Mattarella e l’Autonomia: «Vanno tutelati i cittadini, stessi diritti da Nord a Sud»

Le contrapposizioni tra comunità vicine, spiega il Capo dello Stato, non giovano e non fanno il bene della comunità nazionale

Martedì 22 Novembre 2022
Mattarella e le Autonomie: «Garantire i diritti di tutti, sia al Nord che al Sud»
9

E alla fine intervenne il Colle. In Italia devono essere garantiti «i diritti dei cittadini, che al Nord come nel Mezzogiorno, nelle città come nei paesi, nelle metropoli come nelle aree interne, devono poter vivere la piena validità dei principi costituzionali». Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella fissa i paletti per l’autonomia differenziata.

E lo fa da un luogo simbolico, per due motivi. Dall’assemblea annuale dell’Anci, l’associazione dei comuni italiani. Da Bergamo, nel cuore della Padania dove c’è chi a gran voce chiede di tracciare un solco tra diritti e prestazioni al Nord e al Sud. 

 

IL MONITO

Il monito del Capo dello Stato va in direzione opposta. Netto, inequivocabile. Quando spiega che è «nella missione dei sindaci» – e dunque di ogni politico – farsi «portatori dell’interesse generale». E «rifuggire la tentazione della chiusura nel ristretto orizzonte del proprio “particulare”. Non si farebbe neppure il bene della propria comunità immaginandolo contrapposto a quello delle comunità vicine o, addirittura, a quello della più ampia comunità nazionale». Continuo il richiamo alla «coesione nazionale». Mattarella rende omaggio agli amministratori locali. Sono 2208 ad ascoltarlo in platea, guidati dal presidente dell’Anci e sindaco di Bari Antonio Decaro. Una categoria che è diventata trincea in questi anni di pandemia, riuscendo «nell’impresa di alzare la soglia della protezione sociale». Fra le righe affiora un richiamo al dibattito interno alla maggioranza del governo Meloni sull’autonomia, cavallo di battaglia identitario della Lega. Tornata alla ribalta per la bozza di disegno di legge del ministro alle Autonomie leghista Roberto Calderoli, oggi nel mirino di un fronte trasversale di governatori e amministratori del Centro- Sud. 

 

LA FRENATA

Scuola, trasporti, perfino istruzione. Materie da sottrarre alla competenza statale per appaltarle alle regioni. Con l’inevitabile conseguenza di aggravare il divario sociale nella penisola, quando ancora devono essere definiti i livelli essenziali delle prestazioni. Le autonomie, ha ricordato ieri Mattarella dal palco dell’Anci, sono già «protagoniste nel processo democratico che innerva e irrobustisce il percorso dell’unità europea». Di più: «La coesione del Paese passa anche e, vorrei dire, soprattutto, dai comuni. Sono compiti di straordinario rilievo che richiedono un impegno condiviso e solidale». 

Autonomie, stop a Calderoli. Istruzione e salute, si tratta: dietrofront dopo la rivolta del Sud

La sussidiarietà incastonata nella Costituzione si può attuare senza ricorrere a «scorciatoie», è il monito del Quirinale. «Sussidiarietà - spiega Mattarella - non significa scaricare le difficoltà sull’anello istituzionale più a diretto contatto con i cittadini ma piuttosto sostenerlo. Significa partecipazione. Condivisione e dialogo tra i vari livelli di governo». Semmai, è urgente «ridurre le distanze tra centro e periferie metropolitane, i divari tra chi gode di determinati servizi e chi invece li raggiunge a fatica». Perché, ricorda il Capo dello Stato, oggi «non sempre i diritti e i servizi riescono ad essere assicurati in modo eguale». 

La rotta è tracciata. E difficilmente si potrà ignorare a Roma, dove già il premier Giorgia Meloni nei giorni scorsi ha cercato di calmare i bollori leghisti sull’autonomia chiarendo in una riunione con i ministri che un’eventuale revisione dell’articolo 116 della Carta avrà bisogno di contrappesi. Fra questi, la riforma del presidenzialismo promessa agli elettori e l’attribuzione di poteri e risorse speciali a Roma per allinearla alle grandi capitali europee.  Tutto nel rispetto di una tabella di marcia imposta dall’emergenza. Dove svetta, oltre alla crisi energetica, la messa a terra dei fondi europei, un’occasione per colmare il gap di servizi e diritti che già divide in due lo Stivale. Di qui il richiamo di Mattarella: «Il Pnrr è un appuntamento che l’Italia non può eludere. Abbiamo l’opportunità di colmare ritardi strutturali». 

Ultimo aggiornamento: 23 Novembre, 19:17 © RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci