«Capisco il dolore della madre ma io sto con chi indossa la divisa che in questo caso ha fatto solo il suo dovere».
Sulla tragedia accaduta in via Borzoli c'è una indagine della procura che vuole chiarire se ci sia stato un eccesso di difesa da parte dell'agente. «Un atto dovuto - aveva detto ieri Salvini - ma è fondamentale che chiunque indossi la divisa sappia che il Paese è con lui». Il poliziotto ferito è in ripresa: «È chiaro che quando c'è una morte non è mai una buona notizia, però spero che torni presto con la sua famiglia e a prestare servizio per le strade genovesi - ha detto ilk titolare del Viminale -. Gli ho ridato appuntamento in questura o in piazza o in strada la prossima volta».
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Il ministro ha spiegato di avere chiesto un incontro alla famiglia di Jefferson Tomalà, il giovane morto. «Ero disponibile a incontrare i parenti del defunto che hanno però fatto altre scelte, che non giudico. Non mi permetto di giudicare una mamma che ha perso il figlio, per una mamma che ha perso il figlio non posso che pregare», ha detto Salvini. «Se il figlio non avesse accoltellato una, due, tre, quattro, cinque, sei volte una persona che sta facendo il suo lavoro oggi sarebbe vivo e vegeto su questa terra», ha aggiunto.
Nella successiva visita in Prefettura, il ministro dell'Interno ha incontrato anche l'agente che ha sparato per difendere il collega uccidendo il giovane. Poi l'annuncio sulla sperimentazione della pistola taser. «Avrò la fortuna come ministro, di cominciare la sperimentazione con le pistole elettriche come in altri paesi europei, per mettere in condizione i poliziotti e i Carabinieri di difendersi e di difenderci ancora meglio». «Il taser non è una scelta dello sceriffo Salvini - ha sottolineato -. Io ho messo solo la firma finale su un progetto portato avanti dalle passate amministrazioni. Molto probabilmente la tragedia di Genova poteva finire in modo diverso se fosse già stata attiva questa sperimentazione».