Giorgia Meloni e Papa Francesco, asse per sostenere la natalità: dal sostegno ai genitori agli incentivi per l’assunzione di neo-mamme

Il premier e l’intesa con il Vaticano sulle misure per fermare la crisi demografica. Sostegno ai genitori, quoziente familiare e incentivi all’assunzione di neo-mamme

Mercoledì 11 Gennaio 2023 di Mario Ajello
Giorgia Meloni e Papa Francesco, asse per sostenere la natalità: dal sostegno ai genitori agli incentivi per l’assunzione di neo-mamme

È così centrale, per Giorgia Meloni, il tema della famiglia che dal Papa ha portato anche il compagno Andrea e la figlia Ginevra. La quale a un certo punto ha aperto il suo quadernetto da bimba e ha fatto vedere a Francesco un disegno fatto in suo onore. Francesco ha detto alla piccola: «È tanto, tanto bello». È stato un incontro all’insegna del calore umano e spirituale, e un punto di arrivo importante per Giorgia, che già aveva avuto un breve scambio di saluti con Bergoglio in occasione delle esequie di Benedetto XVI, e lei da tanto desiderava poterci parlare con tranquillità e in maniera distesa. È andato così bene l’incontro che, dicono i suoi, Giorgia non avrebbe più voluto lasciare il Vaticano.

E infatti ci si è intrattenuta il più possibile. In una mattinata in cui l’incontro non è stato soltanto uno - per parlare con Francesco dei temi di umanità e di politica - ma due visto che insieme al sottosegretario Mantovano, «gran giurista e gran cattolico» lo ha definito lei con il pontefice, Giorgia s’è intrattenuta con Parolin, segretario di Stato della Santa Sede.

Gli obiettivi

Clima spirituale e familiare, ma anche di sostanza pragmatica. E a riprova di questo - uniti nella lotta contro la denatalità, è la sintesi che il giro meloniano fa di questi colloqui Oltretevere - il capo del governo ha voluto far conoscere al pontefice e alle gerarchie la sua squadra di stretti collaboratori con cui lavora quotidianamente a Palazzo Chigi. Quelli con cui le autorità vaticane si interfacceranno proprio su questioni di stretta operatività. Molto apprezzata nelle Sacre Stanze l’impostazione di Meloni che è quella del «più famiglia, più Italia». E che coincide con le parole del Papa secondo cui «in alcuni contesti, penso ad esempio all’Italia, è in atto un pericoloso calo della natalità, un vero e proprio inverno demografico, che mette in pericolo il futuro stesso della società». 

Ecco, in 35 minuti di colloquio, questa urgenza ha prevalso su tutto. Un tema in cui il governo, fuori dai vecchi schemi del collateralismo, ben oltre il solco del ruinismo che apparteneva a un’altra epoca quando c’era un altro Papa, è pronto a dare risposte forti. «L’Italia è a rischio spopolamento», così si ragiona a Palazzo Chigi e questo è stato il messaggio recapitato Oltretevere, se non si prendono misure profonde. «Serve un piano imponente, anche sul fronte culturale, per riscoprire la bellezza della genitorialità», è il succo del discorso meloniano. La centralità della famiglia e la lotta dura senza paura - senza neppure la paura del politicamente corretto e di chi attacca la destra inchiodandola al vecchio motto Dio, Patria, Famiglia che comunque risale a Mazzini - contro la tendenza a non fare figli, che significa anche timore dell’avvenire: su queste due basi - che non includono una crociata contro la legge sull’aborto che sarebbe divisiva in un Paese già troppo lacerato - il governo Meloni ha stabilito in queste ore un patto vincolante, ma anche naturale considerando la cultura di Giorgia, che non ostenta rosari e madonne ma è assolutamente cattolica praticante come tutti o quasi i suoi ministri, con la Santa Sede per la quale non conta il colore di un esecutivo e non valgono granché le categorie di destra e sinistra e quel che serve invece è una convergenza di vedute e di soluzioni tra il potere laico e quello ecclesiastico. Una sintonia che in questo caso sembra esserci eccome. 
Si è fatto notare in Vaticano che il governo già nella legge di bilancio appena varata «ha investito nella famiglia e nel sostegno alla natalità un’entità di risorse senza precedenti, circa un miliardo e mezzo di euro, e continueremo sempre di più su questa strada». Dopo l’aumento del 50 per cento dell’assegno unico per le famiglie con tre figli, l’Iva scesa al 5 per cento su pannolini, biberon, latte artificiale e altri prodotti per l’infanzia, la maggiorazione per i figli disabili dell’assegno unico che diventa strutturale, il congedo parentale facoltativo retribuito al 30 per cento e altre misure così, il Piano Anti-Denatalità prevede in tempi il più rapidi possibile misure concrete e fattibili. In agenda c’è questo: progressivo aumento del quoziente familiare; incremento degli importi per l’assegno unico (fino a 300 euro al mese per il primo anno di vita e 260 dai 2 ai 18 anni); ulteriori facilitazione alle giovani coppie per l’acquisto della casa; incentivi alle aziende che assumono neo-mamme e che favoriscono la conciliazione lavoro-famiglia e il rafforzamento dei congedi parentali e di maternità. 

Le misure

Un Piano ambizioso, in linea con la predicazione vaticana (ma questo governo conosce bene ed è deciso a praticare l’assoluta autonomia della potestà laica rispetto a quella religiosa) e la cui sostenibilità dipende dall’andamento dei conti dello Stato e dal collegamento con il Pnrr. Nel Piano Anti-Denatalità rientra in posizione di assoluto rilievo il sostegno ai Comuni nell’assicurare asili nido gratuiti e aperti fino a tardi (con sistema di rotazione per il periodo estivo), promuovere asili nido privati (aziendali, condominiali e familiari sul modello tedesco delle Tagesmutter), aumentare le deduzioni fiscali per spese dedicate a badanti e collaboratori domestici. Con un pacchetto così, che poi andrà verificato nei fatti, non poteva andare male la giornata vaticana di Giorgia.

Ultimo aggiornamento: 28 Gennaio, 16:46 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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