Sindaco Roma, le elezioni: il Pd con Gualtieri. M5S affossa Zingaretti e Conte blinda la Raggi

Lunedì 10 Maggio 2021 di Mario Ajello
Sindaco Roma, le elezioni: il Pd con Gualtieri. M5S affossa Zingaretti e Conte blinda la Raggi
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I 5 stelle, più quelli laziali che il resto del movimento, affondano la candidatura di Zingaretti a sindaco di Roma. Non tanto perché ce l’hanno con lui, anzi sotto sotto tifavano per Nicola sia i big nazionali come Conte e Di Maio sia parte dei regionali, ma per paura delle reazioni della Raggi, di quelle della base romana che sta per Virginia e della terribilità della vendetta del Dibba contro il partito grillino nel caso la corsa di Zingaretti avesse portato alla sconfitta della sindaca uscente che porta comunque, al netto di disamori e lotte interne, la casacca M5S.

E comunque: Zingaretti voleva una sola assicurazione per scendere in campo per il Campidoglio con il Pd, e cioè che la sua giunta rossogiallo nel Lazio non sarebbe crollata. I 5 stelle gli hanno detto che l’avrebbero fatta saltare in aria e lui si è ritirato dalla corsa romana. Di fatto, appena il Messaggero e altri giornali hanno raccontato le mosse sempre più decise dell’ex segretario del Pd verso la corsa per il Comune, è scattata la contromossa. Molto drastica. «Visto il rincorrersi di articoli di stampa, ci teniamo a ribadire il forte imbarazzo che una eventuale candidatura di Nicola Zingaretti per le Comunali di Roma porterebbe nella neonata alleanza regionale». Parole nette queste di Roberta Lombardi e di Valentina Corrado, la prima assessora alla Transizione ecologica e digitale e la seconda assessora al Turismo e agli enti locali. 

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IL VETO
Un alt a Zingaretti, nonostante la Lombardi sia nemica storica della Raggi, ma un alt anche a Conte di cui in M5S non si fa che dire: «Stava vendendo l’esistenza di un patto già siglato tra Pd e noi sulla pax in Regione nel caso Zingaretti si fosse candidato. Ma evidentemente Conte vendeva qualcosa di suo gradimento, una sua speranza, e non la realtà». Conte da una parte e Letta e Boccia dall’altra consideravano fatta la candidatura di Nicola. E invece, no. C’era il particolare, non secondario, della Corrado che aveva già pronta una lettera di dimissioni dal governo laziale, da presentare il giorno in cui Zingaretti avesse sciolto la riserva a candidarsi per il Campidoglio. Incalzano la Lombardi e la Corrado: «La volontà di tutti è quella di non far naufragare l’intesa che, per quanto riguarda il lavoro regionale, ha delle basi concrete». Avvertimento: «Se Zingaretti si candida, ci saranno gravi conseguenze». Crolla tutto, ecco: «Non possiamo ignorare che la situazione che si verrebbe a creare (uniti in Regione e avversari a Roma con Zingaretti come candidato e presidente) sfiorerebbe il paradosso. L’opinione pubblica guarderebbe alla situazione di Roma e del Lazio smarrita nei giochi politici». 
Doccia fredda sul nazareno. Letta chiama Gualtieri e dice: «Tocca a te, Roberto». Zingaretti è fuori gioco. Gualtieri che sembrava sul punto di mollare rientra in pieno. E l’ex ministro dell’Economia annuncia: «Mi metto a disposizione di Roma, con umiltà e orgoglio. Partecipo alle primarie del 20 giugno. Costruiamo insieme il futuro della nostra città: io ci sono!». Letta in velocità ritwitta l’annuncio della candidatura di Gualtieri e aggiunge tre emoticon del segno di forza.

Ecco l’ufficializzazione della candidatura dell’ex ministro. Da che sembrava quasi fatta quella di Nicola, si passa di colpo alla discesa in campo di Gualtieri, nient’affatto sgradita a Zingaretti. Il quale viene descritto in queste ore da qualche amico così: «Si è tolto un peso». E addirittura, ma questo è troppo: «Andrà a ringraziare la Lombardi che lo ha tolto da una competizione nella quale non voleva infilarsi». Ma lo avrebbe fatto a certe condizioni. Che sono mancate. «E Nicola - confida deluso Boccia agli amici - alla fine non se l’è sentita». 

LO SCONTRO
Visto che tutto stava precipitando, Conte in realtà zingarettiano in chiave rossogialla e di alleanza romana come simbolo dell’alleanza nazionale ha a virato prontamente sulla Raggi dicendo ogni bene di lei e ufficializzando finalmente la sua candidatura: «Virginia sta dando un volto nuovo a Roma. Il movimento la appoggia in maniera compatta e convinta. Ci dispiace non aver fatto l’accordo con il Pd ma si va avanti». «Avanti uniti!», è il grido di gioia della Raggi. Che era infuriata per quello che alcuni dei suoi chiamavano «il tradimento» pro-Zingaretti dei vertici M5S ma lei - anche telefonando a tutti, compreso Di Maio - è riuscita a bloccare. E ora comincerà una campagna elettorale assai aspra, con tre candidati nello stesso campo - Calenda, Raggi, Gualtieri - e la speranza che lo scontro non pregiudichi un’alleanza M5S-Pd al secondo turno chiunque ci arrivi.
 

Ultimo aggiornamento: 11:17 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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