Mario Draghi, i 6 mesi di governo dell'ex tecnocrate che hanno cambiato l'Italia (e anche lui)

Venerdì 13 Agosto 2021 di Mario Ajello
Mario Draghi, i 6 mesi di governo dell'ex tecnocrate che hanno cambiato l'Italia (e anche lui)
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Era il tecnocrate, era l’alieno, era il super banchiere della Bce, un potente globale o almeno europeo. Non un personaggio del presepe italiano, almeno agli occhi dei più, e tantomeno un tipo che ci si poteva aspettare empatico. Così si presentava Mario Draghi, sei mesi fa, quando giurò  - il 13 febbraio 2021 - da presidente del consiglio davanti a Mattarella.

Da allora non è cambiato anche il Paese ma - come dice il premier nelle sue conversazioni personali  - “sono cambiato anche io. Questa del cercare di risolvere qualche problema nel Paese è un’esperienza che ti matura”. Lo dice così, senza toni altisonanti, senza retorica, il premier. 

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Draghi, la metamorfosi

I più attenti osservatori, quelli che gli stanno accanto, che partecipano direttamente al suo approccio politico di tipo pragmatico e mai ideologico tanto è vero che a turno i partiti ideologizzati si lamentano del suo modo di fare, hanno notato la metamorfosi dell’uomo Draghi per esempio sulla questione dei morti sul lavoro. Un tema su cui, in piena sintonia con Mattarella e con la sensibilità del presidente per le questioni che toccano da vicino i cittadini, Draghi viene descritto particolarmente attento. Non solo in questo, ma anche per esempio sulle lungaggini dei processi e sul mettere in sicurezza la popolazione dagli attacchi della pandemia, il super tecnocrate staccato dal mondo reale è un profilo ormai irrintracciabile.

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Una metamorfosi sottile, per niente conclamata, come è tipica del personaggio. Il quale il 13 febbraio cominciava la sua navigazione a Palazzo Chigi come un mister x, una figura ancora tutta da decifrare. Il viso tirato, un po’ di imbarazzo, l’emozione della prima volta. Da una parte lui. Dall’altra i leader dei partiti, tutti un po’ a disagio di fronte a una personalità non solo forte ma anche «inedita» nel teatrino della politica. Poi si è andato sviluppando il metodo-Draghi. Ascoltare per decidere. Conoscere per deliberare. Una decisione dopo l’altra: il piano vaccini, le semplificazioni, il Green pass, il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, promosso a pieni voti da Bruxelles. Perfino la riforma della Giustizia.

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Draghi ora è lo stesso. Ma è anche differente rispetto a sei mesi fa. Più duttile, più forte, completamente a suo agio nei movimenti sfruttando le difficoltà dei partiti ma rispettandone il più possibile le esigenze di protagonismo, di propaganda e di politica, sia quelle del Pd sui temi come il ddl Zan sia quelle di Salvini sugli immigrati. Draghi lascia fare, tanto sa che il vero pallino del gioco politico sta nelle sue mani. E i cittadini è di lui che, per ora si fidano. 
I sondaggi dicono che al 77 per cento degli italiani questo presidente del Consiglio piace, anche se non ha mai rilasciato nessuna intervista, non ha mai chiesto una diretta televisiva per mandare un messaggio al Paese e non manda ai telegiornali le riprese da spot tanto amate dal suo predecessore Conte. Forse perché parla chiaro ("Un appello a non vaccinarsi è un appello a morire"), o magari perché sembra capace di sbrogliare anche le matasse più intricate, vedi la riforma della giustizia. C’era voglia di anti ideologia e il duttile, ma deciso, Draghi ne è l’incarnazione non gridata ma di fatto.

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Si è fatto scoprire come un tipo serio, certamente, in questo mezzo anno di one man show. Ma invece che algido, spiritoso. Invece che distante, a portata di mano, pronto alla battuta. Dopo i primi giorni di assestamento nel nuovo ruolo, ha piano piano colorato di una sorta di empatia il suo carattere. Conte indossava l’atteggiamento sussiegoso. Lui, no. Ha una caratteristica evidente: non recita. Sembra naturale. 

Guai a farne un santino, naturalmente, anche perché sei mesi non sono tutto. E con il semestre bianco la conflittualità politica è destinata a crescere. E neppure per Mario ovvero l’aplomb sarà facile gestirla. Ma questa sorta di simpatia che ha saputo per il momento suscitare nei cittadini, diffidenti verso i politici tradizionali, resterà il suo vero punto di forza.

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Ultimo aggiornamento: 14 Agosto, 11:17 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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