Mattarella: lascio nel 2022. Azzerate le voci di un bis

Martedì 30 Marzo 2021 di Mario Ajello
Mattarella: lascio nel 2022. Azzerate le voci di un bis

Stavano lievitando gli scenari, i retroscena, le illazioni e gli esercizi di fantapolitica riguardanti un supplemento di settennato per Sergio Mattarella al Quirinale. Si delineava, nel tam tam parlamentare, nelle voci da stanze dei partiti e nel gossip mediatico, questa situazione: Mattarella dopo la scadenza del suo mandato nel 2022 resta ancora un anno sul Colle, per dare il tempo a Draghi di finire la sua opera di premier e subentrargli nel 2023. E invece? Niente. Coerente con altre sue simili uscite - basti ricordare il discorso presidenziale dell'ultimo Capodanno - Mattarella ribadisce il punto e mette a tacere una volta per tutte le voci e le fantasie. «Quest'anno, anche perché è l'ultimo del mio mandato, non potevo e non volevo fare a meno di questo incontro». Ecco con questo piccolo ma significativo inciso, inserito nei circa sette minuti di saluto rivolto dal Capo dello Stato alla rappresentanza dell'Aeronautica militare che ha incontrato al Quirinale per il 98esimo anniversario della sua costituzione, Mattarella sottolinea ancora una volta di essere entrato nell'ultimo anno del settennato, che terminerà il 3 febbraio del 2022, e di non volere un eventuale prolungamento.

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LA BATTUTA
E bastava guardare anche la scena dell'altro giorno - il 25 marzo, quando Benigni ha letto Dante al Quirinale - per accorgersi della convinzione assoluta di Mattarella a non restare oltre, nel caso gli venisse chiesto, sul Colle. Benigni gli si è rivolto così: «Presidente, a me dispiace che stia per finire il suo mandato e che lei vada via». E Mattarella, con un lieve sorriso: «C'è un tempo per ogni cosa».
Il suo tempo da Presidente finirà quando dovrà finire. «Quello che inizia - sottolineò infatti Mattarella nel messaggio di fine 2020 - sarà il mio ultimo anno come Presidente della Repubblica. Coinciderà con il primo anno da dedicare alla ripresa della vita economica e sociale del nostro Paese. La ripartenza sarà al centro di quest'ultimo tratto del mio mandato. Sarà un anno di lavoro intenso».

 


Il fatto è che Mattarella ha fatto sua e non da oggi l'impostazione di Antonio Segni. Quella che, in occasione dei 130 anni della nascita di quel Presidente della Repubblica, l'attuale inquilino del Colle ha anche ricordato in un discorso all'inizio di febbraio nel pieno della crisi di governo. Segni era contrario alla rieleggibilità immediata del Presidente della Repubblica. Era convinto che bisognasse inserire una modifica nella Costituzione che la impedisse. E con Segni, Mattarella condivide questa posizione che l'antico Presidente della Repubblica esprimeva così: «Il periodo di sette anni è sufficiente a garantire una continuità nell'azione dello Stato». E aggiungeva: «La proposta di modifica costituzionale vale anche ad eliminare qualunque, sia pure ingiusto, sospetto che qualche atto del Capo dello Stato sia compiuto al fine di favorire la rielezione». Ma c'è di più nel Segni pensiero cui Mattarella aderisce: «Una volta disposta la non rieleggibilità del Presidente, si potrà anche abrogare la disposizione dell'articolo 88 comma 2 della Costituzione, che toglie al Presidente il potere di sciogliere il Parlamento negli ultimi mesi del suo mandato».

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COERENZA
Nessuna rielezione immediata (e data l'età dei Presidenti della Repubblica significa nessuna rielezione e basta) e abolizione del semestre bianco: Mattarella la pensa così. E la sua «immutabile coerenza» - come la definisce il giurista Paolo Armaroli nel libro: «Conte e Mattarella. Sul palcoscenico e dietro le quinte del Quirinale» - lo porta sia per ragioni personali sia per ragioni costituzionali a non contemplare in alcun modo un bis.
 

Ultimo aggiornamento: 18 Febbraio, 16:30 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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