Pensioni, Boeri: con quota 100 il debito cresce di 100 miliardi

Giovedì 11 Ottobre 2018
Pensioni, Boeri: con quota 100 il debito cresce di 100 miliardi
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Nuovo duro scontro fra il presidente dell'Inps, Tito Boeri, e il vice premier, Matteo Salvini, che ha invitato l'economista a dimettersi dalla guida dell'istituto e a candidarsi.

Introdurre nel sistema previdenziale la quota 100 con un minimo di 62 anni di età e 38 di contributi insieme allo stop all'indicizzazione alla speranza di vita per i requisiti contributivi nella pensione anticipata porta a un «incremento del debito pensionistico destinato a gravare sulle generazioni future nell'ordine di 100 miliardi», ha detto Boeri in una audizione alla Commissione Lavoro della Camera. «Non possiamo esimerci - ha detto - dal lanciare un campanello d'allarme». 

Il risparmio che potrebbe arrivare dal disegno di legge sulle pensioni d'oro sarebbe inferiore a 150 milioni e riguarderebbe una platea di circa 30.000 persone, ha poi affermato il presidente dell'Inps, sottolineando che si raggiungerebbe questa riduzione della spesa pensionistica solo se il taglio sulle pensioni superiori a 90.000 euro annui facesse riferimento all'intero reddito pensionistico e non alle singole pensioni. La riduzione massima sarebbe del 23% mentre quella media sarebbe dell'8%.

Immediata la replica di Salvini, che già altre volte si era scontrato con il presidente dell'Inps. «Da italiano invito il dottor Boeri, che anche oggi difende la sua amata legge Fornero, a dimettersi dalla presidenza dell'Inps e a presentarsi alle prossime elezioni chiedendo il voto per mandare la gente in pensione a 80 anni - ha scandito Salvini -. Più alcuni professoroni mi chiedono di non toccare la legge Fornero, più mi convinco che il diritto alla pensione per centinaia di migliaia di italiani (che significa diritto al lavoro per centinaia di migliaia di giovani) sia uno dei meriti più grandi di questo governo». 

La Fornero «è un furto per i 60enni e per le generazioni future, perché blocca e ingessa il mondo del lavoro», ha poi aggiunto il vicepremier durante una diretta Facebook, a ribadire che sulla modifica della legge non farà passi indietro definendo le modifiche un «atto di giustizia». Quanto ai tempi per andare in pensione con le nuove norme, Salvini non è stato netto. «Non so se parte il primo gennaio o il primo febbraio, tecnicamente le modifiche alla Fornero non lo fai in un quarto d'ora. A me interessa - ha proseguito - che il 2019 sia un anno di cambiamento. Non arriverà tutto e subito, non tutti nel 2019 andranno in pensione, troveranno un lavoro, pagheranno meno tasse. Ma si comincerà nel 2019». 

«Boeri ha difeso strenuamente i privilegi dei sindacalisti, attaccando la nostra pdl sul taglio alle pensioni d'oro che prevede un ricalcolo contributivo anche per loro. Non contento, si è spinto a difendere per l'ennesima volta la legge Fornero sulle pensioni, mettendo di fatto in discussione il voto popolare. Boeri deve rassegnarsi: l'indirizzo politico del governo lo decidono i cittadini, non un organismo tecnico come quello che presiede. Quota 100 verrà introdotta». Lo dichiarano i deputati M5S delle commissioni Lavoro e Bilancio. 

Secondo i deputati 5 Stelle, quota 100 ci sarà «perché è una misura di giustizia sociale che darà una boccata d'ossigeno al mondo del lavoro e alla produttività, consentendo alle imprese di assumere giovani lavoratori in sostituzione di coloro che accedono alla pensione. Tra l'altro, su questo, avrà una funzione positiva anche il dl dignità, che ha previsto sgravi contributivi a favore delle imprese che assumono stabilmente under 35».

«Il presidente dell'Inps - aggiungono ancora i pentastellati - è ritornato anche sul fumoso concetto di debito implicito, sostenendo che l'introduzione di quota 100 avrebbe effetti su tale parametro per 100 miliardi di euro. È un'analisi che non ci ha mai convinto, perché parte dal presupposto che il rapporto spesa pensionistica/Pil possa solo salire. La verità è che stimolando il Pil, come faremo a differenza dei governi precedenti, la spesa pensionistica italiana sarà in futuro pienamente sostenibile. Oggi, infatti, abbiamo oltre 6 milioni di persone disoccupate o inattive che vanno riportate al lavoro. Aumentando il tasso di occupazione aumenteranno anche i contributi versati alle casse dell'Inps, garantendo pensioni future più elevate e margini di spesa già oggi per mandare in pensione qualche anno prima chi ha già lavorato per 38 anni», concludono i deputati.


 

Ultimo aggiornamento: 12 Ottobre, 08:27 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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