Regionali, lista Pdl Roma non ammessa
Pannella: rinviare il voto. No del Pd

Martedì 9 Marzo 2010
La Polverini ed Alemanno al termine del vertice a Palazzo Grazioli
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ROMA (9 marzo) - Anche l'ufficio elettorale circoscrizionale del tribunale di Roma ha bocciato la lista Pdl Roma dopo il no del Tar del Lazio (le motivazioni). Il Pdl si prepara al ricorso al Consiglio di Stato. Il premier oggi ha convocato un vertice a Palazzo Grazioli al termine del quale ha spronato i suoi a continuare con la campagna elettorale, improntata tutta all'attacco, basata sul concetto che l'iniziale esclusione della lista è dovuta all'eccessivo fiscalismo di alcuni magistrati. «Ora vedrete dei bei fuochi d'artificio» ha riferito un dirigente del partito.

Il premier pensa a una grande manifestazione nazionale del Popolo della libertà che si potrebbe tenere il 20 marzo a Roma, portando sullo stesso palco e 13 candidati-governatore. Intanto il Tar della Lombardia ha confermato la riammissione della lista Per la Lombardia di Roberto Formigoni, decisione, spiegano i giudici, che prescinde dal decreto del governo.

Il dibattito sul rinvio del voto. Una sanatoria per le firme e lo slittamento delle elezioni regionali a fine aprile. E' quanto propone il leader storico dei radicali Marco Pannella per porre fine al "caos liste". E conferma: Emma Bonino non si ritira. In mattinata però il Pd aveva bocciato l'ipotesi di un rinvio del voto («sarebbe un pasticcio» aveva detto Pier Luigi Bersani). Contrario anche Di Pietro («un atto criminale piegarsi ad un regime che pretende di spazzare via tutte le regole»). Per il Pdl l'ipotesi del rinvio del voto «non esiste», per questo non se ne è parlato al vertice di Palazzo Grazioli di oggi.

Bocciatura Tar Lazio e decreto "salva liste", è polemica. Nuovo attacco dell'Idv al Quirinale («Berlusconi come il marchese del Grillo e Napolitano gli va dietro» dice Antonio Di Pietro). Mentre l'ex presidente della Camera, Luciano Violante, afferma che l'operato del Capo dello Stato deve essere lasciato fuori, il Pdl torna ad attaccare il Pd, Idv e radicali: «I veri fascisti sono loro che ricorrono a tutti i mezzi per evitare che la lista del PdL venga accettata». Quanto alla bocciatura del Tar Italo Bocchino ricorda che «lo Stato ha il potere di legiferare anche quando le Regioni l'abbiano a loro volta già fatto in materia di legislazione concorrente». Se per Emma Bonino «non si può andare avanti come se nulla fosse», per Renata Polverini, che spera nel ricorso al Consiglio di Stato, quella nel Lazio «non è una campagna elettorale alla pari». Il candidato Pdl in Lombardia Roberto Formigoni intanto afferma che «il caso Lazio è diverso da quello Lombardia» e dopo l'ammissione della sua lista si dice soddisfatto.

Pannella: sanatoria e rinvio voto di un mese. «Una sanatoria sul piano delle firme per coloro che hanno già presentato nei termini previsti le liste e, per poter consentire un minimo di campagna elettorale seria e fatta bene, spostare di 30 giorni la consultazione elettorale». E' quanto ha proposto Pannella a margine dell'assemblea nazionale dei Radicali a Roma.

Da Pannella inoltre un chiaro no all'ipotesi del ritiro della Bonino. «Dico no all'Aventino - ha sottolineato il leader storico dei radicali- anche perché non mi sembra che il ritiro sia tecnicamente possibile».

Bersani: il rinvio del voto sarebbe un pasticcio. «Hanno sommato turbamenti a turbamenti, pasticci a pasticci. Vuole il centrodestra raffreddare la testa e riposarsi un attimo? È ora che i ministri smettano di avanzare ipotesi. C'è una scadenza elettorale ed operazioni di validazione in corso. Punto». Così il segretario del Pd Pier Luigi Bersani spiega la contrarietà dei democratici all'ipotesi di rinvio del voto nel Lazio. Nel pomeriggio, all'assemblea dei radicali, Bersani riafferma il suo no al rinvio delle elezioni. «Hanno imbrogliato - dice riferendosi al governo - ma sul rinvio generale io mantengo la riserva». Invita infine i radicali ad «andare a votare e vincere» sicuro che la Bonino ce la possa fare.

Le critiche del Pd a Berlusconi. Il premier «ci ha sempre e solo insultati» dice Bersani il quale è convinto che Berlusconi non cambierà atteggiamento per cercare una soluzione. «Neanche un prestigiatore come Silvio Berlusconi riesce a fare esistere una lista che non c'è» afferma Rosy Bindi.

