo, non potrà mai accedere al Mes». Aggiungendo, in piena coerenza con le posizioni di FdI, un monito a Bruxelles e ai Ventisette: «E temo che non potranno accedere neanche gli altri». Il ragionamento, spiega chi conosce a fondo il dossier, è che «ci sono tanti tavoli di confronto e in diplomazia ogni dettaglio è al servizio delle trattative». Tradotto: se proprio insistete e, a tempo debito, si potrà eventualmente parlare di un do ut des. Magari quando sul tavolo ci sarà il patto di stabilità. O quando la Ue si deciderà davvero ad intervenire sulla questione migratoria. 

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I MIGRANTI

Proprio i migranti sono un altro capitolo del lungo botta e risposta di ieri. Quando la triste conta delle vittime di Cutro ha ormai raggiunto 82, la premier ribadisce la necessità di un intervento europeo e che «il governo ha la coscienza a posto». Incalzata da Riccardo Magi per +Europa, Meloni torna ad spingere al centro della scena la lotta agli scafisti. «Per fini politici si finisce per mettere in discussione l’onore e l’operato di chi ogni giorno rischia la propria vita per salvarne altre e si finisce per calunniare l’Italia intera, offrendo strumenti a chi vuole caricare tutto il peso su di noi invece che assumersi le proprie responsabilità». Dopo le difficoltà dell’adombrata conferenza stampa di Cutro, il messaggio è rodato. Se funziona però lo si capirà poi. Intanto l’attenzione si sposta sul cdm: oggi infatti i ministri approveranno la legge delega sulla riforma del fisco. 

 

Ultimo aggiornamento: 17 Marzo, 09:27 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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