Rave, sì alle modifiche al decreto. Meloni: «Ma rispettare le leggi». Piantedosi: «Nessun rischio per i cortei»

Meloni sfida le proteste: "Chi pensa alla sicurezza sul lavoro?"

Sabato 5 Novembre 2022 di Valentina Errante
Rave, sì alle modifiche al decreto. «Ma rispettare le leggi». Pianteosi incontra i sindacati: «Nessun rischio per i cortei»
2

«Se qualcuno pensa che la norma si possa fare meglio noi siamo disponibili ad ascoltare, purché le critiche non siano pretestuose». Parla anche del decreto che sta suscitando tante polemiche, la premier Giorgia Meloni, nella prima conferenza stampa indetta subito dopo il Cdm. Nel giorno in cui il ministro dell'Interno Matteo Piantedosi ha incontrato i segretari generali dei sindacati confederali per rassicurarli sul fatto che la norma anti rave non riguarderà manifestazioni e scioperi, Meloni, rispondendo a una domanda chiarisce che non intende arretrare «Come si coniuga questa cosa dei rave con le norme sulla sicurezza dei lavoratori? Con quelle sulla sicurezza alimentare? Ad esempio, se vuoi vendere gli arrosticidni devi chiedere l'autorizzazione, perché c'è chi non lo deve fare?».

Così la premier Giorgia Meloni risponde alla domanda su come si intenda modificare il decreto con la norma contro i rave party. «Qualsiasi cosa tu voglia fare - insiste Meloni - tu devi rispettare le leggi. E questa Italia di chi non vuole farlo per noi è finita». Se invece si vuol dire il contrario «io non li seguo. Io vado avanti». Ma rassicura sulle manifestazioni pubbliche: «Lontano dalla mia storia cercare di vietare le manifestazioni. Facciano altre proposte, ma non siamo la repubblica della banane, su questo non intendo tornare indietro».

LE REGOLE
E se la premier apre alle modifiche in sede parlamentare su un punto appare fermissima: «Vogliamo impedire che non si rispettino le leggi dello Stato italiano. In conferenza stampa la premier riporta un messaggio ricevuto da un cittadino che loda il provvedimento e aggiunge: «Ci hanno detto che vogliamo vietare le manifestazioni, nulla di più lontano da me. Poi ci hanno detto anche che questi poveri ragazzi non si possono più divertire e dovranno andare all'estero - e conclude - i giovani che fanno i rave party rispettino le stesse leggi che devono rispettare tutti quelli che lavorano nel settore della ristorazione e dell'intrattenimento.

L'INCONTRO
Che non ci fosse nessun rischio per le manifestazioni e che la norma anti rave non sarà applicata in caso di proteste sindacali, ma soltanto per i party abusivi estemporanei con invasione di aree o edifici, il ministro dell'Interno Piantedosi lo aveva già garantito all'incontro con i segretari generali della Cgil, Maurizio Landini, Cisl, Luigi Sbarra, e Uil, Pierpaolo Bombardieri. In una nota, poi aveva sottolineato «il contributo fondamentale che gli stessi sindacati da sempre offrono nel promuovere la democrazia e nell'isolare e sconfiggere ogni forma di violenza». Anche il ministro ha aperto alle modifiche parlamentari. Così, dopo aver espresso «preoccupazioni e perplessità» sul decreto gli leader sindacali hanno riconosciuto di essere stati rassicurati. Ma a Landini, però, non basta e chiede in ogni caso «il ritiro della norma» perché anche sul fronte dei rave, sostiene, esistono già norme adeguate a rispondere alle preoccupazioni del governo.

L'OPPOSIZIONE
Il Pd, intanto, propone un subemendamento soppressivo che difficilmente, però, sarà esaminato, visto che, prima di arrivare in aula dovrebbe ottenere l'ok di tutti i gruppi. Da Fratelli d'Italia è subito arrivato «il no grazie», con Tommaso Foti, vicepresidente alla Camera, che bolla l'iniziativa come un modo «per fare cinema». L'opposizione chiede da giorni modifiche, dal Iv fino a M5S.
E il Campidoglio con tempismo politico intanto promulga una sorta di diritto di residenza anche per chi occupa: limitatamente ai fragili e ai minori viene derogato l'articolo 5 del decreto Lupi, che esclude dalla residenza e dall'allaccio ai pubblici servizi chi vive all'interno di stabili occupati. Una mossa per evitare che il decreto possa essere applicato in caso di occupazioni di stabili, la clausola di salvaguardia, per chi è in precarie condizioni sociali e di salute, garantisce ora, a Roma, residenza, acqua e luce.

Ultimo aggiornamento: 6 Novembre, 17:16 © RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci