Regionali, il rebus urne per i positivi al Covid: si studia il voto elettronico

Martedì 28 Luglio 2020 di Cristiana Mangani ed Emilio Pucci
Regionali, il rebus urne per i positivi al Covid: si studia il voto elettronico

La richiesta è arrivata dal Comitato tecnico scientifico: come consentire ai positivi al Covid-19 di votare alle prossime elezioni regionali e al referendum? Gli esperti hanno girato la questione al Viminale, ma stanno anche studiando un protocollo per consentire di esercitare il proprio voto il 20 e il 21 settembre, anche a chi è ricoverato o si trova in quarantena perché contagiato dal virus.
Il dossier sulla necessità di trovare sedi alternative alle scuole per le urne è in mano ai sindaci, impossibile per il governo nonostante gli appelli della maggioranza muoversi a largo raggio, ci lavoreranno gli enti locali. Ma l'allarme più urgente ora riguarda la tutela della salute degli elettori. Il diritto al voto di chi è rimasto contagiato va salvaguardato, ma allo stesso tempo occorre assicurare che, per di più trattandosi di edifici scolastici, non si formino nuovi focolai nella scelta dei governatori e sul referendum per il taglio dei parlamentari. Da qui l'interrogativo posto dagli epidemiologici e il lavoro del ministero dell'Interno per cercare di trovare una soluzione. Al momento non c'è una decisione. Viene esclusa però l'eventualità di costituire dei seggi Covid: sarebbe un atto discriminatorio, la tesi al ministero dell'Interno.

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LA PROCEDURA
Tra le varie ipotesi sul tavolo quella di servirsi delle Asl o del voto elettronico. «Bisogna osserva il costituzionalista dem Ceccanti - garantire l'equilibrio tra il diritto di voto e quello della sicurezza. Serve una procedura chiara». Sono tante, infatti, le tutele che vanno considerate e rispettate, e gli esperti del Viminale le stanno prendendo tutte in considerazione.
Va detto, però, che la soluzione è molto difficile. È stata valutata la possibilità di spedire per posta la scheda elettorale, così come avviene con chi vota all'estero. Ma in questo caso, chi potrebbe poi analizzare le circa ventimila buste (questo il numero dei possibili votanti) provenienti dalle persone affette da Covid? E ancora, in che modo sarebbe possibile recarsi nell'abitazione o in ospedale a raccogliere la schede senza vìolare la privacy. E in ogni caso, dove trovare il personale che potrebbe occuparsene.

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La legge prevede che, in caso di persone non trasportabili, si predispongano dei seggi per malati all'interno degli ospedali, ma come fare se l'elettore è contagioso? Lo stesso discorso vale per chi è in quarantena nel proprio domicilio: se non può uscire di casa per rispetto delle regole, certamente non potrà farlo per andare a esprimere il proprio voto.
Restano tra le ipotesi sulle quali si sta lavorando, quelle che prevedono la possibilità di incaricare le Asl o anche di esprimere la propria preferenza attraverso un voto elettronico. Qualora si decidesse di percorrere questa strada, però, dovrà essere il Parlamento a consentirlo. La questione resta, quindi, tecnicamente molto complessa.
 

Ultimo aggiornamento: 10:39 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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