Turismo, il sindaco di Firenze Nardella: «Patto città d'arte-governo, basta col modello Airbnb»

Domenica 28 Febbraio 2021 di Francesco Malfetano
Nardella: «Patto città d'arte-governo, basta col modello Airbnb»

«Chiedo un patto tra i sindaci delle città d'arte, il ministero del turismo e quello della Cultura». L'obiettivo deve essere «una transizione anche turistica» che cambi il modello attuale e che a primavera «si faccia traino della ripartenza». Dario Nardella, sindaco di Firenze e coordinatore delle città metropolitane per l'Anci, ha «tante idee» sul come portare da subito fuori dalla crisi il settore turistico nelle città d'arte, e per questo prepara delle proposte per il governo con i sindaci di Roma, Venezia, Napoli e Palermo.


Sindaco Nardella, il premier Draghi nel discorso al Senato e creando di nuovo un ministero ad hoc ha mostrato di puntare sul turismo. Lei cosa ne pensa?
«È straordinario lo abbia fatto nel suo discorso, a mia memoria non era mai successo.

Ha reso evidente che c'è la volontà di costruire un piano nazionale per il turismo, una strategia capace di riposizionare l'Italia non appena riapriranno le frontiere. Ma per farlo, dopo che abbiamo parlato a lungo di mare l'estate scorsa e di montagna fino a pochi giorni fa, ora dobbiamo ricordare che il contraccolpo più pesante l'hanno subito le città d'arte. Nelle 5 città d'eccellenza (Roma, Firenze, Venezia, Napoli e Palermo) il danno complessivo è circa 20 miliardi di euro e in queste città gli alberghi hanno subito un calo del fatturato dell'80%. Se consideriamo che gran parte dei lavoratori del settore sono giovani e donne, è evidente che le ricadute sono enormi».


Uno dei nodi da districare al più presto è il cosiddetto turismo mordi e fuggi. Il ministro Garavaglia, intervistato ieri dal Messaggero, ha chiesto di stopparlo. Lei condivide?
«Assolutamente, la prima cosa da fare è dare più strumenti ai sindaci per permettergli di intervenire sulle piattaforme online di prenotazione turistica, i vari siti come Airbnb. Per gestirle i sindaci italiani non hanno poteri a differenza dei colleghi di città come Parigi o Amsterdam. Con lo scorso governo eravamo vicini a una norma, ma non se n'è fatto nulla. E ora non appena ripartiremo - perché lo faremo, io sono ottimista - bisognerà fare ancora i conti con l'over tourism che rende alcune situazioni invivibili. Soprattutto in un momento di difficoltà come questo, gli affitti brevi vanno governati perché rischiano di fare concorrenza sleale alle imprese. Una cosa è una famiglia che ha un appartamento a Roma e l'affitta ai turisti per pagare gli studi ai figli, altra è un proprietario che acquista 10 appartamenti affidandoli a una società di gestione e pagando solo la cedolare secca. Così si maschera un bed and breakfast. Servono regole e noi le chiederemo».

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Come?
«Faremo delle proposte a Draghi e al ministro Garavaglia. Intanto ne ho già discusso venerdì con Brugnaro, il sindaco di Venezia, e le associazioni di categoria. Ma ne parleremo con altre città, sentirò i colleghi di Roma, Napoli e Palermo, per poi allargare l'iniziativa».

La chiave, mi pare, è quella di mettere in piedi una transizione turistica, un po' come il governo sta già facendo per digitale ed ecologia.
«Alla fine è vero che l'ultimo rischio di una crisi è sprecarla. Serve una transizione verso un modello sostenibile, basato sulla qualità, e anche un patto tra i ministeri della Cultura e del Turismo con le città d'arte per nuovi modalità di fruizione e di sostegno».


Avete già delle idee?
«Il MiSE potrebbe creare un fondo per promuovere l'artigianato di qualità che è il cuore dei nostri centri storici, anche perché sennò le botteghe lasceranno spazio a minimarket e negozietti di souvenir fatti in Cina. Oppure si potrebbe aiutare le città a costruire percorsi museali sull'intero territorio metropolitano per superare il congestionamento dei centri storici».

Ora però il settore è in ginocchio. La riapertura dei ristoranti a cena potrebbe aiutare. Lei cosa ne pensa?
«Condivido la proposta di aprire i ristoranti anche la sera, dove è possibile. Propongo di partire da tutti quei locali che hanno spazio all'aperto. I centri storici con le aree pedonali sono perfette, lasciamole ai locali, replicando la misura della gratuità del suolo pubblico già adottata nei mesi scorsi. Inoltre se vogliamo farci trovare pronti in primavera, la categoria dei lavoratori del turismo deve entrare tra le prioritarie per i vaccini. Così possiamo recuperare un po' di turismo nazionale ora e puntare in estate a riprendere quello internazionale».

Ultimo aggiornamento: 10:33 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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