Pubblica amministrazione, primo sì della Camera alla legge che invita a denunciare i colleghi che commettono illeciti

Giovedì 21 Gennaio 2016
L'aula della Camera
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Chi denuncia la corruzione o illeciti compiuti dai colleghi, sia nel pubblico sia nel privato, avrà una tutela 'ad hoc', anche se per la sua denuncia non avrà diritto a un premio: lo prevede la pdl sul 'whistleblowing' approvata dall'Aula della Camera con 281 sì, 71 no e 18 astenuti e che ora passa al Senato.  

Il provvedimento, che è in prima lettura alla Camera e nasce da testi presentati da M5S e Pd, risulta sensibilmente depotenziato rispetto alla stesura originale. Esso prevede che il pubblico dipendente che, nell'interesse
dell'integrità della Pubblica amministrazione, denuncia all'ANAC o alla magistratura ordinaria o contabile condotte illecite di cui è venuto a conoscenza in base al proprio rapporto di lavoro non può essere sanzionato, licenziato o sottoposto ad una misura discriminazione riconducibile alla sua
segnalazione.

Eventuali misure di discriminazione contro il whistleblower saranno sanzionate dall'Anac con multe da 5 a 30mila euro.  Perchè la segnalazione dell'illecito, poi, deve essere fatta in «buona fede: il pubblico dipendente che
segnali un fatto illecito deve avere una "ragionevole convinzione fondata su elementi di fatto, che la condotta illecita segnalata si sia verificata". L'identità del whistleblower non potrà essere rivelata, e a tal scopo si potrà ricorrere anche a strumenti di crittografia. 
 
Duramente contro si è espressa Forza Italia che, con Francesco Paolo Sisto, ha denunciato come il testo rappresenti una »incitazione alla delazione« che, secondo Edmondo Cirielli di Fdi, si »avvicina agli schemi della Germania nazista e della Russia comunista«. Soddisfatto M5S con Francesca Businarolo, secondo cui »questa normativa opera già in altri Paesi ed offre una tutela necessaria a chi segnala illeciti«. Positivo anche il giudizio del Pd, che ha votato convintamente il testo. 
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