Regionali, Tar respinge lista Pdl Roma
Berlusconi: toghe politicizzate

Mercoledì 17 Marzo 2010
Regionali, Tar respinge lista Pdl Roma Berlusconi: toghe politicizzate
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ROMA (17 marzo) - Il Tar del Lazio ha respinto la richiesta di sospensiva avanzata dal Pdl contro il provvedimento con il quale il 12 marzo l'ufficio elettorale centrale presso la Corte d'Appello non aveva ammesso la lista provinciale di Roma alle regionali. La lista del Pdl di Roma, dunque, per il momento resta fuori dalla competizione elettorale. È il settimo no, dopo i due dell'Ufficio elettorale, i due della Corte d'Appello, uno del Tar del Lazio e uno del Consiglio di Stato.



I giudici del Tar del Lazio hanno ribadito l'inapplicabilità del decreto legge salva liste nel caso della lista Pdl Roma perché, anche se la disposizione è interpretativa, non può insistere «su una materia disciplinata da legge regionale». Per i giudici non è esistente il profilo di incostituzionalità del decreto «proprio perché nel caso specifico non è applicabile». «I ricorrenti non avevano titolo all'applicazione del dl e alla connessa riapertura dei termini per la presentazione delle liste - si legge nell'ordinanza del Tar - in quanto il dl ne consente la riammissione solo nel caso in cui i delegati erano presenti negli uffici entro l'orario prestabilito e provvisti di tutta la documentazione e nel caso specifico gli unici elementi incontestabili sono solo la presenza di un delegato e di una scatola». I giudici nell'ordinanza rilevano che «le valutazioni dell'ufficio regionale non appaiono manifestamente illogiche o carenti sotto profilo dello svolgimento dei fatti».



Pdl ricorrerà al Consiglio di Stato. L'avvocato Enrico Lubrano, uno dei legali del Popolo della Libertà, ha fatto annunciato che il Pdl ricorrerà al Consiglio di Stato. La nuova documentazione relativa alla lista era stata presentata dal PdL all'ufficio elettorale l'8 marzo, dopo l'approvazione, il 5 marzo, del decreto cosiddetto salva-liste da parte del Governo. Si tratta del secondo ricorso al Tar del Lazio presentato dal Pdl contro l'estromissione della lista. Anche il primo ricorso, promosso per chiedere la sospensione dell'esclusione, era stato respinto dal Tar l'8 marzo. Decisione ribadita sabato scorso dal Consiglio di Stato.



Le foto del 27 febbraio in tribunale. I legali del partito del premier, gli avvocati Luigi Medugno, Ignazio Abrignani (che è anche il responsabile elettorale nazionale Pdl), Filippo ed Enrico Lubrano ed Elisabetta Rampelli, avevano depositato anche alcune fotografie che dimostrerebbero l'esistenza all'interno del tribunale già il 27 febbraio (data di scadenza dei termini per la presentazione, prima della riapertura degli stessi ai sensi del dl) di tutta la documentazione richiesta per la presentazione della lista. Documentazione che, per due volte, gli Uffici elettorali del Tribunale e della Corte d'appello, hanno considerato incompleta, decretandone l'esclusione. Le foto in questione sono fermi immagine estratti da un video comparso su Youtube.



Domani è atteso il pronunciamento della Corte Costituzionale sulla legittimità del Dl Salva-liste. A ricorrere alla Consulta era stata la Regione Lazio che ha chiesto di sospendere il decreto per conflitto di competenza, intervenendo il dl in una materia regolata dalla legge elettorale regionale.



Oggi nuovo attacco del premier Silvio Berlusconi contro i magistrati mentre montano le polemiche sullo scontro tra ministero della Giustizia e Consiglio superiore della magistratura sull'inchiesta di Trani Rai-Agcom in cui è indagato il premier.



«Magistratura politicizzata». «In questa campagna elettorale», ha esordito Berlusconi, «invece di poter ricordare i risultati straordinari del nostro governo in Campania e poi in Abruzzo oltre alle tante cose che abbiamo fatto, è scesa in campo la magistratura che fa politica che ha dettato i temi e i tempi della campagna elettorale prima con una falsa tangentopoli che non c'è stata e non c'è perchè al massimo si tratta di singoli casi da individuare e punire, poi addirittura schizzando fango su quello che abbiamo fatto in Abruzzo, poi con il tentativo di escludere la lista del Pdl guarda caso nelle due principali città di Roma e Milano dando in più la colpa ai nostri rappresentanti che non avevano e non hanno alcuna responsabilità, ma ci sono stati invece dei magistrati che hanno violato in maniera grave delle norme». Senza l'intervento della magistratura, ha detto il premier, quella delle regionali «sarebbe stata una campagna elettorale disastrosa per la sinistra».



