Pnrr, Mattarella cita De Gasperi: «È il momento di mettersi alla stanga. Assicurare il progresso a tutto il Paese»

Le parole del presidente della Repubblica a conclusione del suo intervento alla Conferenza nazionale delle Camere di commercio, a Firenze

Venerdì 24 Marzo 2023
Pnrr, Mattarella cita De Gasperi: «È il momento di mettersi alla stanga»

«Nessun rischio» che l’Italia possa perdere la terza tranche di finanziamenti del Pnrr.

Nel giorno in cui il Capo dello Stato cita Alcide De Gasperi per invitare tutti a «mettersi alla stanga» (leggi: al lavoro) per non mandare dispersi i fondi europei del Next generation Eu, Giorgia Meloni, da Bruxelles, prova a rassicurare. I 19 miliardi che la Commissione deve sbloccare entro il 31 marzo – previa verifica dei 55 obiettivi raggiunti dall’Italia alla fine del 2022 – non sono in forse. «No», scandisce la premier prima di rimettersi in viaggio per Roma, decisa a tacitare le voci di chi adombra la possibilità che da palazzo Berlaymont rifiutino di dare il via libera alla terza rata. «Non vedo assolutamente rischi», scandisce Meloni. «Abbiamo ereditato una situazione difficile, che sicuramente richiede di andare veloci. Ma – aggiunge la premier – c’è un lavoro molto serio e collaborativo assieme alla Commissione». Anche Ursula von der Leyen, numero uno dell’esecutivo Ue, avrebbe fornito rassicurazioni in questo senso: «Ci ho parlato poco fa – spiega Meloni – la Commissione apprezza quello che con serietà sta facendo l’Italia. Le decisioni che si prendono vengono condivise». 


L’AVVERTIMENTO
Intanto però, da Firenze, si fa sentire forte e chiara la voce di Sergio Mattarella. Che proprio sul Piano di ripresa e resilienza lancia un avvertimento alla platea di Unioncamere. «È il momento per tutti, a partire dall’attuazione del Pnrr, di mettersi alla stanga», dice il Capo dello Stato. Che cita «l’invito che in un contesto ben diverso Alcide De Gasperi rivolse nel dopoguerra, quando occorreva ricostruire l’Italia dalle macerie e insieme edificare una autentica democrazia», spiega Mattarella. Il senso di quelle parole, pronunciate dallo statista Dc nel 1949, era in sostanza quello di mettersi al lavoro, rimboccarsi le maniche. Un monito che il presidente non a caso estende a «tutti»: Comuni, enti locali, governo. Il messaggio è chiaro: il Pnrr è un’occasione unica. Una partita che l’Italia non può permettersi di perdere. Per questo bisogna mettersi «alla stanga». 


Anche Meloni ne è consapevole. Ecco perché, lasciando il Consiglio europeo, insiste su un tema già sollevato da Raffaele Fitto, la «flessibilità» delle risorse del Piano. Al centro del vertice dei Ventisette, però, finisce anche l’argomento Mes, il Meccanismo europeo di stabilità. Quel sistema di assistenza finanziaria ai Paesi in difficoltà la cui riforma non è ancora stata ratificata dall’Italia, unica a non averlo fatto. 


Un fronte su cui da Bruxelles sono tornati a spingere. «È molto importante che andiamo avanti con la piena ratifica», avverte al suo arrivo all’Euro Summit il presidente dell’Eurogruppo Paschal Donohoe, «data la situazione dei mercati finanziari e delle crisi bancarie negli Usa e in Svizzera». Qualche ora più tardi i toni si fanno più morbidi: «La scelta sulla ratifica spetta al governo italiano», precisa Donohe.


LA REPLICA SUL MES
Ma Palazzo Chigi, per il momento, non pare intenzionato a tornare sui suoi passi. Meloni lo ribadisce senza giri di parole: per far fronte all’«attuale contesto» ci sono «strumenti più efficaci, come l’unione bancaria», osserva la premier. Secondo la quale il tema del Mes va affrontato in un «quadro complessivo» di misure: «Non a monte, ma a valle», prova a spiegarsi Meloni. Che ricorre a un esempio: «Abbiamo discusso di unione bancaria, che è una sorta di primo e secondo grado. Il Mes, invece, è la Cassazione». Come dire: deve arrivare alla fine del processo, non all’inizio. Ma le polemiche sembrano destinate a non esaurirsi presto: mercoledì in commissione Esteri alla Camera approderà la proposta di via libera al Mes di Terzo polo e Pd. E la discussione, è facile prevederlo, tornerà ad accendersi.


Intanto però Meloni può tornare a casa dicendosi «molto soddisfatta» dei risultati del vertice, «sia sulle materie economiche che sul tema della governance», fino alla questione migranti. Anche sull’Ucraina la premier ha avuto modo di ribadire la linea italiana di sostegno a Kiev, anche alla luce del viaggio in Cina che Ursula von der Leyen farà la prossima settimana per avviare colloqui sul conflitto con Xi Jinping (più avanti a Pechino si recheranno anche l’Alto rappresentante Josep Borrell e il premier spagnolo Pedro Sànchez). Una tappa che per von der Leyen segue quella negli Usa di inizio marzo. Stavolta, però, la numero uno della Commissione non sarà sola: ad accompagnarla ci sarà Emmanuel Macron. Segnale evidente che, sui dossier che contano, gli Stati membri sono tutt’altro che disposti a lasciare carta bianca all’Ue. 

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Ultimo aggiornamento: 27 Marzo, 09:10 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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