Cicchitto: i veri fascisti sono all'opposizione. «Il partito democratico, l'IdV, i radicali - afferma in una nota il presidente dei deputati del Pdl, Fabrizio Cicchitto - stanno facendo ogni sforzo possibile e immaginabile ricorrendo anche a tutti gli aiuti possibili, per evitare che nel Lazio si facciano elezioni regolari, con tutte le liste in campo, compresa quella del PdL». Cicchitto parla di «situazione controversa dal punto di vista giudiziario perché‚ la Commissione d'appello elettorale ha accettato la lista del PdL mentre il TAR l'ha respinta». Secondo Cicchitto «i veri autoritari e fascisti sono loro che stanno ricorrendo a tutti i mezzi per evitare che la lista del PdL, il partito più forte a Roma, possa presentarsi».

Bocchino: lo Stato può legiferare. «La decisione del Tar del Lazio di non applicare il decreto legge non ha tenuto conto della sentenza della Corte Costituzionale 303 del 2003 che ha riconosciuto allo Stato il potere di legiferare anche quando le Regioni l'abbiano a loro volta già fatto in materia di legislazione concorrente, così com'è la materia elettorale». Lo sottolinea Italo Bocchino, presidente vicario del gruppo Pdl alla Camera ricorda che «secondo la Consulta lo Stato può intervenire se c'è la necessità di evitare il rischio della ineffettivita delle pubbliche funzioni. Solo la Corte, quindi - conclude - può valutare l'ammissibilità dell'intervento statale e il Tar non può disapplicare la legge».

Bondi all'opposizione: basta! Recuperate la ragione. «Adesso basta! Finitela! Abbassate le grida, le urla, gli strepiti - scrive in una nota il coordinatore nazionale del Pdl, Sandro Bondi, rivolgendosi alle opposizioni - Smettetela di mettere in scena l'ennesimo massacro delle istituzioni, della democrazia, della Costituzione».

Di Pietro attacca il premier e Napolitano. «Berlusconi fa come il marchese del Grillo: siccome comando io, mi faccio la legge come voglio io... E il presidente della Repubblica che gli va appresso...». Lo dice Antonio Di Pietro a Un caffè con su SkyTg24. Il leader dell'Idv assicura che con il Pd si andrà in piazza «insieme con grande determinazione». Poi paragona «Benito Mussolini e Benito Berlusconi: sono la stessa cosa. Se vinciamo 2 a 0 farà una legge secondo la quale lo 0 vince sul 2, sono cose che faceva Mussolini», rimarca Di Pietro.

Violante: il Colle va lasciato fuori. Se Napolitano non avesse firmato «si sarebbe aperto un conflitto istituzionale paralizzante che non avrebbe potuto essere risolto da nessuno» afferma l'ex presidente della Camera, Luciano Violante in un'intervista al Messaggero. «Il Quirinale - afferma - non è una stampella né dell'opposizione, né della maggioranza».

Tar non esclude valutazione costituzionalità. Per i giudici del Tar del Lazio i profili di illegittimità costituzionale del decreto "salva liste" potranno essere valutati durante la trattazione di merito del ricorso del Pdl Roma contro l'esclusione della lista dalle elezioni regionali di fine mese. La circostanza emerge dall'ordinanza con la quale i giudici hanno ieri respinto la richiesta di sospensione del provvedimento di esclusione del Pdl disposto il 3 marzo scorso dall'Ufficio centrale regionale.

Il decreto "salva-liste" inizierà il suo iter domani alla Camera: è stato assegnato in sede referente alla commissione Affari Costituzionali dalla quale dovrà avere il via libera entro 15 giorni, cioè entro domenica 21 marzo.

Tar riammette Formigoni anche nel merito. Dopo la conferma dell'ammissione della lista Per la Lombardia, Roberto Formigoni si dice soddisfatto della sentenza del Tar. In mattinata aveva affermato che i casi Lazio e Lombardia erano completamente diversi. «In Lombardia - ha spiegato - la mia lista non è mai stata esclusa, se non in maniera scorretta. Un po' diverso è il caso del Lazio». In pratica, secondo i giudici, i Radicali che avevano causato l'originale esclusione della lista Per la Lombardia, non erano legittimati a ricorrere perché ormai erano scaduti i termini per la presentazione dei ricorsi.

Legale lista Penati: sentenza debole. Per la professoressa Marilisa D'Amico, uno dei legali delle Lista Penati, la sentenza del Tar è «debole» anche perché «non affronta, né vuole affrontare il problema della regolarità o meno delle firme».

Pezzotta: decreto legge non serviva. Per Savino Pezzotta, candidato dell'Udc alla presidenza della Lombardia «il decreto legge non serviva perché in un paese normale, ma noi non lo siamo ancora, si attiva la magistratura che è l'organo di controllo e che sta dimostrando di verificare».

La manifestazione di sabato contro il decreto "salva liste". Non è contro Napolitano, assicura Antonio Di Pietro, ma contro «un regime fascista di ritorno». «Sarà sotto il segno della piena responsabilità del governo» rimarca Bersani. In piazza ci sarà anche Guglielmo Epifani, segretario generale della Cgil che oggi critica il decreto "salva liste": «Un decreto in campagna elettorale non si era mai visto». A Milano previsto un presidio alle 14 in largo Cairoli dove sarà allestito un maxischermo che trasmetterà la manifestazione di Roma.


Ultimo aggiornamento: 7 Aprile, 21:43 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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