Nuovo Senato, i dissidenti Pd: non lo votiamo. L’ira del premier

Giovedì 17 Luglio 2014 di Nino Bertoloni Meli
Matteo Renzi
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Quando c’era da metterci la faccia, non si sono fatti vedere. C’ chi giura di aver sentito Matteo Renzi sibilare queste parole all’indirizzo dei dissidenti pd, quando ha visto che la fronda non solo non rientrava, ma intignava con corollario di promesse battagliere del tipo «voteremo contro».



Sulle riforme non sono bastate 18 assemblee di gruppo, non sono stati sufficienti interventi, discussioni, richiami, confronti, è andata a farsi benedire la formula secondo cui la minoranza si attiene alle decisioni della maggioranza, niente di tutto questo, i dissidenti continuano a fare i dissidenti. «Sulla riforma della Costituzione rispondo solo alla mia coscienza», ha scandito in aula Vannino Chiti, il principale ispiratore della fronda dem, che tradotto significa non c’è disciplina o maggioranza di partito che tenga, voterò contro. Non è un problema di numeri, a questo punto, se tiene come pare il patto del Nazareno il pacchetto alla fine passerà e anche con un buon margine di scarto, alcuni frondisti probabilmente rientreranno pure. Il problema è politico, e riguarda l’obiettivo che hanno in mente i frondisti, «sono colleghi maturi e vaccinati, non è che non si rendano conto su quel che significa spingere il dissenso fino all’estremo», spiega Giorgio Tonini, veltronian renziano.





Il vice segretario Lorenzo Guerini dà voce allo stato d’animo del vertice del partito: «Qui nessuno caccia nessuno, ma non si tratta di un voto di coscienza, se i dissidenti alla fine votano contro dovranno rendere conto alla base, all’elettorato, al Paese». Quale l’obiettivo politico di questo dissenso spinto alle estreme conseguenze? Pippo Civati, riferimento di alcuni dei frondisti, spiega: «L’ipotesi di dar vita a un gruppo autonomo con dissidenti del M5S e Sel è ancora in piedi. E poi, c’è un altro obiettivo: se Renzi dura, si andrà prima o poi a un accordo con lui, ma non è che possiamo arrivarci a mani vuote, dobbiamo contare qualcosa, avere un peso».





I TEMPI SI ALLUNGANO

Un risultato comunque i frondisti lo hanno ottenuto: i tempi slittano, inesorabilmente. Alla ripresa dei lavori d’aula a palazzo Madama, la ministra Maria Elena Boschi si è trovata davanti a un muro di 7 mila emendamenti, 6 mila solo di Sel che così aumenta le distanze dal Pd, e gli altri sparsi fra forzisti e Gal; una decina le modifiche avanzate dai dissidenti del Pd, 200 dai cinquestelle, un centinaio dalla Lega. Conseguenza: votazioni slittate a lunedì, e voto finale che slitta pericolosamente a vigilia di vacanze. Con un Senato che si sta comportando proprio come una istituzione da abolire, visto che, oltre agli interventi para ostruzionistici (20 minuti a testa), si deve fermare per far posto a votazioni su decreti in scadenza, nonché alla fondamentale riunione del Cosac (conferenza specializzata per gli affari Ue). Toccherà alla conferenza dei capigruppo sbrogliare la matassa, «serviranno molto probabilmemnte sedute notturne». Per ultimo, la Lega è passata dal quasi sì al quasi no. «O viene introdotto il referendum propositivo come in Svizzera, o votiamo no alle riforme», annuncia il segretario Salvini, e siccome il referendum lui lo vuole sull’adesione o meno alla Ue (ma sui trattati internazionali è vietato, tabù), se mantiene il punto margini non ce ne saranno.





E’ in questo quadro che si svolge in giornata il secondo incontro tra Pd e M5S. Per il partito di maggioranza ci saranno i firmatari della lettera, Renzi, Serracchiani, Moretti e Speranza; per i cinquestelle gli stessi dell’altra volta, Grillo ancora contumace. Il capo M5S non ha mancato di mandare il biglietto da visita sulle riforme, di questo tenore: «Dittatura a norma di legge», fa sua, in sostanza, la tesi che circola in alcuni ambienti anche di sinistra che Renzi stia lavorando a una svolta autoritaria. «Coerenza. Non si può chiedere di scrivere insieme la legge elettorale e poi avere un atteggiamento di chiusura», la replica di Roberto Speranza, capogruppo del Pd.
Ultimo aggiornamento: 18 Luglio, 09:07

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