Rosatellum, effetto "flipper": cos'è e come funziona il meccanismo che fa tremare i candidati

Non sempre c'è piena corrispondenza tra il numero di seggi conquistati dalle liste a livello locale, nei collegi plurinominali, e il riparto dei seggi su base nazionale: ecco cosa succede

Venerdì 26 Agosto 2022 di Francesco Bechis
Rosatellum, cos'è e come funziona l'«effetto flipper» che fa tremare i candidati

Le liste dei partiti sono chiuse, i candidati che hanno ottenuto l'investitura dal segretario possono finalmente tirare un sospiro di sollievo. O meglio, alcuni dei candidati. Perché i giochi per le elezioni del 25 settembre non sono ancora finiti. Colpa dell' "effetto Flipper", uno dei passaggi più insediosi della legge elettorale in vigore, il Rosatellum.

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Un passo indietro. Come è noto il Rosatellum è una legge mista, proporzionale e maggioritaria. Un terzo degli eletti viene scelto nei collegi uninominali. Qui la regola è semplice: chi ottiene una preferenza in più degli altri ottiene il seggio. È il principio caro al costituzionalismo inglese: first past the post. Due terzi dei parlamentari però viene indicato nei collegi plurinominali, su base proporzionale. Ed è qui che entra in gioco il "flipper" elettorale, il più clamoroso effetto collaterale del Rosatellum. 

LE CIRCOSCRIZIONI
La legge in vigore divide infatti l'Italia in 28 circoscrizioni, a loro volta ripartire in 49 collegi plurinominali. Ognuno di questi può eleggere un numero di deputati che va da uno a otto. Sempre il Rosatellum prevede che i seggi siano ripartiti su base nazionale. E assegnati a tutte le liste che superino la soglia minima del 3%. Ed ecco l'intoppo. Perché non sempre c'è piena corrispondenza tra il numero di seggi conquistati dalle liste a livello locale, nei collegi plurinominali, e il riparto dei seggi su base nazionale. Può capitare dunque che, in fase di ripartizione, sia necessario fare degli aggiustamenti. 

Come spiega Youtrend, l'effetto flipper è «particolarmente insidioso soprattutto per quanto riguarda la Camera dei deputati. In ogni circoscrizione viene anzitutto attribuito a ciascuna lista un numero di seggi congruo ai propri quozienti e resti. Successivamente, però, bisogna accertare che nel totale delle circoscrizioni non vi siano liste che ottengono più o meno seggi rispetto a quanto il riparto nazionale iniziale aveva stabilito».

EFFETTO FLIPPER
E se così non fosse? Entra in gioco l'Ufficio centrale nazionale che, riprende Youtrend, «sottrae i seggi eccedenti alla coalizione di liste o singola lista nelle circoscrizioni nelle quali essa li ha ottenuti con le parti decimali dei quozienti di attribuzione, secondo il loro ordine crescente, e nelle quali inoltre le coalizioni di liste o singole liste, che non abbiano ottenuto il numero di seggi spettante, abbiano parti decimali dei quozienti non utilizzate. Conseguentemente, assegna i seggi a tali coalizioni di liste o singole liste».

Detta in maniera più semplice: viene tolto un seggio al partito che ne ha preso uno di troppo e viene assegnato alla lista che ne ha preso uno in meno rispetto a quelli stabiliti dalla ripartizione nazionale. Calato nelle circoscrizioni, l'effetto Flipper funziona così: il seggio viene sottratto al partito nella circoscrizione dove ha preso il minor numero di voti (il quoziente più basso) e viene dato al partito che ha preso il più alto numero di preferenze senza però riuscire a far scattare il seggio (il "resto" più alto). 

Capita a volte che questa ripartizione non si possa fare in una sola regione. Ecco allora che parte il valzer dell'effetto flipper: il seggio da assegnare si può cercare in altre regioni, dando via a un potenziale domino che, inevitabilmente, cambia i risultati locali.

 

L'ESEMPIO
Un esempio può aiutare. «Se 15.000 leghisti milanesi cambiassero idea e votassero Fratelli d’Italia, Fratelli d’Italia otterrebbe un seggio in più a Cagliari togliendolo a Forza Italia (i cui voti sono rimasti invariati). Forza Italia guadagnerebbe però un seggio in Basilicata, togliendolo alla Lega», spiega al Corriere della Sera il docente di Economia politica Emanuele Bracco. Con l'effetto paradossale, aggiunge, che della serie di aggiustamenti dell'effetto flipper finisca vittima anche «un povero forzista sardo, che ha dovuto lasciare il suo posto a un collega lucano senza che i voti del suo partito siano cambiati né in Sardegna, né in Basilicata».

Insomma, spiega Youtrend, tra i tanti intoppi del Rosatellum c'è «la difficoltà del conoscere al cento per cento chi può essere eletto in base semplicemente al risultato della lista in un collegio». Se i candidati blindati possono sentirsi al sicuro, chi corre nel proporzionale in una posizione più pericolante dovrà fare doppia attenzione. Perché le sorprese potrebbero arrivare, anche all'ultimo.

Ultimo aggiornamento: 22:30 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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