Duro scontro a distanza tra Matteo Renzi e Giuseppe Conte sul reddito di cittadinanza. Un «mezzo uomo» che parla con «un linguaggio da mafioso della politica». Si alzano i toni della campagna elettorale ed è Matteo Renzi ad usare l'epiteto più duro, almeno fino ad oggi, di questa corsa al voto che è arrivata alle sue battute finali. Colpisce che il bersaglio di questa frase sferzante non sia nel centrodestra ma decisamente più a sinistra, si tratta di Giuseppe Conte.
Passano poche ore e - in questa frenetica campagna elettorale nella quale i leader battono a tappeto tutte le province d'Italia - Matteo Renzi si materializza a Genova e non usa toni diplomatici: «Ti devi vergognare Giuseppe Conte pensando che qualcuno possa picchiarmi. È incredibile questo modo di fare che inneggia alla violenza. Conte sei un mezzo uomo, abbi il coraggio di fare un confronto civile sui temi, questo è un linguaggio da mafioso della politica». Ma non basta: «Tre ore fa Palermo Conte ha detto "Renzi venga senza scorta a Palermo a dire che vuol togliere il reddito di cittadinanza". Cosa stai facendo Giuseppe Conte? Stai minacciando la violenza fisica», afferma Renzi.
In serata il leader M5s prova ad abbassare i toni e non controreplica con violenza: «Renzi la smetta con le furbizie e non stravolga le cose. Non scambi per un invito alla violenza l'appello che gli rinnovo: si confronti senza filtri con il mondo reale e ascolti la voce di chi non ha niente. L'unica vera minaccia è quella che Renzi rivolge ogni giorno verso chi è in gravi difficoltà economiche e non arriva neppure a metà mese». Che i toni si stiano alzando lo dimostra anche un episodio avvenuto a Napoli a un gazebo di Impegno Civico, la forza politica guidata da Luigi Di Maio. «I ragazzi di Impegno Civico sono stati malmenati - ha scritto il ministro degli Esteri - le loro magliette strappate, il gazebo distrutto. Questa non è campagna elettorale. Ma a chi fa della violenza uno strumento di propaganda politica dico di fermarsi e chiedere scusa. Spero che tutti gli schieramenti politici si uniscano al mio appello. Noi andiamo avanti con educazione e rispetto, queste minacce non ci intimoriscono, non ci fermano».
Il messaggio al Pd: deve cambiare nome in 5 Stelle
«Il Pd che vuole il reddito di cittadinanza e che archivia il nostro Jobs Act non è che sta cambiando idea, deve cambiare nome, si chiamano 5 Stelle». È il commento del leader di Italia Viva Matteo Renzi a margine di un comizio elettorale a Genova. «Credo che Letta stia sbagliando tutto poverino, uno che arriva e per prima cosa dice "aumentiamo le tasse"... - afferma Renzi -. Noi abbiamo una campagna elettorale in cui la Meloni guida i sondaggi, Salvini e Berlusconi fanno a gara a fare la flat tax più bassa, a fronte di questa mirabolante lista di promesse del centrodestra, cosa fa il Pd? Riflette e dice aumentiamo le tasse con l'imposta di successione. Geniale».
L'energia
«Io credo che il tema dell'energia sia il tema principale paradossalmente da prima della guerra perché la speculazione sull'energia è iniziata prima della guerra e ovviamente è esplosa con il conflitto ucraino - ha detto Renzi -. Ci sono due questioni la prima è sul breve periodo bisogna avere un accordo europeo per abbassare i costi e per rifondere non soltanto alle imprese energivore che sono ovviamente le più colpite ma anche le spese delle famiglie, i comuni per i campi sportivi i circoli le parrocchie. Il secondo tema è che è inutile che ci affidiamo alla Francia o agli altri paesi, noi non abbiamo il nucleare che serve in prospettiva, quello di nuova generazione. Dobbiamo sbloccare le rinnovabili che sono bloccate dalle sovraintendenze, dobbiamo andare a prenderci il gas in Adriatico. In Adriatico ci sono sei nuovi impianti che si sono presi i croati e non noi, abbiamo il petrolio in Basilicata che non prendiamo quanto potremo mettere questo Dobbiamo raddoppiare il tap e dobbiamo mettere questo rigassificatore al largo di Piombino».