Renzi attacca di nuovo D'Alema: lui e Berlusconi si vogliono tanto bene

Giovedì 8 Settembre 2016
Renzi attacca di nuovo D'Alema: lui e Berlusconi si vogliono tanto bene
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«Siamo pronti a discutere di modifiche all'Italicum, non siamo a far la guerra. Noi pensiamo sia una buona ottima legge, però bisogna ci facciano le proposte. A me basta che ci sia la riconoscibilità del candidato». Lo ha detto il premier Matteo Renzi alla festa dell'Unità di Firenze.

Olimpiadi. «Chi dice no ai grandi eventi dovrebbe spiegare perché; quelli che dicono no ai grandi eventi perché qualcuno ruba bisogna arrestare i ladri. Io dico No a fermare il paese, questo atteggiamento distrugge il paese», ha poi sottolineato Renzi riferendosi alle Olimpiadi del 2024 a Roma. «Chi dice di no magari per questioni interne, rifarsi verginità nel dibattito di Roma a me sembra triste per Roma e per l'Italia. Decideranno loro, hanno vinto loro, ma non si può dire di no perché si ha paura del futuro», ha aggiunto riferendosi al sindaco Virginia Raggi e ai 5 stelle, da sempre contrari alle Olimpiadi.

D'Alema. «Ce l'ha con me perché non l'ho nominato alto rappresentante della politica estera europea. Io ero disposto a farlo ma per quel ruolo ci voleva una donna, anche se si tagliava i baffi se ne sarebbero accorti... Ma il punto centrale è che io non credo si possa fare una battaglia politica per un risentimento personale: si fa politica per sentimento, non per risentimento». Così poi Renzi è tornato ad attaccare l'ex premier.

«Portate i sali a Filippo Sensi - ha quindi scherzato il segretario del Pd Renzi riferendosi al suo portavoce a proposito di quanto aveva detto poco prima su D'Alema - ma la verità bisogna dirla, no?. Io - ha anche dett  Renzi - ho l'impressione che nella guerra di d'Alema contro il sì non ci siano elementi di merito. Ho provato ad ascoltarlo, lui dice no a costituzioni approvate a maggioranza ma l'ultima riforma così approvata porta la firma di Massimo D'Alema. Che l'ha votata a sua insaputa evidentemente. Noi siamo coerenti con il nostro passato, lui è coerente con Brunetta, Salvini e Grillo». «Berlusconi e D'Alema si vogliono tanto bene e torneranno a fare e disfare», se vincerà il no al Referendum ha poi detto ancora Renzi in un altro passaggio del suo intervento. 

Grillo. «Sono stato serio verso Beppe Grillo: nessuna polemica nessun insulto, nessuno gli sta rinfacciando le figuracce di Roma. Lui ci ha detto nei mesi scorsi che siamo un partito di corrotti. Ma io difendo l'orgoglio la dignità e l'onestà degli iscritti dei militanti del Pd che è l'unico partito di cui si discute. Noi sull'onestà non prendiamo lezioni da nessuno», ha poi osservato Renzi. «La trasparenza c'è nella nostra riforma, c'è chi la scrive nel blog e chi la scrive in Costituzione».

Referendum. «Questo referendum si vince e si vince bene, ma bisogna mettersi a lavorare tutti. Non è il mio referendum. siamo partiti da Firenze per cambiare l'italia, che volete che sia vincere questo referendum...», ha proseguito il premier.

«Non fischiate, ci sono e sono i benvenuti perché siamo convinti che la democrazia è una cosa bella». Così poi si è espresso Renzi riferendosi a chi voterà no al referendum costituzionale, dopo che Gianni Riotta ha esortato il pubblico ad alzare le mani annunciano il voto favorevole o contrario. All'alzata di mano di chi si è detto per il no sono partiti alcuni fischi dei sostenitori del sì.

«Chi dice che se vince il sì l'Italia diventa fascista si deve vergognare. Occorre avere cura delle parole. Io rispetto chi vota no, ma non si può sostenere il no dicendo che arriva il fascismo», ha continuato il premier rispondendo sempre a Riotta che ha attribuito tale posizione a un "ex rettore di Pisa"«Chi? Il professor Salvatore Settis? - ha detto Renzi - Settis si occupa di archeologia, forse non ha letto la Costituzione...».

Sul voto per il referendum «so che voi vorreste personalizzare: ma dovete leggere il quesito, perché se passa il sì le cose cambiano, se vince il no le cose restano così per 20 anni. Chi ci crede ci dia una mano, faccia comitati», ha insistito il presidente del consiglio. «Io vi dico che quando abbiamo iniziato a fare la Leopolda sembrava che il Paese fosse immobile, fosse impossibile cambiare su tutto, Nel giro di tre anni qualcosa è cambiato. Oggi - ha detto Renzi - c'è una legge sui diritti civili in Italia che non c'era: c'è una legge sul terzo settore, oggi c'è una battaglia contro il precariato, 585 mila posti di cui due terzi a tempo indeterminato. Queste cose che sembravano impossibili non le ho fatte io, le ha fatte l'Italia, tutti insieme». «Si diceva "è impossibile superare il bicameralismo paritario", noi la vogliamo superare la riduzione del numero dei parlamentari - ha concluso - la soppressione del Cnel, il titolo V, una riforma che abbiamo fatto noi sbagliando e dando troppe competenze alle Regioni».

La risposta di D'Alema. «Alle sciocchezze non si risponde». Così D'Alema ha replicato alle parole del premier. «Alle battute peraltro ripetute che un giovane così creativo come il presidente del Consiglio dovrebbe cambiare non si risponde - ha concluso -. Avremo occasione di fare dibattiti seri sulla Costituzione. Sulla Costituzione c'è libertà di coscienza, quando sono in gioco i valori fondamentali della vita democratica. La libertà è garantita a tutti gli iscritti e io mi giogo di questa libertà garantita dallo Statuto del partito».


 

Ultimo aggiornamento: 9 Settembre, 20:10 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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