«Dopo il voto rivoluzione liberale». Dopo le elezioni faremo la «rivoluzione liberale» a cominciare dall'elezione diretta del premier, dalla riforma della giustizia e da quella del fisco. Ad affermarlo il premier intervenendo alla cena con i deputati del Pdl, secondo quanto riferiscono alcuni presenti.



Bersani: problema sono le ossessioni del premier. «Da Napolitano sono arrivate parole sagge che meritano di essere ascoltate - dice il segretario del Pd, Pier Luigi Bersani riferendosi al montano le polemiche sullo scontro sull'inchiesta di Trani - Naturalmente abbiamo sentito anche le parole del premier in queste ore. Il problema non siamo noi, che vogliamo essere il partito della legalità e non dei giudici, ma che siamo sempre intorno ai problemi del premier e alle sue ossessioni giudiziarie e televisive». Il Pd, ribadisce il leader democratico, non ha alcuna intenzione di cavalcare le inchieste: «Le abbiamo mai cavalcate? - dice - Ognuno fa il suo mestiere, la politica il suo, la magistratura il suo... in questo senso le parole di Napolitano sono riassuntive».



Casini: sul caos liste Berlusconi doveva scusarsi. «Berlusconi avrebbe dovuto dire a Italiani vi chiedo scusa perché i nostri hanno fatto un sacco di pasticci, non c'entravano nulla i giudici comunisti,il complotto dei magistrati, ma solo l'inefficienza di chi litigando fino all'ultimo per i posti in lista è arrivato fuori tempo massimo». Lo dice il leader dell'Udc, Pier Ferdinando Casini, ospite di Mentana condicio sul Corriere. «Questo - sottolinea - è quanto hanno detto gli esponenti del Pdl nei momenti immediatamente successivi a quanto è accaduto e se la sono presa tra di loro. Ma poi, dopo tre giorni, è arrivato il contrordine di Berlusconi e allora se la sono presa con i magistrati comunisti». Massimo D'Alema si dimise dopo aver perso le elezioni e se dovesse perdere Silvio Berlusconi? «Non credo che si corra questo rischio, più facile che D'Alema si dimetta dal Copasir...» dice il leader dell'Udc. Ma se Berlusconi perdesse le elezioni, anche se perdesse tutte le elezioni «io le dimissioni del governo non le chiederei. Non vedo il motivo perchè si debba dimettere», dice Casini. Manca l'alternativa? «Senz'altro è così, ma chiedere le dimissioni Berlusconi sarebbe sbagliato, perchè Berlusconi - aggiunge - deve governare 5 anni».



Legale Pd: 27 giudici confermano sbaglio Pdl. «Ventisette giudici danno torto al Pdl: questo conferma che lo sbaglio è tutto loro» commenta l'avvocato del Pd, Luca Petrucci. «Hanno fatto un pasticcio nella presentazione delle liste - ha aggiunto l'avvocato - hanno fatto un pasticcio con il decreto, ma ora 27 giudici hanno confermato la bontà della decisione della commissione elettorale. Ora la smettano - ha concluso Petrucci - di incolpare i giudici o qualcun altro».



Montino: senza stupidità Pdl sarebbe stato più difficile vincere. «Berlusconi forse si confonde - dice il vicepresidente della Regione Lazio Esterino Montino- senza la stupida arroganza sua e del centro destra che sarebbe stato per noi più difficile vincere le elezioni». È quanto afferma . «Dopo che i suoi rappresentanti, al posto di presentare la lista del Pdl sono andati all'osteria a mangiar panini - continua Montino -, lui se la prende con i pubblici ufficiali: magistrati, cancellieri e carabinieri. Gli ricordiamo che sono sette i livelli di giudizio contro l'ammissione della lista del Pdl. Come al solito le sue dichiarazioni superano l'arroganza più patetica e ridicola».



Alemanno: far convergere voti sulla Polverini. Sulla questione dell'esclusione della lista del Pdl di Roma dalla competizione elettorale è intervenuto oggi il sindaco Gianni Alemanno che dal suo blog e dalla sua pagina Facebook ha lanciato un appello a votare per la candidata del centrodestra Renata Polverini e far convergere i voti sulla sua lista. «È impensabile - osserva il sindaco nell'appello elettorale - che una lista come il Pdl non partecipi alle elezioni e dopo questo evento dobbiamo moltiplicare la mobilitazione».






Ultimo aggiornamento: 7 Aprile, 18:07 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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