Pd-M5S, scontro su vicepresidenze e questori di Senato e Camera. L'ira dem: fatto senza precedenti

Mercoledì 28 Marzo 2018
Pd-M5S, scontro su vicepresidenze e questori di Senato e Camera. L'ira dem: fatto senza precedenti
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Per la prima volta in Senato l'opposizione non avrà nessuno dei tre questori, vale a dire i senatori che amministrano Palazzo Madama. È quanto è emerso al termine delle votazioni per l'elezione dei vicepresidenti e dei questori a Palazzo Madama.

Uno strappo sul piano istituzionale ma con conseguenze politiche perché nel Pd, che ottiene una vicepresidenza, si sottolinea che la chiusura da parte di M5s certifica l'inesistenza di un possibile dialogo tra pentastellati e Dem per il governo. Da registrare anche la difficoltà nel centrodestra a trovare un equilibrio tra i tre partiti, con tensioni che potrebbero riverberarsi domani a Montecitorio per le elezioni dei vicepresidenti e dei questori.

Sia alla Camera che al Senato sono previsti quattro vicepresidenti, tre questori e otto segretari d'Aula che insieme al Presidente compongono l'ufficio di presidenza. Il Pd chiedeva un vicepresidente e un questore in entrambe le Camere, in quanto opposizione, secondo la prassi in atto sin dal 1948. Tesi contestata da M5s che ha sottolineato che non essendoci ancora il governo, non si può ancora dire chi è maggioranza e chi è opposizione. Inoltre M5s vuole avere la maggioranza all'interno dell'ufficio di presidenza in vista dell'abolizione dei vitalizi.

I Dem però portavano in dote 54 voti che avrebbero permesso alla candidata di M5s, Laura Bottici, di essere la più
votata, divenendo quindi il Questore anziano, cioè il presidente del Collegio dei questori. Il tutto in cambio di un congruo numero di voti per il dem Gianni Pittella, a scapito di uno dei due candidati del centrodestra, cioè Antonio De Poli (NcI) e Paolo Arrigoni (Lega). Infatti ogni senatore ha a disposizione due voti, e mentre quelli del centrodestra votavano i propri due, M5s e Pd avrebbero potuto prestarsi reciproco soccorso. Ma così non è stato perché M5s non ha voluto fare uno sgarbo al centrodestra e in particolare alla Lega.

«Essendo tanti dovranno dare un qualcosa a ciascuno. Solo che quando lo facevamo noi era una "spartizione di potere", ora che lo fanno loro è "libera espressione della democrazia"», ha detto Matteo Renzi, compiaciuto. Sì, perché il passaggio ha dato ragione alla linea dell'ex leader dem: l'ipotizzata volontà di dialogo di Luigi Di Maio con i dem nei fatti non esiste. Quindi avanti con una opposizione netta. Per altro il capogruppo Andrea Marcucci ha detto: «Noi conosciamo bene quali sono le nostre volontà, quali sono le indicazioni della Direzione del partito».

Alla fine sono risultati eletti come vicepresidenti Roberto Calderoli (Lega), Ignazio Larussa (Fdi), Paola Taverna (M5s) e Anna Rossomando (Pd), mentre i questori sono De Poli (Nci), Arrigoni (Lega) e Bottici (M5S). Giovedì alla Camera lo schema potrebbe ripetersi o anche andar peggio al Pd, visto che potrebbe rimanere escluso sia dai vicepresidenti che dai questori. Fdi chiede infatti oltre a un vicepresidente anche un questore, così come M5s, per pesare in ufficio di presidenza.

«La presenza del Pd nelle presidenze di Camera e Senato con funzioni di rappresentanza e controllo è una questione democratica», ha protestato Maurizio Martina. «Che in Senato sia stato negata al Pd la possibilità di avere un questore è un fatto gravissimo. Per la prima volta nella storia repubblicana l'opposizione parlamentare non avrà accesso al funzionamento della macchina del Senato. Siamo davanti ad un fatto senza precedenti. Quale è il concetto di democrazia del M5S e della destra? "Facciamo tutto da soli"?», ha detto a Porta a Porta il neo presidente dei senatori del Pd Andrea Marcucci.

 

Ultimo aggiornamento: 29 Marzo, 15:47 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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