Mattarella: «Manzoni voleva un'Italia unita, non staterelli. La Carta vieta nefaste idee di supremazia basate sulla razza»

Il Presidente della Repubblica ha parlato in occasione dei 150 anni della morte di Alessandro Manzoni

Lunedì 22 Maggio 2023
Mattarella: «Manzoni voleva un'Italia unita, non staterelli»

«Ricollegandosi alla grande tradizione della poesia civile, di Dante, Petrarca e Foscolo, ambiva a un'Italia unita, che non fosse una mera espressione geografica, una addizione a freddo di diversi Stati e staterelli, ma la sintesi alta di un unico popolo, forte e orgoglioso della sua cultura, della storia, della sua lingua, delle sue radici. Al poeta Lamartine, che aveva parlato sprezzante di "diversità" di "popoli" italiani, Manzoni rispose con una lettera sdegnata: "No, non c'è più differenza tra l'uomo delle Alpi e quello di Palermo"». Lo ha detto il presidente Sergio Mattarella celebrando Alessandro Manzoni.

Mattarella celebra Manzoni

«A proposito del Romanticismo e del Risorgimento italiano si cita spesso la triade Dio, Patria e Famiglia, quasi in contrapposizione alla triade della Rivoluzione Francese, Libertà, Eguaglianza, Fraternità. È una cesura eccessivamente schematica.

Il romantico e cattolico Manzoni non rinnega i valori della Rivoluzione Francese, anzi, li approva e li condivide, insistendo soprattutto sul quello più trascurato, la fraternità. La Rivoluzione Francese, secondo Manzoni, aveva tradito questi valori, perché, con il giacobinismo, si era trasformata nell'ideologia del Terrore e della violenza», ha sottolineato Capo dello Stato. «Nulla, per l'autore dei Promessi Sposi, è più nefasto - ha aggiunto il presidente Mattarella - delle teorie politiche astratte che immolano sull'altare della ragion di Stato i diritti di uomini o di intere popolazioni. Nulla, per lui, è più sacro della vita umana. La verità deve prevalere sulla menzogna, la tolleranza sull'odio, la pietà sulla violenza, la morale sul calcolo di convenienza. A differenza di molti suoi contemporanei, che vagheggiavano improbabili ritorni a ere classiche e pre-cristiane, scrive che non bisogna provare alcuna nostalgia per »la barbarie degli antichi«, un'epoca caratterizzata da guerre di conquista, stermini, distruzioni, sopraffazioni, riduzione in schiavitù».

«La persona, non l'etnia ha diritto di protezione»

Nella visione di Manzoni «è la persona, in quanto figlia di Dio, e non la stirpe, l'appartenenza a un gruppo etnico o a una comunità nazionale, a essere destinataria di diritti universali, di tutela e di protezione. È l'uomo in quanto tale, non solo in quanto appartenente a una nazione, in quanto cittadino, a essere portatore di dignità e di diritti». Lo ha detto il presidente Sergio Mattarella parlando in occasione dei 150 anni della morte di Alessandro Manzoni. La Dichiarazione universale dei diritti dell'Uomo del 1948 rappresenta «una carta fondamentale, nata dopo gli orrori della Seconda Guerra mondiale, che individua la persona umana in sé, senza alcuna differenza, come soggetto portatore di diritti, sbarrando così la strada a nefaste concezioni di supremazia basate su razza, su appartenenza, e, in definitiva, sulla sopraffazione, sulla persecuzione, sulla prevalenza del più forte. Concetti e assunti che - come ben sappiamo - sono espressamente posti alla base della nostra Costituzione repubblicana».

«Invece che guardare sondaggi costruire politiche»

Bisogna riflettere «sulla tendenza, registrabile in tutto il mondo, delle classi dirigenti a assecondare la propria base elettorale o di consenso e i suoi mutevoli umori, registrati di giorno in giorno attraverso i sondaggi, piuttosto che dedicarsi a costruire politiche di ampio respiro, capaci di resistere agli anni e di definire il futuro. Già nei Promessi Sposi, nei capitoli dedicati alla peste, Manzoni scriveva icasticamente a proposito di questi rischi: »Il buon senso c'era; ma se ne stava nascosto, per paura del senso comune«. Lo ha detto il presidente Sergio Mattarella celebrando Alessandro Manzoni.

Ultimo aggiornamento: 24 Maggio, 09:19 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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