I peones azzurri sono, o si mostrano, tranquillissimi. E numeri del Senato alla mano - che dicono che senza i 17 renziani la maggioranza rosso-gialla non c'è più e va sotto di almeno sei o sette voti - fanno questo ragionamento: «Noi siamo 61 a Palazzo Madama. Se si va a votare, visto che un altro governo in questa legislatura non ci sarà affatto, torniamo in Senato al massimo in cinque o sei». Quindi? «Quando la prescrizione arriverà in aula, chi si darà malato, chi si sarà fatto mettere in missione, chi si attarderà alla toilette e correrà in aula a scrutinio già fatto fingendo di scusarsi...». Dunque si abbassa il quorum, si salva la legislatura e ci si tiene il posto. Ma sarà davvero così, come crede anche il premier Conte, arciconvinto che responsabili berlusconiani o centristi sbucheranno per salvare lui ma soprattutto se stessi? In realtà lo scenario numerico è da horror e su questo Renzi ha buon gioco.
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I CALCOLI
Senza quelli di Italia Viva la maggioranza che sostiene l'esecutivo si fermerebbe, nella migliore delle ipotesi, a quota 155 contro i 161-162 che hanno sulla carta tutte le opposizioni più i renziani. I senatori 5 Stelle, dopo espulsioni e fughe, sono 98. A questi vanno aggiunti i 36 del Pd e poi ci sono gli otto senatori del gruppo Per le Autonomie di cui sette solitamente votano con il governo. E ancora: i 19 senatori del gruppo Misto, tra cui i quattro di LeU, dei quali 14 sono schierati con la maggioranza che sostiene Conte. Se tutti saranno in Aula e nessuno si sfilerà si arriva a quota 155. Il fronte opposto è così formato. I 61 di Forza Italia più i 60 della Lega più i 18 di FdI. Poi c'è il senatore del gruppo Per le Autonomie che non vota con il governo e i cinque del Misto. Se a questi si aggiungono i renziani, si arriverebbe a un totale di 162 e il governo andrebbe sotto di almeno 6 o 7 voti. A questo si arriverà? Renzi continua a fare fuoco e fiamme ma non vuole far cadere il governo. E così, si fa strada l'ipotesi più probabile che al momento di pronunciarsi i 17 di Renzi disertino l'aula per abbassare il quorum dei voti necessari e far passare la legge. Rimarcando il totale dissenso politico e di principio.
ROTONDI DIXIT
E comunque, Salvini si lecca i baffi: «Non vedo l'ora di vedere la scena d'aula del disfacimento di una maggioranza già sfasciata».