Di Maio-Salvini, sfoghi e ultimatum. «Quell'altro...». «Mi chiamo Matteo»

Lunedì 29 Luglio 2019
Di Maio attacca Salvini: «Su ogni provvedimento serve accordo tra me, Conte e quell'altro»
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Parole forti quelle pronunciate da Luigi Di Maio nel corso di un incontro a porte chiuse con gli attivisti M5S a Cosenza: l'audio è stato pubblicato dalla testata LaCnews24.

Riferimenti espliciti a Matteo Salvini: «A volte siamo costretti a subire l'atteggiamento della Lega che è insopportabile. Ma dopo le elezioni non avevamo alternativa: o andavamo all'opposizione o cercavamo di portare a casa il più possibile nelle peggiori condizioni. Ogni volta che si deve approvare un provvedimento, in Parlamento o in Consiglio dei ministri, ci dobbiamo sedere a un tavolo io, Conte e quell'altro là e dobbiamo fare un accordo. Ogni volta». «Quando ti siedi a quel tavolo non puoi pretendere, perché se lo fai anche l'altro pretende e non si porta a casa niente. Se non esistesse questo contratto con la Lega, in Parlamento ci sarebbe ancora un partito unico, quello a favore di Radio radicale e della Tav», ha rimarcato il vicepremier 5 Stelle.

 

Il partito unico. «Il partito unico non vede l'ora di far cadere il governo, perché a settembre si vota il taglio dei parlamentari. Da un punto di vista mio, che mi sto prendendo i vaffanculo perché sono tacciato di essere quello che fa gli accordi, l'amico di Salvini, a me aiuterebbe pure tanto resto capo politico. Ma penso ai risultati da ottenere da qui a dicembre: taglio del cuneo fiscale, riduzione canore Rai, acqua pubblica, taglio dei parlamentari». Lo ha detto Luigi Di Maio ieri a Cosenza parlando agli attivisti e il cui audio è stato pubblicato su LaCnews24.

Su Siri. «Noi siamo l'unica forza politica che è andata al governo per realizzare il programma elettorale. Ci è andata 33% quindi non può realizzare tutto ma sempre meglio che realizzare zero e avere al governo quelli che, per esempio, il mio ministero ha fermato e nessuno ha detto niente quando stavano con Siri provando sull'eolico a fare business con la mafia. E l'abbiamo fermato noi al mise». A dirlo Luigi Di Maio ieri a Cosenza all'assemblea del movimento il cui intervento è pubblicato da LaCnews24.

Salvini: mi chiamo Matteo. «Quell'altro? Mah... Posso non stare simpatico ma ho un nome, mi chiamo Matteo...». Così fonti vicine a Matteo Salvini commentano il fatto che Luigi di Maio lo ha definito «quell'altro» riferendosi alla partecipazione alle riunioni con il premier.

Ultimo aggiornamento: 30 Luglio, 09:06 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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