Milleproroghe, Mattarella promulga il decreto ma richiama il governo sui Balneari. Palazzo Chigi: «Massima attenzione»

«Violate le norme Ue sulla concorrenza e le sentenze del Consiglio di Stato»

Venerdì 24 Febbraio 2023
Milleproroghe, Mattarella promulga il decreto con riserve: «Balneari, governo e Camere correggano al più presto»

Sergio Mattarella bacchetta il governo e la maggioranza sulla questione delle concessioni balneari, evergreen delle battaglie della destra.

Il capo dello Stato ha promulgato il decreto Milleproroghe, ma corredandolo con una lettera di ben cinque pagine inviata a Giorgia Meloni e ai presidenti di Camera e Senato in cui chiede all’esecutivo e al Parlamento di «correggere a breve» il provvedimento. I rilievi presidenziali, in un passo istituzionale raro (è la terza volta in otto anni), utilizzato in passato solo in casi eccezionali, sono numerosi e pesanti: la norma voluta in primis dalla Lega e Forza Italia vìola il diritto europeo, colpisce gli impegni sulla concorrenza legati al Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr), contravviene a due sentenze del Consiglio di Stato, innesca probabili contenziosi. Conclusione: va cambiata al più presto.

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C’è da dire che la severa lettera di richiamo non è un fulmine a ciel sereno. Il Quirinale aveva manifestato «forti perplessità» già la settimana scorsa quando il Milleproroghe era all’esame del Senato. Ma la silenziosa moral suasion del Presidente, nonostante i tentativi di mediazione del ministro ai rapporti con il Parlamento Luca Ciriani (FdI), era andata a infrangersi contro i niet di Lega e Forza Italia. Così il 15 febbraio, in una giornata di zuffe e di liti con le opposizioni, la maggioranza aveva approvato la proroga di un anno delle concessioni balneari: dal 31 dicembre 2023 al 31 dicembre 2024. Proroga confermata giovedì alla Camera, quando il decreto è stato convertito in legge con 142 sì e 90 no.

La lettera di Mattarella parte dall’osservazione che il Milleproroghe vìola, in molte sue parti, il requisito «dell’omogeneità dei contenuti». E dopo aver «apprezzato» l’iniziativa di Meloni contro l’abuso della decretazione d’urgenza, il capo dello Stato apre il doloroso capitolo dedicato alla concessioni balneari: parla di «specifiche e rilevanti perplessità», ricorda come «la materia sia all’attenzione della Corte di giustizia europea che ha ritenuto incompatibile con il diritto Ue la proroga delle concessioni balneari marittime» e richiama le sentenze del Consiglio di Stato che hanno stabilito l’improrogabilità delle concessioni «lacuali, fluviali e marittime» richiedendo l’indizione dei bandi di gara entro il 31 dicembre prossimo. «Inoltre», sottolinea Mattarella nella lettera, «ai titolari delle concessioni viene consentito il mantenimento dei manufatti amovibili con possibili casi di interferenza anche con i provvedimenti giudiziari di demolizione in corso».
Insomma, una lunga serie di criticità. Che non finisce qui. «In costanza delle sentenze del Consiglio di Stato che ha ritenuto “senza effetto perché in contrasto con l’ordinamento dell’Unione europea” “qualsiasi ulteriore proroga”», scrive ancora il Presidente, «gli enti concedenti potrebbero ritenersi comunque legittimati a disapplicare le norme e a indire gare, mentre i controinteressati potrebbero essere indotti a impugnare eventuali provvedimenti di proroga delle concessioni, alimentando ulteriormente il contenzioso».
Mattarella nell’ultima pagina della lettera fa presente che avrebbe potuto rispedire la legge alle Camere in base all’articolo 74 della Costituzione. E se non l’ha fatto è perché sarebbero venute «meno, con effetti retroattivi, in molti casi in maniera irreversibile, tutte le altre numerose disposizioni» contenute nel decreto, «determinando incertezza e disorientamento nelle pubbliche amministrazioni e nei destinatari delle norme». 

LE DUE RICHIESTE

Da qui la conclusione di Mattarella: «Ho ritenuto, quindi, di promulgare la legge di conversione» del decreto Milleproroghe. Ma «quanto alle modifiche approvate in materia di concessioni demaniali, è evidente che i profili di incompatibilità con il diritto europeo e con decisioni giurisdizionali definitive accrescono l’incertezza del quadro normativo e rendono indispensabili, a breve, ulteriori iniziative di governo e Parlamento». Per Mattarella è «infatti necessario assicurare l’applicazione delle regole della concorrenza e la tutela dei diritti di tutti gli imprenditori coinvolti, in conformità con il diritto dell’Unione, nonché garantire la certezza del diritto e l’uniforme applicazione della legge nei confronti dei soggetti pubblici e privati». L’ultima bacchettata riguarda la mancata copertura della norma sul potenziamento del ruolo degli ispettori della Polizia di Stato. Da qui la richiesta di un intervento «con il primo provvedimento utile». L’opposizione naturalmente va all’attacco. Il Pd parla di «pasticcio». Per dirla con Mariastella Gelmini del Terzo Polo: «L’inadeguatezza del governo e di questa maggioranza è ogni giorno più evidente».

Ultimo aggiornamento: 25 Febbraio, 13:29 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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