Oggi il governo vara il Milleproroghe,
misure per il bilancio della Capitale

Venerdì 27 Dicembre 2013 di Giusy Franzese
Oggi il governo vara il Milleproroghe, misure per il bilancio della Capitale
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L’ultima parola spetter alla riunione del preconsiglio dei ministri che si terr stamane alle 8,30. È qui che si deciderà il destino delle norme contenute nell’ormai defunto decreto cosiddetto salva Roma, per il quale il governo alla vigilia di Natale, dopo le polemiche dei giorni scorsi e soprattutto dopo il colloquio del premier con il Capo dello Stato, ha annunciato la rinuncia alla conversione in legge.



L’orientamento della squadra di Enrico Letta è comunque abbastanza preciso: recuperare nel ”milleproroghe“ che sarà varato oggi, il testo originario del salva Roma, ovvero quello uscito dal Consiglio dei ministri a fine ottobre. Senza quindi tutte quelle disposizioni inserite nei due passaggi parlamentari che lo avevano trasformato in un contenitore omnibus dove stipare mance e mancette di ogni tipo, in barba ai requisiti dell’omogeneità e dell’urgenza che dovrebbero essere alla base dei decreti legge. D’altronde lo stesso ministro per i Rapporti con il Parlamento, Dario Franceschini, nell’informare i presidenti di Senato e Camera della rinuncia alla conversione, ha anche annunciato che le norme indifferibili contenute nel salva Roma rientreranno nel decreto proroghe.



Salvo valutazioni politiche dell’ultimo minuto, quindi, le disposizioni che riguardano il bilancio del Comune di Roma, faranno parte del nuovo decreto licenziato oggi dal Consiglio dei ministri. Sarà confermata la possibilità del travaso di risorse (circa 500 milioni) dalla gestione commissariale che si occupa dei debiti accumulati fino al 2008, alla gestione corrente dei bilanci 2013 e 2014 che altrimenti risulterebbero in forte squilibrio, con il rischio concreto di un default. E dovrebbe essere confermata anche la norma che consente al Comune di Roma di aumentare dal primo gennaio 2014 l’addizionale Irpef di sua competenza di un ulteriore 0,3%.



IL RECORD DELLE TASSE

Dopo le polemiche sul record di imposte che Roma fa pagare ai suoi cittadini, la norma sull’aumento dell’addizionale Irpef era stata cancellata dal Parlamento su pressioni di Scelta Civica. In un primo momento sembrava che la cosa fosse gradita anche al sindaco Ignazio Marino, che aveva giurato di non voler ripianare il bilancio inasprendo ancora di più il livello di imposte già a livelli altissimi nella Capitale. Ma in questi giorni proprio dal Campidoglio sono arrivate forti pressioni affinché la norma venisse ripristinata. Se così sarà, l’aliquota dell’addizionale comunale all’Irpef, attualmente fissata allo 0,9%, potrà aumentare di ulteriori 0,3 punti percentuali, arrivando al record dell’1,2%. Una vera e propria stangata per i romani.

Si poteva evitare? Certamente, bastava intraprendere la strada, suggerita anche dalla Ue, della spending review e delle privatizzazioni. Una strada più difficile e laboriosa, ma sicuramente più virtuosa rispetto alla scorciatoia caldeggiata dal Comune di Roma dell’aumento della pressione fiscale. Ancora ieri Scelta Civica annunciava battaglia: «Se il governo proverà a rimettere nel decreto Milleproroghe la norma che consente al Comune di Roma nuovi aumenti straordinari dell’addizionale comunale Irpef, gliela bocceremo di nuovo in Aula» ha avvertito Enrico Zanetti, responsabile politiche fiscali di Scelta Civica e vicepresidente della commissione Finanze della Camera. Per qualunque eventualità la giunta di Ignazio Marino ha già pronta l’opzione B: presentare nei prossimi mesi il piano di rientro, sottolineando la necessità della maxi addizionale e ”costringendo“ così il governo a varare la norma in un successivo decreto.
Ultimo aggiornamento: 15:01

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