Migranti, Antonio Tajani: «​Linea dura sulle Ong. L’Europa batta un colpo, superi gli egoismi»

Il ministro degli Esteri: «L’Europa deve farsi carico di Mediterraneo e Balcani

Domenica 6 Novembre 2022 di Ernesto Menicucci
Migranti, Antonio Tajani: « Linea dura sulle Ong. L’Europa batta un colpo, superi gli egoismi»

Sul tavolo alla Farnesina una serie di emergenze. Non ultima la tensione in Serbia e Kosovo, con l’intervento degli ambasciatori italiani, che si aggiunge alle questioni dei migranti, dove il ministro annuncia la linea dura sulle Ong che non rispettano le regole. Alle spalle, la missione al G7 in Germania «dove tra gli altri ho avuto un lunghissimo colloquio di 40 minuti con il segretario di Stato Usa Blinken, che ha avuto parole molto lusinghiere per l’Italia». E, nell’immediato futuro, il vertice (il 14 novembre) con gli omologhi dei Paesi Ue, dove Antonio Tajani, ministro degli Esteri italiano, andrà con una missione precisa. Tema, ovviamente, gli sbarchi dei migranti.

Migranti, Humanity 1 in arrivo al porto di Catania. Tre navi ong in acque italiane. Nelle prossime ore ispezione a bordo

«Andrò – dice il ministro – a dire una cosa molto chiara: che serve un patto a livello europeo per la gestione degli sbarchi e delle rotte dei migranti.

Non solo quelle che insistono sul Mediterraneo, ma anche quelle dei Balcani e dell’Est Europa che interessano, oltre all’Italia, anche stati membri come la Germania ed altri».

Ecco, la Germania. Finora, sulle Ong che battono bandiera tedesca, non sembra ci sia stata grande collaborazione...

«Ma vede, il problema non è il singolo Stato: la Germania, la Norvegia o altri. È un problema di legittimità, di strategia, che non può essere a carico solo dell’Italia, della Grecia o della Spagna. È un tema che Bruxelles deve affrontare e risolvere in modo coordinato. La Ue deve battere un colpo, superando gli egoismi».

Al momento, vicino alle coste siciliane, ci sono quattro imbarcazioni con migranti a bordo. Che si fa?

«Siamo d’accordo con il ministro dell’Interno Piantedosi: la priorità è accogliere i fragili, i malati, le donne, i bambini, le donne incinte. Non possiamo trasformare il Mediterraneo in un cimitero ma noi dobbiamo sapere chi c’è a bordo, da dove vengono, dove sono stati presi».

E chi deve fornire questi dati?

«La responsabilità è dei comandanti, sono loro a dover rispettare le regole. Non possiamo agire sugli Stati, ma su di loro sì. Come? Beh, con l’intervento della magistratura laddove si configurasse un reato in acque italiane».

Altre azioni?

«Una serie di accordi con i Paesi da cui partono i migranti. Penso alla Libia, ma anche alla Tunisia, al Marocco, al Niger e tutto il Sahel. Il mercato degli esseri umani va fermato. Altra cosa è l’immigrazione regolare di chi viene in Italia per studiare o per lavorare. Per noi l’Africa è un interlocutore fondamentale: lì serve più Italia, più Europa. E servono anche missioni per la crescita e lo sviluppo economico del continente. Nel 2050 ci saranno 2,5 miliardi di africani: è un tema che va affrontato».

Dalla Francia ci sono state delle aperture sul tema migranti. Dalla Norvegia una chiusura. Se lo aspettava?

«Ripeto. Non è un problema di singoli paesi, ma di rispetto delle regole generali. Gli Stati devono farsi carico delle navi che portano la loro bandiera».

 

Come è andata la prima missione del premier Meloni in Europa?

«Molto bene. Avevo parlato con von der Leyen e Michel, mi avevano già manifestato la loro totale disponibilità nei confronti del premier. L’Italia è uscita a testa alta, siamo un governo credibile, che è stato riconosciuto come tale. Chi pensava che l’Italia, con il nuovo governo, sarebbe rimasta isolata in Europa è stato smentito».

Rivedere il Pnrr (come previsto anche dalla Ue), coordinamento su migranti e politiche energetiche. C’è una via italiana allo stare in Europa?

«Noi vogliamo un’Europa che applichi il principio di sussidiarietà, che intervenga laddove gli stati membri non possono o non riescono. Penso quindi ai grandi temi: energia, immigrazione, difesa comune. È il modello già visto con i vaccini e la pandemia».

Che altro?

«Serve un dialogo forte con altre realtà importanti come l’India, il Sudafrica. E l’Italia sarà protagonista per rendere l’Europa più forte».

Cosa pensa della visita di Scholz, cancelliere tedesco, in Cina?

«Pechino è un nostro partner ma anche un nostro competitor. Bisogna essere prudenti. Siamo sempre per il dialogo, ma facendo attenzione al fatto che il nostro mercato non sia invaso da una concorrenza sleale. Altra questione quella di Taiwan: al G7 ho ribadito come lì vada mantenuto lo status quo, senza invasioni cinesi. Così come la difesa di Israele per noi è fondamentale: va bene avere due popoli e due stati, ma Israele per noi è un punto di riferimento».

È vero che con Berlino state lavorando ad un’intesa sul modello del “Patto del Quirinale” firmato con la Francia?

«Vogliamo rafforzare il rapporto con Berlino, perché la Ue non sia solo a trazione franco-tedesca».

La questione Ucraina. Quando e come finirà la guerra?

«Quando, spero presto. Come? Solo con una pace giusta che garantisca l’indipendenza dell’Ucraina».

Continueremo ad inviare armi a Kiev?

«Ci muoveremo in sintonia con Ue e Nato, rispettando le decisioni del Parlamento. Bisogna consentire all’Ucraina di difendersi, altrimenti non c’è la pace ma la colonizzazione da parte della Russia».

Oggi c’erano due piazze per la pace, a quale si sentiva più vicino?

«A nessuna delle due. Sono manifestazioni di partito, tanto è vero che ognuno si è fatto la sua. Chi a Roma, chi a Milano. Per ottenere la pace bisogna lavorare a livello di diplomazie internazionali. E come diceva Giovanni Paolo II “non c’è pace senza giustizia”. E la giustizia è l’indipendenza dell’Ucraina».

A proposito: pensa che Putin andrà al G20 di Bali?

«Non lo so, andrebbe chiesto a lui. Dipende se vuole dialogare oppure no. Certo che me lo auguro e credo che Turchia e Cina possano influire positivamente su questo».

Draghi può essere un buon candidato per la guida della Nato dopo Stoltenberg?

«Draghi è una risorsa, ma è prematuro parlarne. L’Italia ha nomi da spendere per qualunque carica di prestigio. Una cosa mi preme, però: sarebbe anche importante portare qui il Tribunale dei brevetti».

Iran. Che notizie avete della nostra Alessia Piperno?

«Stiamo seguendo da vicino la vicenda, per arrivare al più presto alla sua liberazione».

Ultima domanda sulla politica italiana. Sul decreto anti-rave e sulle multe sospese ai No vax Forza Italia ha fatto dei distinguo.

«I rave illegali vanno fermati. C’è stato un normale dialogo sul tema della intercettazioni, non sulla sostanza del provvedimento».

Ultimo aggiornamento: 10 Novembre, 10:37 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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